Perché non vogliamo più le influencer (e cosa rivogliamo!)
L'esercito delle influencer è sempre più nutrito e agguerrito, ma siamo sicure di voler continuare a credere a esistenze scintillanti, sponsorizzate e innaturalmente fotogeniche?
L'esercito delle influencer è sempre più nutrito e agguerrito, ma siamo sicure di voler continuare a credere a esistenze scintillanti, sponsorizzate e innaturalmente fotogeniche?
C’è l’esperta di make-up. L’esperta di healthy food. C’è anche quella che è passata dal trangugiare cioccolatini sul divano ad essere una pantera da palestra che sopravvive con pasti preparati scrupolosamente la domenica sera e divisi in ordinatissime bento box. E ovviamente c’è anche l’esperta di moda, ma in questo caso è necessario distinguere: c’è quella della moda Haute Couture e quella più street, quella che si veste abbinata alla figlia e quella che io indosso solo marchi alternativi scovati nel mio ultimo viaggio a Singapore, in cui ovviamente mi sono fatta scattare mille foto dentro quella famosa infinity pool in cui si instagrammano tutti. Ormai c’è una influencer per tutto, ma la buona notizia è che – forse – siamo giunti ad un limite. Se anche voi, come molti, non ne potete più, sappiate che la diga sta per cedere. Esondano influencer ma si stanno anche autoeliminando a suon di filtri.
Era partito ingenuamente, con il candore che contraddistingueva i social media dei primi tempi. Erano due o tre, sempre le stesse, che dispensavano consigli genuini. Si facevano fotografare dal fidanzato sul marciapiede sotto casa, indossando un paio di pantaloni a sigaretta di Zara e una camicia a fiorellini di H&M, spesa totale trentanove euro. Cucinavano la loro prima Angel Cake, consigliandoti il numero esatto di uova da usare. Ti svelavano il trucco del tea tree oil per combattere i brufoli o ti insegnavano a leggere l’inci dei cosmetici. Eppure il male stava già germogliando in quelle innocenti foto. Sono state le sponsorizzazioni a rovinarle? Anche, ma tutto è cambiato con i filtri. I maledetti filtri.
Sebbene ci sia lo zampino anche delle varie tisane dimagranti o dei maglioncini con scritto il giorno della settimana sopra, i veri colpevoli sono stati loro, i filtri, insieme ovviamente alle app per editare le foto. Sono stati loro a creare un mondo vacuo e impalpabile, fatto di mari sempre più limpidi, occhi sempre più splendenti, colli sempre più lunghi, vitini da vespa e arti da Ispettore Gadget. Un mondo declinato nelle tonalità che fanno tanto Wes Anderson ma poco realtà, con corpi lisci, senza pori, senza peli e senza imperfezioni. Un mondo senza consigli tra donne, ma con tanti consigli per gli acquisti.
Vogliamo dirvi una cosa, care influencer: non ci fregate più
Rivogliamo la spontaneità e i denti storti. La ricrescita e la torta bruciata. La ricetta per lo scrub da fare in casa e i vestitini tirati fuori dall’armadio della mamma. I cieli grigi e i colori non saturati. Le cose che solo noi donne sappiamo confidarci. Rivogliamo le cose vere. Possiamo ancora dare una svolta alla stagione Inverno? Sì, ci siamo giocate l’autunno e anche il Festival del Cinema di Venezia, sul cui tappeto rosso si è notata di più l’influencer col pancino che Charlotte Rampling, ma possiamo ancora contrastare l’ondata di stivaletti rosa shocking a punta, le foto di costumi interi anche a dicembre, le magliette con le scritte pseudo-femministe, gli unicorni gonfiabili e i tutorial per realizzare make-up adatti più per il teatro Nō che per una giornata al lavoro.
Siamo ancora in tempo. Tutte insieme ce la possiamo fare. Dateci la ricetta della ribollita, che non ce la ricordiamo più. Diteci se è meglio tagliare i capelli con la luna calante o con la luna crescente. Diteci con cosa pulire il marmo e ricordateci le scadenze per pagare l’IVA, perché ormai il posto fisso ce lo siamo giocate. Dateci storie e racconti da amare, e non citazioni filosofiche per commentare le vostre foto in mutande.
Vi abbiamo seguite (e in alcuni casi ci siamo anche affezionate a voi), finché siete state vere. Prima dei filtri, dei risvegli “spontanei e perfetti” preparati due ore prima, prima chi vi chiudeste nella torre d’avorio sempre più lontane dai follower, che un tempo erano persone con cui dialogare.
Vi abbiamo seguite finché eravate amiche con un’abilità spiccata per il trucco, la moda, il fai da te o altro e come amiche ci davate consigli, parlavate con noi e vi mostravate per quello che eravate: fantastiche, ma reali, imperfette, a volte goffe nello sbagliare la vostra ricetta.
Ma come si fa a essere amiche di una persona che non esiste e che, nascosta sotto strati di trucchi, filtri, ritocchi non parla più con noi?
E allora… è tempo di defollow.
Web content writer e traduttrice. Parlo poco, scrivo tanto e cito spesso Yeats.
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