Incontro con Carlo Cracco. Bellissimo, ma meglio lo scalogno
Un'inviata di Roba da Donne ha provato ad intervistare Carlo Cracco. Sicuramente bellissimo, racconta, ma forse lo scalogno è meglio. Ecco un Cracco inedito ma non troppo.
Un'inviata di Roba da Donne ha provato ad intervistare Carlo Cracco. Sicuramente bellissimo, racconta, ma forse lo scalogno è meglio. Ecco un Cracco inedito ma non troppo.
Molte donne mi reputeranno fortunatissima per aver incontrato, in un attimo siamo stati anche a 10 centimetri di distanza, Carlo Cracco. In realtà io così fortunata non mi sento. Avrei preferito un incontro a due con un bel pezzo di scalogno, magari finemente tritato a fare da base a un buon risotto alla milanese.
In televisione lo vediamo con lo sguardo arcigno, cattivo, con quell’ironia che potrebbe uccidere con una parola ogni concorrente. Sicuramente in molte, io compresa, abbiamo pensato fosse un ruolo, un modo di fare “televisivo”. Del resto non dimentichiamo che lui quando andava scuola, in cucina aveva quattro. E già, quando ho scoperto questo aneddoto, mi sono chiesta come uno che avesse quattro in cucina possa oggi essere considerato il miglior chef del paese e uno tra i migliori al mondo. Mi spiego: se veniste a sapere che il commercialista aveva 4 in ragioneria gli affidereste la vostra contabilità? Io non credo.
In ogni caso, mio dovere era incontrarlo e intervistarlo. Cosa che non è stata.
E’ arrivato in ritardo e, se anche dopo l’intervista con le due televisioni aretine, aveva almeno ancora 15 minuti di tempo da dedicare agli altri giornalisti presenti, ha pensato che non gli andava. Ha preferito fare foto, firmare autografi (e vedere una giornalista che si fa fare l’autografo e sbava è triste credetemi) e leggere il giornale. Magari per vedere se dicevano di lui e cosa.
Non nego che in fondo in fondo la cosa non mi sia dispiaciuta. La spocchia con cui si è presentato (non ha stretto la mano a nessuno, nessuna presentazione) non mi aveva molto incoraggiata. Anzi.
Le domande che avevo in serbo erano, per altro, lontane anni luce dal mondo legato al suo libro, per altro uno dei tanti ricettari in commercio, che ha come peculiarità qualche consiglio sotto il titolo “scuola di cucina”.
Non avrei fatto la simpatica portare a casa una bella intervista copia di mille altre.
Tra le domande a cui non avremo, per ora, risposte ci sono anche le seguenti:
– in cucina meglio l’uomo chef o la donna chef?
– non era imbarazzante la foto di copertina con una donna avvinghiata e un pesce in mano?
– uno chef che si definisce tale dovrebbe cucinare. Lei tra la promozione del libro e la trasmissione MasterChef quanto riesce ancora a dedicarsi alla sua cucina?
Dite che avremo mai una risposta?
Cosa ne pensi?