Tema: invenzioni che ci hanno cambiato la vita (quelle che ci fanno dire “vorrei sapere chi ha avuto l’idea per stringergli la mano”). In ordine sparso: la borsa dell’acqua calda; la salsa barbecue; il piegaciglia; la coperta con le maniche; Netflix; il cappellino col ventilatore incorporato; lo spremi dentifricio da appendere… potremmo andare avanti all’infinito e le idee sarebbero tantissime, diverse per ciascuna di noi. C’è però un oggetto che mette d’accordo tutti, parlando di invenzioni geniali: le scale mobili.

Quante volte abbiamo ringraziato mentalmente la loro esistenza? Magari quando siamo alla stazione e ci trasciniamo dietro un valigione da venti chili (perché a noi piace viaggiare leggero, sempre). Oppure al centro commerciale, quando abbiamo marciato su e giù per tutto il pomeriggio in cerca di quella gonna in particolare e ormai non ci sentiamo più i piedi. In questi casi, c’è poco da fare: le scale mobili sono un’autentica salvezza.

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Certo, spesso sono fonte di frustrazione: pensate a quando avete fretta (magari dovete correre per non perdere la metro) e le scale mobili sono lì, completamente intasate, perché le persone, invece di incolonnarsi su un solo lato, si parcheggiano in ordine sparso e impediscono la tua corsa forsennata. In quel momento non solo ci arrabbiamo, ma potremmo addirittura fare la scelta sacrilega di prendere le scale normali pur di fare prima. Sembra incredibile tradire le scale mobili, ma a volte capita.

Comunque, immaginate la scena per voi più comune. Che si tratti di stazione ferroviaria, centro commerciale o fermata della metro poco importa. Siete stanche, vi appoggiate distrattamente al corrimano e… la mano resta indietro. La scala mobile va avanti a una certa velocità, il corrimano a un’altra (e sempre più bassa). Ogni. Maledetta. Volta. Ma perché mai? Possibile che un’invenzione così geniale, così miracolosa, così perfetta come le scale mobili abbia un difetto di questa portata? Le scale mobili sono un inno al riposo, alla pigrizia, al fermarsi un momento… ma come: io mi appoggio per stare più comoda, e subito devo spostarmi per non rischiare una caduta? Ingiustizia!

Fonte: Web

In realtà c’è una spiegazione ben precisa a questo mistero, questo interrogativo esistenziale che ci attanaglia dalla notte dei tempi. Non si tratta di una svista o di un’imperfezione: è semplicemente – purtroppo – un difetto inevitabile. Ragazze, se non sono perfette neanche le scale mobili allora non c’è speranza per nessuna.

Il segreto sta tutto nei materiali. Il corrimano giustamente non può essere né in metallo (sarebbe scomodo e freddo per appoggiarcisi), né comunque di un materiale troppo liscio e scivoloso: la mano deve far presa, è ovvio. E infatti, se ci pensate, quella specie di gomma nera “frena” la mano, fa attrito.

Fonte: Web

Il problema è proprio questo. Nel punto in cui la striscia di gomma gira attorno alla sua bobina, nascosta da qualche parte nella struttura delle scale mobili, il materiale fa attrito e rallenta la salita del corrimano. È un processo lento ma graduale (e peggiora col tempo). In effetti, dalla lentezza del corrimano potete capire quanto sono vecchie le scale. Per ovviare all’inconveniente queste strisce sono prodotte in una misura leggermente più grande (2%), così la vita del corrimano si allunga. Ma prima o poi il problema si presenterà comunque, è solo questione di tempo. Ahimé, purtroppo è così!

Vi starete chiedendo: e per le scale stesse non è la stessa cosa? Non fanno attrito anche loro? In realtà no, ed è ancora una questione di materiali: essendo i gradini di metallo, si incastrano fra loro in un ingranaggio perfetto ed è molto meno probabile che rallentino. La velocità dei gradini, almeno virtualmente, rimane sempre la stessa.

Che dite, ci avevate mai pensato? Scommettiamo che d’ora in poi farete la prova della mano per capire se la scala mobile è nuova o ha bisogno di una sistemata!

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