Nizza, i racconti dall'orrore e un hashtag sui social per trovare i dispersi
Doveva essere un giorno di festa e si è trasformato in una strage. Dopo il terribile attentato di Nizza ecco le testimonianze e le storie tragiche di chi era su lungomare.
Doveva essere un giorno di festa e si è trasformato in una strage. Dopo il terribile attentato di Nizza ecco le testimonianze e le storie tragiche di chi era su lungomare.
Erano tutti lì, francesi e turisti, a festeggiare il 14 luglio. Il giorno della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità quando quel camion impazzito ha falciato libertà, uguaglianza e fraternità colpendo di nuovo al cuore della Francia e, con essa, a quello del mondo intero. Un uomo alla guida di un camion si è lanciato contro la folla a 80 chilometri l’ora, sul lungomare di Nizza proprio quando la gente si era riunita per assistere allo spettacolo dei fuochi d’artificio, investendo chi trovava sulla sua strada e sparando con una mitragliatrice.
Tragico il bilancio delle vittime con 84 morti e oltre 100 feriti alcuni dei quali molto gravi. L’attentatore è stato ucciso dalle forze di polizia, ma non è ancora escluso che avesse dei complici. Noto per piccoli reati ed ex galeotto, è un franco-tunisino di 31 anni. L’attentato è stato immediatamente rivendicato dall’Isis, che sul web ha celebrato il massacro, mentre il Francia è stato prolungato lo stato di emergenza.
Ora è il tempo dell’indignazione, del silenzio, della rabbia e, sì, anche della paura. Che non deve prendere il sopravvento, ma oggi c’è. È il tempo delle storie: quelle dei sopravvissuti, quelle di chi ce l’ha fatta, addirittura di quelle di gioia per un finale inatteso dopo una notte da incubo. Tra poco sarà il tempo della storia delle vittime. Ora è quello della ricerca, dell’ansia, dell’attesa di una telefonata.
Fra tanto orrore e morte è stato Facebook a regalare il primo sorriso della giornata ad una donna che, grazie ai social, ha ritrovato suo figlio. Si tratta di un neonato di otto mesi che durante l’attacco terroristico si trovava sul lungomare di Nizza insieme ai genitori. La carrozzina, nei momenti tragici e concitati, era andata perduta, facendo disperare la mamma che temeva per la vita del piccolo. La mamma ha lanciato un appello su Facebook ed è miracolosamente riuscita a trovare il piccolo sano e salvo.
Un piccolo corpo steso sull’asfalto e coperto da un telo, accanto una bambola. È questa l’immagine più cruda e terribile che racconta l’attentato a Promenade des Anglais ed il dramma di centinaia di bambini che stavano trascorrendo felici un giorno di festa prima della strage. Sono tantissimi i piccoli rimasti feriti, diversi quelli che, forse, non ce l’hanno fatta. Questa foto racconta qualcosa che nessuno avrebbe mai voluto vedere.
C’erano diversi italiani nella folla di persona accorsa per vedere i fuochi d’artificio del 14 luglio. Fra loro anche Antonio Manon che ha rivelato di aver visto negli occhi l’attentatore.
Eravamo in spiaggia, i fuochi d’artificio erano finiti e siamo tornati. È in quel momento che abbiamo visto il furgone bianco. Andava veloce, a 60-70 km/h” ha raccontato “Ho visto gli occhi dell’uomo al volante, era deciso, sfrecciava. È passato a 2 metri da noi. Ho visto gente per terra, tra loro ho visto un bambino. Un immagine che non dimenticherò mai”.
Fra i sopravvissuti italiani anche Marco Antei, arrivato in città per festeggiare il 14 luglio.
Mi trovavo nei pressi di dove è avvenuto l’attentato a circa 200 metri” ha raccontato ripercorrendo i fatti e svelando di essersi salvato per miracolo nascondendosi in una cantina “Abbiamo visto la gente scappare, gente che gridava e diceva di aver sentito degli spari e così anche noi siamo scappati e ci siamo rifugiati all’interno di un ristorante”.
Tanti gli italiani che lavorano a Nizza e che hanno vissuto quegli attimi di terrore, come Antonino Martino, cameriere in un bar di Rue Gambetta che ha aiutato chi cercava di fuggire dall’orrore.
Non appena abbiamo sentito parlare di attentato ci siamo riversati tutti dentro il locale” ha spiegato “Non era chiaro cosa fosse successo. Era stata una giornata tranquilla. Non potevamo immaginare niente di simile. È stato surreale”.
Riportiamo il video pubblicato da Repubblica.it
Nizza sotto attacco e la gente si mobilità. Come accaduto durante gli attentati di Bataclan sono state tante le iniziative di solidarietà. Non solo sui social, dove sono tanti gli hashtag a sostegno di Nizza e delle vittime, ma anche concretamente. I taxi hanno caricato i superstiti e i feriti, prestando soccorso e aiutando ad evacuare la zona, mentre i residenti hanno aperto le porte delle loro case a chi fuggiva e non sapeva dove andare e l’hanno comunicato su Twitter con l’Hashtag #portesouvertesNice
Spaventati e in preda al panico, un gruppo di ragazzini di diverse nazionalità ha trovato rifugio nel magazzino di un ristorante mentre fuori si scatenava l’inferno. Abbracciati e tremanti hanno atteso che tutto finisse e il video di quei momenti terribili, girato dal giornalista irlandese Ben Terry, è finito su Twitter.
Ha tentato in tutti i modi di fermarlo, ma non c’è riuscito. Il poliziotto eroe a bordo della sua moto ha affiancato il camion bianco tentando di bloccare la sua corsa, ma è stato colpito ed è crollato a terra.
La paura attanaglia da ore anche chi a Nizza aveva un amico, un figlio oppure un parente e non riesce più a contattarlo. Per questo su Twitter, poche ore dopo l’attentato, è stato diffuso l’hashtag #RechercheNice, per scambiare notizie sui dispersi e mettersi in contatto con le persone care. Tante le foto e i messaggi disperati di chi prega di ritrovare sana e salva la persona amata.
Ironica e autoironica, romana Doc, ho una laurea cum laude in Informazione e Sistemi Editoriali e un master in Didattica della Shoah, ma soprattutto una passione sfrenata per la scrittura. Adoro i romanzi rosa (ma non sono romantica...
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