Storia del Pesce d'Aprile, com'è nato e cosa rappresenta oggi
Il Pesce d'Aprile e le sue origini: ci sono tante leggende su questa tradizione, quale sarà quella vera? E se anch'essa fosse una beffa?
Il Pesce d'Aprile e le sue origini: ci sono tante leggende su questa tradizione, quale sarà quella vera? E se anch'essa fosse una beffa?
Quando arriva il Primo Aprile, non ci sono ragioni che tengano: è arrivato il momento dello scherzo annuale. La storia del Pesce d’Aprile è però oscura, anche se fin da quando eravamo piccole conosciamo l’usanza, dato che davamo alle nostre amichette dei bigliettini-scherzo a forma di pesce o magari li appiccicavamo dietro le loro spalle. Oggi naturalmente il discorso si è evoluto, approdando sui media meno tradizionali e perfino su qualche testata giornalistica, che una volta all’anno si concede una risata scrivendo una sorta di fake news e rivelandola il giorno dopo ai lettori.
Esistono diverse ipotesi sulla sua nascita e sullo sviluppo di questa tradizione, ma che comunque presentano dei buchi che non fanno comprendere davvero come questo gioco si sia esteso in diverse nazioni in tutto il mondo. L’origine è incerta quinti, tuttavia la questione è molto interessante e ci sono varie leggende e riferimenti che sono tanto note da essere riportate perfino su Wikipedia. Un’origine univoca però non c’è. Sicuramente, però, non dovremmo confonderci con il motto latino «semel in anno licet insanire» (una volta all’anno si può impazzire), che invece è legato al carnevale. C’è una sola regola in questa giornata: avere senso dell’umorismo. E sperare che ce l’abbia anche chi riceve uno scherzo da parte nostra.
Per qualcuno, la storia del Pesce d’Aprile affonda le sue radici nel mondo classico, in particolare nel mito di Proserpina. Proserpina era infatti una dea che venne rapita da Plutone. Il dio degli inferi la portò con sé nell’Ade per farne la sua sposa e quindi la sua regina. Ma la dea madre Cerere cercò la figlia dappertutto e fu ingannata da una ninfa – che in questo caso simboleggia lo scherzo, per quanto di cattivo gusto. Il mito si conclude con il compromesso: Proserpina vive sei mesi all’anno con la madre Cerere e sei mesi con il marito Plutone. Il ritorno di Proserpina sulla terra è legato alla primavera, che infatti esplode con i suoi colori tra la fine di marzo e l’inizio di aprile sull’emisfero Nord del pianeta. Tuttavia, a proposito di romanità, c’è chi pensa che il Pesce d’Aprile sia legato ai Veneralia, che ricorrevano appunto ogni Primo Aprile, ma si tratta apparentemente di una mera questione cronologica.
Una leggenda sulla nascita del Pesce d’Aprile è legata a un fatto agiografico. Nel XIV secolo il beato Bertrando di San Genesio avrebbe salvato la vita a un Papa. E come avrebbe fatto? Il capo della Chiesa stava soffocando per via di un boccone di pesce troppo grande e il beato gli avrebbe liberato la gola. È davvero difficile dire se effettivamente questo fatto vada annoverato nella Storia del Pesce d’Aprile, tanto più che non si hanno conferme certe in relazione al periodo storico di riferimento.
C’è chi crede che si faccia cenno al Pesce d’Aprile ne I Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer. Nello specifico, ne Il racconto del cappellano delle monache, in cui esiste una diatriba su un verso. Per alcuni si parla del 32esimo giorno dalla fine di marzo, e quindi il 2 maggio, per altri si fa riferimento al 32 marzo ossia il Primo Aprile. Si tratta però di questioni filologiche, interessanti certo, ma che probabilmente nulla hanno a che fare con la scherzosa tradizione.
Per l’ipotesi più accreditata sulla nascita del Pesce d’Aprile bisogna spostarsi in Francia. Lì, fino al 1582, il Capodanno ricorreva tra la fine di marzo e i primi d’aprile. Si trattava, come è accaduto in molte società arcaiche, di una festa legata alla primavera e quindi all’agricoltura. Tuttavia, da quell’anno in poi si adottò un calendario gregoriano e il Capodanno fu spostato alla data che ancora oggi festeggiamo, il Primo Gennaio. Ma si sa, le tradizioni sono dure da abbattere, per cui qualcuno, mentre gli altri si adattavano al cambiamento, continuò a festeggiare il Capodanno con l’inizio della primavera. Gli altri, però, per prenderlo in giro, decisero di donare a questo qualcuno dei regali in onore della festa. Si trattava di scatole vuote, una beffa in pratica, che presero il nome di «poisson d’avril», ossia Pesce d’Aprile.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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