Che sogni facciamo prima di morire?
Cosa si sogna prima di morire? A rispondere a questa delicata domanda è stata una ricerca condotta dal Canisius College, negli Stati Uniti, su un campione di 66 pazienti in fin di vita.
Cosa si sogna prima di morire? A rispondere a questa delicata domanda è stata una ricerca condotta dal Canisius College, negli Stati Uniti, su un campione di 66 pazienti in fin di vita.
I sogni sono parte integrante della nostra vita: inutile negarlo, a chi non è capitato di farne alcuni così vividi da sembrare reali, mentre altri così strani da farci svegliare di colpo? Quello su cui però in pochi si sono soffermati a pensare è quali visioni accompagnano gli ultimi momenti della nostra vita. La morte – soprattutto di una persona cara – è un’esperienza innegabilmente difficile da superare: non si tratta solo di dolore emotivo, ma anche di abbandonare la parte “fisica” dell’individuo amato. Ma vi siete mai chieste quali siano stati, in quegli ultimi istanti d’esistenza, i suoi sogni? Quali fantasie ha vissuto nella sua mente e cosa ha visto nei suoi sogni?
Sono domande difficili alle quali rispondere, eppure uno studio del Canisius College (più precisamente realizzato dal Dipartimento di Consulenza e Risorse Umane) della città di Buffalo, negli Stati Uniti, ha cercato di dar voce a queste ultime immagini significative della nostra vita. Secondo quanto riportato dalla ricerca – datata 11 marzo 2014 e pubblicata sul sito internet d’informazione Mary Ann Liebert Inc. Publisher – sembrerebbe che queste visioni siano direttamente collegate proprio alla morte e che abbiano principalmente una funzione consolatoria per l’individuo che le vive. I dati conseguiti e successivamente elaborati nello studio – dal titolo Sogni e visioni al termine della vita – sono stati raccolti fra gennaio 2011 e il luglio 2012 su un campione di 66 malati terminali del Center for Hospice & Palliative Care della città di Cheektowaga, nella provincia di New York: gli scienziati del Canisius College hanno infatti analizzato i contenuti dei sogni sperimentati nelle ultime settimane di vita dei pazienti attraverso delle interviste semi-strutturate composte da domande chiuse e aperte riguardanti la stabilità emotiva di ognuno di loro al momento delle visioni, la frequenza e la natura dei sogni (in parole povere, quanto sognavano, cosa vedevano in essi e cosa provavano vivendoli).
Quella del Canisius College di Buffalo è la prima vera e propria ricerca che tratta un argomento del genere visto in prima persona da chi davvero lo ha vissuto: in passato si era già parlato di sogni, ma visti unicamente attraverso le testimonianze di parenti o da medici che hanno seguito il degente morente. Quindi, cosa si sogna prima di morire? Secondo l’indagine scientifica, le visioni più comuni dei pazienti sono state quelle riguardanti parenti, amici e animali domestici defunti che, con l’avvicinarsi della morte, si sono fatte sempre più frequenti; tali sogni sono risultati molto significativi e, soprattutto, una forte fonte “consolatoria”. È anche vero, però, che tali fantasie devono essere ben distinte da allucinazioni e deliri, anche questi spesso presenti durante gli ultimi momenti di vita. A spiegare questo delicato punto sono stati gli stessi scienziati coinvolti nello studio come riportato nel sito d’informazione Mary Ann Liebert Inc. Publisher:
Durante lo stato di delirio si perde il contatto con la realtà e la capacità di comunicare razionalmente. Il delirio è stressante e pericoloso e va trattato dal punto di vista medico. Invece, i sogni che accompagnano la fine della vita sono tipicamente confortanti, verosimili e spesso molto significativi.
Infine, ciò che è emerso dalla ricerca è che quasi la metà dei sogni (più precisamente il 45,3%) è avvenuta durante il sonno, mentre il 39,1% si è verificato nella fase di dormiveglia. Il 15,7% dei sogni, invece, si è verificato quando il paziente era sveglio. Cosa si può capire, quindi, da tutti questi dati raccolti? Sicuramente il punto focale della questione sono i contenuti di queste fantasie: vedere dei volti amici del passato già scomparsi in precedenza può forse in qualche modo aiutare la propria dipartita.
Simona Cecilia, 22 anni. Amante del teatro, della musica e della scrittura. Nerd senza possibilità di redenzione con una strana ossessione per i gatti e il colore rosa.
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