La pratica delle neonate sepolte vive, soffocate o annegate
Una pratica barbara e scioccante: neonate sepolte vive, affogate o soffocate, solo perché nate "femmine". Accade, ancora oggi, in alcuni villaggi rurali dell'India.
Una pratica barbara e scioccante: neonate sepolte vive, affogate o soffocate, solo perché nate "femmine". Accade, ancora oggi, in alcuni villaggi rurali dell'India.
Se pensavamo, ragionevolmente, che i matrimoni fra uomini adulti e bambine neppure adolescenti fossero una pratica barbara ancora fortemente radicata in società culturalmente arcaiche e rimaste saldamente ancorati a retaggi del tutto privi di etica e rispetto dei diritti civili più elementari, quello che vi raccontiamo oggi rasenta invece livelli di disumanità e di orrore difficilmente immaginabili.
Vittime, anche questa volta, nemmeno a dirlo, le bambine, “colpevoli”, solo, di essere nate con il “sesso sbagliato”, di non essere maschi, insomma. Maschi pronti a diventare uomini, evidentemente indispensabili nella società indiana, al contrario delle donne, perlomeno in alcune delle zone rurali più povere, dove sopravvive ancora la terribile e barbara “tradizione” di uccidere le figlie femmine, per lo più quando sono appena in fasce, e nei modi più cruenti e spietati possibili.
Questo tema è stato recentemente oggetto di un’approfondimento realizzato da The Post International. I feti di sesso femminile vengono macabramente chiamati “le destinate alla fossa“, proprio perché le famiglie se ne sbarazzano alla nascita. Inutile dire che questo dipenda esclusivamente dalla concezione di inferiorità in cui è ancora legata la figura femminile in quelle zone del paese asiatico, e che le uccisioni non riguardino solo le neonate: per le ragazze che riescono ad arrivare all’età adulta, e sono quindi destinate al matrimonio (ricordiamo che in India si può andare in sposa anche a 10 anni), esiste invece la cosiddetta “morte per dote“. Cosa significa? Quando una giovane donna viene data in moglie, deve portare con sé una dote in denaro e altri beni. Se per i suoceri la dote non è sufficiente, possono chiedere ai genitori della sposa altri soldi o beni, ma se questi ultimi non hanno più nulla da offrire allora i suoceri possono riservarsi la libertà di uccidere la nuora bruciandola viva, e la cosa viene archiviata praticamente sempre come “incidente domestico”. Sono quindi prettamente economiche le motivazioni che spingono le famiglie a volere un figlio maschio, considerando che proprio in occasione del matrimonio sarà la famiglia dello sposo a incassare la dote, e non dovranno pertanto essere i genitori del maschio a pagare. Un’ altra pratica brutale coinvolge invece le vedove, che vengono rasate a zero dopo la morte del marito così da poter essere sempre riconosciute come “donne sole”. Se in alcuni paesi le donne sono costrette a prostituirsi anche solo per riuscire a comprarsi gli assorbenti per quando hanno il ciclo, in queste zone dell’India esse vengono considerate solo come “cose” di cui sbarazzarsi il prima possibile.
Questa terribile realtà è piuttosto diffusa in alcune zone rurali dell’India, dove le tradizioni si tramandano da secoli: a causa loro, le neonate vengono uccise quando le coppie scoprono di aspettare una figlia femmina e non un maschio. Le famiglie cercano di disfarsi il prima possibile dei feti di sesso femminile ricorrendo all’aborto selettivo, oppure le danno alla luce per poi seppellirle ancora vive. Si tratta del metodo più veloce ed è una feroce pratica estremamente diffusa nello stato meridionale indiano di Tamil Nadu. A volte le neonate però vengono anche affogate o soffocate, oppure c’è chi ricorre ad altri metodi brutali: molte bambine vengono avvelenate, o costrette a mangiare del sale che causa loro la morte.
Esistono anche metodi che possono essere certificati dai medici come decessi naturali, quali premere addosso delle coperte bagnate per indurre la polmonite, o ucciderle dando loro da bere dell’alcol, al fine di causare diarrea. Le madri che decidono di tenere con sé le proprie figlie vengono picchiate o abbandonate dai loro mariti, che fuggono così dall’onere finanziario di concedere una dote alla propria figlia. Negli ultimi decenni, il governo indiano ha tentato di sollecitare le donne a “salvare le proprie bambine”, cercando di porre fine a decenni di abusi drammatici, ma, nonostante i tentativi di cambiare percezione e orientamento nel tessuto sociale indiano, molte famiglie si rifiutano ancora di tenere con sé le figlie femmine, considerate solo un onere finanziario proprio a causa della dote matrimoniale. Gli stati in cui questa pratica resta estremamente diffusa sono il Punjab, Haryana, Chandigarh e Delhi. A incorrere nel rischio di essere uccise non sono solo le primogenite, ma tutte le figlie femmine della famiglia, proprio in virtù delle conseguenze economiche che una donna da maritare ha sui genitori, in relazione alla dote da presentare. Il fatto che l’India abbia vietato, negli ultimi anni, lo screening prenatale in grado di far conoscere il sesso del bambino, punendolo addirittura con cinque anni di carcere, ha aumentato considerevolmente il timore nei futuri genitori di mettere al mondo una figlia.
Molte coppie si rifiutano di avere figlie -spiega un’attivista di un’organizzazione locale- perché devono preoccuparsi della loro sicurezza e devono mettere da parte una dote consistente per far sì che vengano presa in moglie da qualche uomo.
Uno degli ultimi casi, per fortuna risoltosi positivamente, ha riguardato una bambina, ritrovata, lo scorso 29 marzo, sepolta viva, nel villaggio di Shyamsundarpur, nella città indiana di Jaipur, nello stato del Rajasthan.
La neonata, secondo quando riportato da un quotidiano locale, è stata rinvenuta in un campo incolto nei pressi del villaggio. Una volta soccorsa e presa in braccio da una studentessa incuriosita da qualcosa che aveva notato nel terreno, le sue condizioni di salute sono apparse subito stabili. La ragazza, avvicinandosi al punto in cui aveva visto qualcosa di “strano”, ha scoperto che si trattava di due piedini che si agitavano, ed è corsa ad allertare gli abitanti del villaggio, accorsi in massa sul luogo della sepoltura. Una volta estratta dal terreno, la neonata è stata consegnata ai volontari del Centro di salute della comunità di Dharmasala, per essere successivamente trasportata nell’ospedale governativo della città.
Secondo i medici, la bambina era nata da almeno quattro o cinque ore.
Tutti i suoi parametri vitali risultano normali -ha precisato Fanindra Kumar Kumar Panigrahi, capo funzionario medico distrettuale- È una bambina sana, con un peso di 2,5 chilogrammi. Il personale dell’ospedale le ha dato un nome, Dharitri, che in sanscrito significa terra.
Sul caso è stata aperta un’inchiesta:
Stiamo cercando di risalire ai genitori della bambina -dice un portavoce della polizia locale- probabilmente è un caso di feticidio femminile. Era chiaro che seppellendola così, i genitori volevano sbarazzarsi di lei.
Per un episodio andato a buon fine, però, ce ne sono molti altri che, purtroppo, finiscono in tragedia.
I dati che arrivano dalle ricerche condotte dall’attivista indiana Rita Banerji, fondatrice della campagna di sensibilizzazione Fifty Milion Missing (50 milioni che mancano all’appello), parlano di circa 50 milioni di bambine sterminate per il fatto di essere nate femmine, nello spazio di tre generazioni. È un numero pari all’intera popolazione di Svezia, Austria, Belgio, Portogallo e Svizzera.
Banerji, non a torto, ha parlato di un vero e proprio genocidio, la cui arma principale è l’aborto selettivo. Ma l’eliminazione selettiva di feti di sesso femminile non solo provoca uno squilibrio a livello demografico, contribuisce irrimediabilmente anche ad aumentare il tasso di mortalità per le bambine della fascia d’età 0-5 anni. Molte di loro però sfuggono alle statistiche perché in ospedale nemmeno arrivano, e soprattutto perché nessuno indaga sulla loro scomparsa.
La strage silenziosa delle bambine in India, ha sottolineato la ricercatrice, affonda le sue radici in una organizzazione sociale di stampo patriarcale, che priva le donne di ogni diritto e che lega il destino di queste ultime esclusivamente al possesso della dote, che rappresenta ancora oggi la forma più facile di acquisizione del reddito per intere famiglie. Per questo tutti vogliono un figlio maschio, per assicurarsi una rendita a vita proprio grazie alla nuora. E se la dote non c’è, non è un problema far sparire anche la ragazza.
Non ci sono parole.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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