"Compra una borsa e vinci uno stage in Carpisa": si scatena la polemica

Il concorso choc lanciato da Carpisa scatena la bufera fuori e dentro i social. Vinci un mese di stage se acquisti una borsa. Fra chi inneggia allo sfruttamento e chi la prende ironicamente, i commenti non si sono fatti attendere.

Va bene che in tempi di magra in cui, purtroppo, le fila dei disoccupati si ingrossano ogni giorno di più, i giovani sono disposti ad accettare lavori di ogni tipo, ma certo se le intenzioni di Carpisa erano di farsi una pubblicità positiva offrendo quella che ai vertici aziendali dev’essere sembrata una buona opportunità lavorativa, diciamo che il tentativo è miseramente fallito.

I ragazzi sono abituati a contratti a progetto, all’essere perennemente pro-tempore, a stage e persino a tirocini sottopagati; tutto purché si lavori, è il motto di moltissimi neo-laureati e non che, in assenza di altre possibilità, accettano condizioni lavorative spesso a dir poco discutibili. Ma di certo nessuno, almeno fino a pochi giorni fa, ha mai sentito di dover “pagare” per poter vincere un periodo di stage! Peggio di dover acquistare una… borsa.

Ma questo è esattamente quello che ha fatto Carpisa. Cerchiamo di fare ordine.

Fonte: web

L’azienda fondata nel 2001, leader nel settore valigeria e borse a livello nazionale, ha deciso di offrire uno stage, della durata di un mese, nell’ufficio marketing della sede di Nola all’under 30 che avrebbe elaborato il miglior piano di comunicazione sulla nuova linea di borse Capsule Collection Carpisa, firmata da Penelope e Monica Cruz, della collezione Spring/Summer 2018. Fin qui nulla di strano, anche se in effetti potrebbe sembrare una sorta di “sfruttamento legalizzato” il fatto di dover lavorare a un progetto per cui solitamente i professionisti vengono pagati profumatamente. Ma, anche volendo sorvolare su questo aspetto e concentrandosi sul fatto che per i giovani interessati questa sarebbe potuta essere un’ottima opportunità per mettersi in mostra davanti a uno dei più importanti brand italiani, la cosa sconcertante è proprio che uno dei requisiti richiesti per partecipare al concorso fosse l’acquisto di una delle borse della collezione autunno – inverno 2017/2018.

In buona sostanza, si tratta di pagare per poter lavorare, o almeno per avere la speranza di poter essere il vincitore del concorso. Altrimenti, per la serie oltre al danno la beffa, rimani solo con la tua bella borsa.

La proposta- choc di Carpisa ha immediatamente scatenato le reazioni sia fuori che dentro i social. I sindacati della Filcams Cgil, ad esempio, hanno sostenuto indignati che si tratti di “un concorso svilente e irrispettoso per i tanti giovani che studiano, si impegnano e aspirano ad un lavoro nel settore del marketing e della comunicazione”.

Ma, naturalmente, le risposte migliori al concorso sono arrivate dai social network, dove in brevissimo tempo l’hashtag #Carpisa ha letteralmente invaso Twitter, fra quanti ironicamente si domandavano perché avessero perso tempo a laurearsi quando potevano semplicemente acquistare una borsa, e chi critica il comportamento dell’azienda.

A quanto pare, per placare gli animi infuocati e le battute sardoniche del Web a poco sono servite le tempestive scuse dell’azienda, che in una nota ha fatto sapere che

… si scusa per la superficialità con la quale è stato affrontato un tema così delicato come quello del lavoro, in completa antitesi con una realtà imprenditoriale fatta invece di occupazione ed opportunità offerte in particolare al mondo giovanile.

Tuttavia, per dimostrare la bontà del suo operato, Carpisa ricorda anche che negli ultimi 3 anni sono stati assunti 50 giovani, entrati in azienda proprio come stagisti.

Carpisa – prosegue la nota -, che oggi conta oltre 700 dipendenti e 400 negozi solo in Italia, garantisce che l’impegno in favore dei giovani sarà ancora più forte, al di là di qualunque interpretazione del messaggio dato. Già oggi i collaboratori con meno di 29 anni rappresentano oltre il 40% del totale dell’azienda.

Insomma, è stata una poco oculata scelta di marketing. O forse no?

Già perché, nonostante le polemiche, il concorso va avanti eccome e termina, come previsto da regolamento, proprio il 6 settembre 2017. Il vincitore si aggiudicherà un contratto di stage della durata di 1 mese (dal 6 novembre al 5 dicembre) all’interno della sede all’interporto di Nola con una retribuzione/rimborso spese pari a 500 euro… più la borsa, naturalmente.

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