"Vi racconto la mia vita con un solo seno"
Dopo un cancro e una mastectomia, Beth spiega cosa significhi vivere con un solo seno. Per far capire alle donne di essere molto più forti di quanto pensino
Dopo un cancro e una mastectomia, Beth spiega cosa significhi vivere con un solo seno. Per far capire alle donne di essere molto più forti di quanto pensino
Sono sempre più numerose le donne che, in seguito a un tumore al seno, devono affrontare la mastectomia, ovvero la rimozione di una (o di entrambe) le mammelle attaccate dal tumore.
Spesso, archiviato il dolore fisico per il male, per il percorso terapico attraversato, nelle donne che si ritrovano senza il proprio seno rimane quello, altrettanto importante, psicologico. Perché l’assenza dei seni le fa sentire meno femminili, incomplete, angosciate dalla sensazione di essere “meno donne”.
Certo, dopo l’intervento il seno si può ricostruire, eppure ci sono casi particolari in cui questo non è possibile, almeno nell’immediato; perciò, in situazioni del genere ogni donna si trova di fronte a due possibili scelte: o abbandonarsi allo sconforto, o reagire, e comprendere che la vita deve andare avanti ed essere vissuta, seno o non seno.
Questa è l’opzione che ha scelto Beth Brown, che ad appena 25 anni ha già passato, e superato, una chemioterapia e una mastectomia. Lei ha raccontato la sua storia a Cosmopolitan, per far capire a chi si trova nella sua stessa situazione di non lasciarsi abbattere dalle circostanze, e di smetterla di vedere tutto nero.
Beth aveva solo 22 quando quello che lei riteneva essere un semplice “indurimento del seno” si è trasformato nella diagnosi peggiore: tumore.
Era l’estate del 2013; mi sarei sposata a ottobre, e mio marito e io avevamo tante altre cose in mente, che ho aspettato novembre per andare dal dottore. Anche allora ho pensato che sarei tornata subito a casa e che tutto sarebbe andato bene. Quindi, quando mi è stato detto che molto probabilmente avevo un cancro, sono rimasto scioccata.
Beth, naturalmente, ha cominciato a chiedersi perché fosse capitato proprio a lei, che non aveva una storia di malattie familiari, non beveva e non fumava. Ma il destino, che già così sembrava spaventoso, aveva in serbo un’ulteriore, amara sorpresa per la ragazza.
Il giorno dopo la diagnosi ho scoperto di essere incinta. Avevamo già una figlia che aveva 18 mesi all’epoca, ma stavamo cercando di avere un altro bambino. Quindi quando ho capito che avrei dovuto far terminare la gravidanza perché avevo bisogno di iniziare la chemioterapia, mi sono sentita ancora più devastata. Quando siamo andati in clinica, mi ricordo che mi sono seduta, pensando che tutti gli altri in sala probabilmente volevano solo che arrivasse la loro fine, in un modo o nell’altro, ma io non volevo la mia. Sembrava ancora più di una punizione.
Beth, inoltre, fin dall’inizio era cosciente del fatto che nel suo caso la sola chemioterapia non si sarebbe rivelata sufficiente, ma avrebbe dovuto affrontare anche una mastectomia. Date le dimensione della massa tumorale, però, l’intervento di asportazione del seno è avvenuto solo nel 2014, dopo che la chemio era intervenuta riducendola.
Quando stavo per essere operata pensavo solo a quanto volessi non vedere più quel seno. Era stata la parte di me che aveva portato a quel disastro, e io volevo solo che se ne andasse.
Quando mi sono vista dopo la mastectomia per la prima volta, è stato molto strano. Ero bendata, quindi ci sono voluti dei giorni, ma quando ho visto il mio nuovo corpo per la prima volta, mi è sembrato strano vedere un divario così importante. Era emozionante, penso perché le donne hanno un attaccamento ai loro seni e verso il sentirsi femminili, ed è stato difficile capire che mi era stato tolto improvvisamente.
Beth, però, decide di condividere la foto del suo seno dopo l’intervento su Facebook, in parte, racconta, perché voleva far vedere di essere coraggiosa, ma da un lato anche per aumentare, nelle altre persone, la consapevolezza di ciò che alcune donne passano.
Ancora adesso Beth non ha affrontato la ricostruzione del seno, perché i medici le hanno spiegato che nel suo caso c’era il serio rischio di essere aggredita di nuovo dal cancro e di dover affrontare la radioterapia. Lei, però, non vede l’ora di “tornare ad avere due tette”.
Nel frattempo, mentre è stata messa in lista d’attesa per sottoporsi all’operazione, indossa una protesi e, anche se il più delle volte deve indossare il reggiseno speciale da mastectomia, dotati di una tasca interna per tenere la protesi in posizione (cosa che si è rivelata piuttosto difficile, ammette) recentemente ha anche trovato un bel reggiseno da Victoria’s Secret, che ha sfoggiato in un post su Instagram!
Dopo aver combattuto contro la malattia, purtroppo lo scorso anno le è stato diagnosticato un nuovo cancro, stavolta alle ossa del bacino, che Beth ha provato a tenere sotto controllo con i farmaci, fino a quando non ha scoperto che le cure le causavano problemi al cuore.
Adesso sto facendo una terapia nuova – dice – e, anche se il mio cancro non è curabile, ho ancora molte opzioni di trattamento e sono in grado di vivere una vita relativamente normale e sana. L’unico modo che ho per farlo è pensare giorno per giorno, senza preoccuparmi del futuro o di cosa sarà nel lungo termine. Se iniziassi a pensarla così, potrei avere un esaurimento nervoso.
Ho incontrato molte donne che mi hanno detto che non sarebbero in grado di affrontare quel che ho passato io. Ma la verità è che lo sarebbero, io lo so. Messe alla prova, le donne sanno tirare fuori una forza che neppure sanno di avere, ed è la cosa che sicuramente ammiro di più in noi.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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