Patricia Arquette: "Vorrò fare sesso anche a 80 anni e anche allora sarò bella"
Patricia Arquette si racconta, da quella volta in cui rifiutò di mettere l'apparecchio ai denti a quello che vede nel suo futuro. Dove non smetterà di sentirsi bella.
Patricia Arquette si racconta, da quella volta in cui rifiutò di mettere l'apparecchio ai denti a quello che vede nel suo futuro. Dove non smetterà di sentirsi bella.
L’arte che le scorre naturalmente nelle vene, merito di una famiglia tutta di attori e scrittori, e le idee chiare fin da bambina su ciò che volesse essere. Non nel senso di sapere quale professione fare da grande, ma proprio nell’avere già perfettamente chiaro, in testa, che tipo di persona avrebbe voluto diventare, quali compromessi avrebbe potuto accettare e a quali imposizioni invece non si sarebbe mai piegata.
Patricia Arquette ha un cognome importante, lo dicevamo: nonno Cliff era un famoso comico, papà Lewis un attore, la madre Brenda un’artista e scrittrice che fu molto violenta con i figli, i fratelli Richmond e David sono attori, come pure le sorelle Rosanna e Alexis (Robert, prima della transizione da uomo a donna). Lei, cresciuta prima in una comunità hippie della Virginia e poi in California, ha avuto la forza per crescere un figlio, Enzo, da sola, appena ventenne, dopo la separazione dal compagno Paul Rossi, ma soprattutto per difendere sempre la propria identità, anche fisica, persino quando il dorato mondo del cinema e della televisione, in cui la perfezione estetica è tutto, volevano imporle di cambiare. A cominciare dai denti…
A a inizio carriera i genitori le suggerirono di mettersi l’apparecchio, ma lei rispose che, lasciando i suoi denti così com’erano, avrebbe potuto interpretare ruoli più realistici. Nata in quella che lei stessa definisce “una famiglia progressista”, ricorda quella volta in cui uno dei suoi fratelli la prendeva in giro.
Tua sorella non lo sa ancora, però un giorno sarà bellissima – gli aveva risposto suo padre, racconta Patricia a Vanity Fair – Ma non sarà solo quello: sarà anche buffa, incazzata, intelligente, ed è importante che nessuno le impedisca di esprimere la sua personalità.
E lei deve avere memorizzato perfettamente quel consiglio, tanto da aver rifiutato persino di obbedire alla richiesta del produttore di Medium, serie tv di cui è stata protagonista per 7 anni, che le aveva chiesto di perdere peso dopo la seconda gravidanza, da cui è nata la dodicenne Harlow.
Per rimarcare ulteriormente la sua personale battaglia contro gli stereotipi fisici imposti alle donne dal mondo dello spettacolo, Patricia ha accettato di diventare testimonial per Marina Rinaldi, uno dei più famosi brand della moda per donne che una volta si definivano plus size. Proprio per testimoniare che anche una donna con più carne possa, anzi abbia l’assoluto diritto di essere bellissima e di trovare abiti adeguati alla propria fisicità.
Non si capisce perché le donne che hanno una taglia diversa debbano comprare cose da uomo, o di bassa qualità: non trovare abiti che ti fanno sentire bella provoca un senso di inferiorità, ti fa andare a un colloquio di lavoro senza la sicurezza che viene dal sentirti a tuo agio in quello che indossi. Nel cinema c’è la stessa spinta verso una bellezza poco realistica, verso storie che non c’entrano con la realtà.
Oltre a questo, c’è il fatto che a Hollywood sembra che alle donne non sia “consentito” invecchiare:
A Hollywood non è consentito diventare vecchi. O meglio, lo possono fare solo i maschi: infatti la moglie di uno come Clint Eastwood nei film non ha mai la sua età, ma è sempre più giovane almeno di 30 anni. Io invece ho bisogno che mi si dia la possibilità di invecchiare in santa pace.
Patricia vive con una serenità estrema la propria “crescita”, così come ha sempre convissuto perfettamente a proprio agio con il suo corpo.
Mi sento a mio agio nel mio corpo. Anche ai tempi di Una vita al massimo, più di vent’anni fa, non pensavo di essere bella quanto le attrici considerate tali. Non ho niente contro la bellezza: essere donne oggetto in certe circostanze è stupendo, è quello che voglio quando sono con il mio partner. Lo vorrò anche a 80 anni, e sono certa che anche allora qualcuno mi troverà bella, come è sempre successo in qualsiasi fase si trovasse il mio corpo. Mi sono sempre sentita sexy ed erotica: il trucco è star bene con se stesse, e trovare il partner giusto.
Come il nuovo compagno, il pittore Eric White, ad esempio, conosciuto per caso quando il fratello l’ha convinta ad andare a una sua mostra, e con cui l’attrice si frequenta da circa un anno e mezzo.
La carriera di Patricia Arquette è costellata anche di riconoscimenti prestigiosi, fra cui spunta, ovviamente, l’Oscar come migliore attrice non protagonista per Boyhood, ricevuto nel 2015. Proprio il personaggio interpretato in quel film, dice l’attrice, è il genere di personaggi di cui il cinema parla poco e poco volentieri.
La madre che ho interpretato in Boyhood nella realtà la conosciamo tutti: è quella che fa fatica a tirare avanti, la cui vita non è patinata, ed è per questo che al cinema non si vede quasi mai. Eppure, quando un regista come Richard Linklater ha il coraggio di metterla in scena, il pubblico risponde.
In quell’occasione, Patricia, salendo sul palco per ritirare l’ambita statuetta, ha tenuto un discorso che ha commosso tutta la platea, rimarcando l’importanza della parità di retribuzione tra donne e uomini.
Dopo la dedica per l’Oscar ricevuto a
… tutte le donne che hanno partorito, a tutte le cittadine di questa nazione.
La Arquette ha iniziato il suo discorso a favore della parità di genere, applauditissima dalle colleghe in sala, in particolare da Meryl Streep e Jennifer Lopez.
Abbiamo combattuto per i diritti di tutti gli altri, è ora di ottenere la parità di retribuzione una volta per tutte, e la parità di diritti per tutte le donne negli Stati Uniti.
È incredibile, ma adesso è il nostro tempo. È l’ora delle donne. Uguali significa essere uguali. Ma la verità è che più le donne invecchiano, meno soldi guadagnano.
Le sue battaglie al fianco delle donne, affinché guadagnino quanto i colleghi maschi e abbiano la libertà di non sentirsi legate a falsi stereotipi estetici per sentirsi belle continueranno, ne siamo certe, per altri 49 anni… e oltre. Perché Patricia, la “ribelle” che non ha voluto mettere l’apparecchio e perdere peso, è diventata esattamente ciò che papà Lewis aveva previsto: bella, buffa, incazzata e intelligente, ma soprattutto pronta a tutto per mantenere la sua personalità.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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