Haute Couture, l'alta moda delle passerelle
Che cosa è la haute couture? Infinite ore di lavorazione, criteri fondamentali di selezione e una storia centenaria alle spalle: scopri tutto sul settore più lussuoso del mondo della moda!
Che cosa è la haute couture? Infinite ore di lavorazione, criteri fondamentali di selezione e una storia centenaria alle spalle: scopri tutto sul settore più lussuoso del mondo della moda!
Abiti da principesse, design innovativi, stravaganti ma quasi sempre di estrema eleganza, colori e tessuti preziosi, perline e ricami che richiamano precisione e dedizione: impossibile negare, le sfilate della Haute Couture sono le nostre preferite! Abiti spettacolari che in pochissimi riescono a permettersi a causa dei prezzi proibitivi, ma che comunque ci permettono di sognare due volte all’anno grazie alle passerelle parigine. Il vero e proprio lusso, un culto del bello e della perfezione della fattura.
Ma cosa si intende quando si parla di Haute Couture? C’è da ammettere che chi lavora nel mondo della moda parla una lingua a parte: più volte capita di sentire termini e definizioni che o sono totalmente nuove alle nostre orecchie, o ci sembra non abbiano senso, oppure pensiamo di sapere a cosa si riferiscono in un qualche modo… Ma non ne abbiamo totalmente la certezza. “Haute Couture” può essere velocemente tradotto in “Alta Moda” in francese, ma è un termine avvolto da un alone di mistero per la maggior parte delle persone.
Se da una parte questa sbrigativa definizione può essere vera, l’haute couture viene spesso confusa con una semplice sfilata di moda oppure con un abito particolarmente bello o fatto a mano… Ma non è così. Chiariamo un po’ di dubbi sul vero significato della haute couture!
Letteralmente il termine di “haute couture” dal francese significa “alto” quindi “elegante” e “cucire”. Oggi però nel parlare di Haute Couture si fa riferimento a tutto il business, dalla creazione alla vendita di abiti su misura di alta sartoria. Non si tratta di semplici abiti fatti a mano, ma di abiti creati dall’inizio alla fine, con tessuti di alta qualità e costosi, spesso innovativi o inusuali e cuciti con molta attenzione da esperti sarti, con tecniche di lavorazione a mano dai tempi molto lunghi. Insomma… Non proprio una passeggiata!
Il termine “Haute Couture” fu coniato in riferimento alle creazioni di Charles Frederick Worth e pertanto ne viene considerato il padre. Prima di lui però ci fu Rose Bertin, la stilista di Maria Antonietta, che nel 1700 iniziò a divertirsi con la moda nella corte di Versailles, usando design stravaganti per l’epoca, colori e tessuti più preziosi non badando a spese. Worth rivoluzionò il concetto di moda creando abiti per la moglie con estro e gusto, non relegando gli abiti alla semplice arte di coprire il corpo ma giocando ad abbellirlo e decorarlo. Fu lui ad aprire la strada a Chanel, Lanvin, Balenciaga, Vionnett e Dior tra gli altri, che diedero lustro alla tradizione della Haute Couture.
Non possiamo svegliarci una mattina, creare un abito e decidere e dichiarare che sia haute couture. Come tante cose nella moda, è una questione che viene presa molto seriamente, tanto che in Francia questo termine è protetto dalla legge.
Un vestito per essere di “Haute Couture” deve seguire quattro criteri fondamentali, che sono stati redatti nel 1945 e aggiornati nel 1992. Possono essere considerati di Haute Couture gli abiti che sono stati creati su misura per un cliente (con uno o più fitting), che provengono da un atelier di Parigi con un minimo di 15 membri dello staff full-time e 20 membri di staff tecnico e infine queste creazioni (dai 35 ai 50 modelli originali) devono essere presentate in sfilata a Gennaio e a Giugno di ogni anno.
Inoltre, la Chambre Syndicale de La Haute Couture (una associazioni di sarti parigini fondata nel 1868), stabilisce chi può far parte di questo cerchio ristretto: le loro regole stabiliscono infatti che solo i designer che fanno parte della lista stilata ogni anno da una commissione interna al Ministero dell’Industria, ha l’autorizzazione ad usare l’appellativo “haute couture” per riferirsi alle proprie collezioni.
La lista dei designer e delle case di moda autorizzate alla produzione della Haute Couture non sono tante, sia per mantenere un certo tipo di esclusività ma anche perché tempi e costi sono proibitivi per tantissimi brand.
I nomi più affermati che troviamo sono Chanel, Christian Dior, Givenchy, Jean Paul Gaultier e Maison Margiela, mentre tra le nuove file del 2016 ci sono l’italiano Giambattista Valli, Stephane Rolland, Alexandre Vauthier, Alexis Mabille, Bouchra Jarrar, Christophe Josse, Franck Sorbier e Yiqing Yin.
Esenti dalle regole dell’atelier parigino però, ci sono anche delle eccezioni “straniere” che sono Armani Privè, Valentino, Viktor & Rolf, Atelier Versace e Elie Saab, più alcuni membri ospiti eletti occasionalmente e case di moda specializzate nella produzione di accessori e gioielli di lusso.
Le collezioni di haute couture rappresentano dei veri e propri sforzi a livello finanziario per le case di moda, che normalmente non danno un limite di budget al loro designer. Questo può portare anche ad esiti spiacevoli, dove l’unica soluzione è bloccare la produzione dell’haute couture per risanare il bilancio di un brand. Questo porta ad una sorta di selezione naturale, lasciando nella lista le case di moda più ricche (e spesso con più storia alle spalle).
Per creare un abito fatto a mano di alta moda, si possono impiegare dalle 100 alle 800 ore di lavorazione: e questo per una sola creazione! Ne consegue che i prezzi di queste “opere d’arte sartoriale” vanno da non meno di 10.000 euro, fino anche a sopra i 100.000 euro. Le sarte, anche chiamate “les petite main”, coinvolte nelle collezioni sono circa 2,200 e rimangono spesso fedeli a un solo stilista: questo aiuta anche ad avere una maggior continuità nel tipo di produzione.
Il mercato dell’ Haute Couture, nonostante l’alta rilevanza nel mondo della moda e la risonanza a livello di media, gira intorno solo a circa 2,000 clienti in tutto il mondo (in particolare Russia, Cina, Medio Oriente e Usa) e solo 200 sono clienti regolari (quindi vengono escluse le celebrities a cui vengono prestati occasionalmente i vestiti per eventi esclusivi). Nonostante questo però è importante mantenere questa tradizione di alta sartoriali perché, come già detto, aiuta molto il marchio a livello pubblicitario e in questo modo può generare fatturato su altri prodotti come profumi, make-up e linee di pret-a-porter.
Dal 2014 però le vendite si sono alzate poiché sono stati introdotti nelle collezioni, elementi del pret-a-porter, più facilmente acquistabili dal cliente medio dei brand di lusso. Ne sono un esempio le sneakers proposte sotto a gli abiti da Chanel nel 2014.
Romana di 28 anni: creativa, viaggiatrice, accumulatrice di cianfrusaglie ed estremamente pigra!
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