Se hai più di 40 anni (ma anche più di 30: poi vedremo perché) e ti capita di sentirti sola, abbiamo una notizia per te. Butta via quel barattolo di gelato! E concediti qualche minuto per prendere atto della tua assoluta normalità.

Sì, d’accordo, lo sappiamo: “normale” è un concetto astratto, banale e in molti casi dannoso. Vogliamo solo dirti che se a volte ti senti un po’ sola; se rispetto a una volta ti sembra di fare una vita meno brillante; se passi sempre meno tempo con gli amici e sempre di più con la persona che vedi riflessa allo specchio… ecco, due cose vogliamo dirti.

  1. Sei in buona compagnia.
  2. Essere più soli dopo i 40 anni è fisiologico.

Due notizie niente male da cui partire, no? E va bene, di essere normali non ci importa nulla, ma il vecchio adagio “mal comune mezzo gaudio” – per quanto il concetto sia sbagliato – un innegabile fondo di verità ce l’ha sempre. O meglio, per citare “P.S. I love you”: se siamo tutti soli, allora siamo tutti insieme.

Più invecchiamo, più tempo passiamo con noi stessi: lo dice una ricerca condotta dallo scienziato Henrik Lindberg citata in un articolo del Corriere. Con il volgere degli anni trascorriamo sempre meno tempo con gli amici e la famiglia, mentre le ore di solitudine aumentano. Succede quasi a tutti.

Fonte: web

Il primo giro di boa si ha in realtà molto presto, poco dopo i 30 anni. È il momento in cui si inizia a stare di meno con gli amici. E se ci pensiamo è normale: per molti, gli anni successivi ai 30 sono quelli in cui si hanno dei figli. Inevitabile, perciò, che questo assorba tutto il nostro tempo. Le uscite con gli amici, le serate in compagnia, si diradano un po’. Riuscire a incastrare tutto – lavoro, partner, figli, genitori – diventa difficile e le prime relazioni a cui si toglie tempo sono quasi sempre le amicizie.

Chiaro: ciò non vuol dire che i rapporti debbano raffreddarsi. Diminuisce semplicemente il tempo trascorso insieme, la sua quantità, la somma delle ore.  E succede ovviamente anche a chi non ha figli; di base cambiano i ritmi, dopo i 30, e cambia il modo in cui si vivono le giornate.

Ma la questione muta ancora a 40 anni. Qui, generalmente, la routine delle persone si trasforma di nuovo. Si comincia a passare più tempo da soli, anche senza la motivazione – pratica e affettiva – di un figlio molto piccolo. Perché, cosa succede? Non è chiaro. Forse si è ormai persa nella prima giovinezza quell’abitudine a stare sempre con gli amici, 24 ore su 24. Forse si preferisce dedicare il proprio tempo al partner (chi ce l’ha), alla famiglia. Forse si lavora di più.

Forse, semplicemente, si è innestata una nuova routine in cui non c’è più bisogno di stare sempre insieme per volersi bene. Si impara ad apprezzare il tempo di qualità trascorso con se stessi.

Fra le ricerche citate dall’articolo c’è un sondaggio dell’Università della California. Delle persone intervistate, specie quelle più anziane, il 43% si è definito “solo”. E le persone isolate, chiarisce lo studio, corrono maggiori rischi di ammalarsi prima del tempo. Ma attenzione: questa ricerca porta alla luce anche un altro dato, ancora più importante. Le persone che si sono definite sole non conducono vite solitarie. Non sempre, almeno. Spesso hanno vite sociali anche brillanti.

E qui veniamo al vero nocciolo del discorso. Non conta la quantità, ma la qualità del tempo passato con gli altri. Ecco un’altra indagine che ci piace di più: la psicologa Linda Carstensen ha scoperto che i più anziani, in relazione ai rapporti umani, sono più felici e meno in ansia dei giovani. Meno stressati. Più sereni. Anche se spesso sono un po’ più soli.

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Questo cosa significa? Una cosa molto bella, molto semplice e molto saggia. E cioè che spogliarsi dei rapporti superflui ci fa bene. Più invecchiamo, più ci rendiamo conto di quali relazioni ci rendano felici e quali no. C’è tutto un contorno di “amicizie” e conoscenze che forse, a ben guardare, non rende la nostra vita migliore. Magari ci riempie un po’ le giornate, quel contorno; ma piano piano si assottiglia, svanisce, lasciando spazio a ciò che conta davvero. Come le persone veramente care, ma anche come il piacere di starcene un po’ da sole.

Così non sentiremo l’urgenza di averle sempre attorno, queste poche persone così importanti: sia perché abbiamo imparato ad apprezzare la solitudine, sia perché ormai sappiamo che non serve vedersi o sentirsi tutti i giorni per volersi bene. Magari basta una telefonata l’anno, ma quella telefonata è veramente preziosa per l’animo.

Dopo i 40 anni è fisiologico passare più tempo da sole, ma questo non deve farci sentire sole. Niente di più sbagliato. Forse siamo solo più selettive. E questo ci piace molto.

 

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