“Lucrezia con i veleni non ha mai avuto a che fare. Lei non ha tramato, non ha ucciso nessuno. È stata soprattutto una vittima, bella e intelligente, nata per sua sventura con il marchio sciagurato dei Borgia”. Così Dario Fo descriveva Lucrezia Borgia nel libro La figlia del papa, pubblicato prima della morte del Premio Nobel italiano e raccontato in un’intervista al Corriere di quasi un decennio fa.

La figlia del papa

La figlia del papa

Il premio Nobel per la letteratura Dario Fo scrive una biografia intensa e originale su Lucrezia Borgia, la cui figura è avvolta nel mistero da secoli.
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A Dario Fo non era andato a genio il ritratto che era stato delineato della donna in uno sceneggiato per la televisione. Secondo lui, l’immagine di quella “Messalina lussuriosa e sanguinaria” non corrispondeva affatto alla vera Lucrezia Borgia. E non era il solo a pensarlo: soprattutto nel Novecento, molto è stato fatto per riabilitare una figura da secoli associata a trame boccaccesche, relazioni incestuose e intrighi velenosi.

Tra le molte accuse che le erano state rivolte, c’era infatti quella riguardante l’uso di un veleno mortale, chiamato cantarella, con la quale i Borgia avrebbero eliminato i propri nemici, versandolo nelle bevande o sul cibo. Tale fama di grande avvelenatrice, tuttavia, le fu affibbiata dalla tragedia a lei dedicata da Victor Hugo, poi trasposta in musica da Gaetano Donizetti. Secondo gli storici moderni, si trattava semplicemente di una diceria, così come quella del rapporto incestuoso con il padre e il fratello.

Per tentare di fare luce sulla figura di una donna così chiacchierata, a cui la storia ha assegnato ingiustamente e senza grandi prove un ruolo da astuta e perversa manipolatrice, è necessario ripercorrere brevemente la sua vita. Nata nel 1480 a Subiaco, Lucrezia Borgia era figlia del potentissimo cardinale Rodrigo Borgia e di Vannozza Cattanei (da cui l’uomo ebbe anche Cesare, Juan e Joffré). Nonostante avesse avuto figli da altre donne, il religioso provava grande affetto soprattutto verso quelli avuti da Vannozza, e in particolar modo per Lucrezia.

Nel 1492 Rodrigo fu eletto papa, con il nome di Alessandro VI, e Lucrezia Borgia divenne immediatamente una sposa ambita da molti. La scelta cadde sul signore di Pesaro, Giovanni Sforza, dato che la sua potente famiglia aveva sostenuto attivamente l’elezione di Rodrigo. Nel 1493, quando Lucrezia Borgia aveva solo 13 anni, vennero quindi celebrate sfarzose nozze a Roma, con tanto di danze e cortei pubblici. Era ancora una bambina, ma rappresentava già uno strumento di potere nelle mani della sua famiglia.

Nella primavera del 1494 la coppia, che viveva a Roma, si trasferì a Pesaro. In seguito a un rocambolesco rapimento di Lucrezia Borgia da parte dei francesi, il papa fu costretto a pagare un cospicuo riscatto. Una volta riavuta indietro la figlia, si accorse però che il matrimonio con Giovanni Sforza non era più così utile per i suoi scopi. Quest’ultimo, recatosi a Roma per reclamare la moglie, dovette affrontare l’ira della famiglia Borgia, che chiedeva pretestuosamente di annullare il matrimonio poiché non consumato a causa dell’impotenza dello Sforza.

Giovanni Sforza non cedette, accusando Lucrezia Borgia di essere l’amante sia del padre che del fratello Cesare. Si procedette così a una visita intima di Lucrezia Borgia, che venne dichiarata “virgo intacta”. Il matrimonio venne annullato il 20 dicembre 1497, quando Lucrezia Borgia aveva solo 17 anni. Ma per lei il peggio doveva ancora arrivare. Nel 1498 venne ritrovato nel Tevere il cadavere di un giovane servitore del papa, Pedro Calderon, che in molti additavano come suo amante. Il popolo romano fu svelto nell’accusare di omicidio Cesare Borgia, che si riteneva volesse risolvere un problema imbarazzante, in vista del secondo importante matrimonio della sorella.

Rinchiusa in un convento, sembra infatti che Lucrezia Borgia diede alla luce un figlio, avuto proprio da quel servitore, che venne chiamato Giovanni. Il bambino venne prima dichiarato figlio naturale di Cesare Borgia, ma successivamente il papa smentì, dichiarandolo figlio suo. Due bolle papali che contribuirono loro malgrado ad alimentare i sospetti di incesto. Ufficialmente registrato come suo fratellastro e quindi come figlio del papa, il piccolo venne però seguito con grande cura e amore da Lucrezia Borgia.

Le seconde nozze di Lucrezia Borgia non furono più fortunate. Data in sposa ad Alfonso d’Aragona, sempre nel 1498, si innamorò del marito, da cui ebbe il figlio Rodrigo nel 1499. Alfonso d’Aragona venne però fatto uccidere nel 1500 da un sicario di Cesare Borgia, che stava tentando di guadagnare una posizione di maggiore potere nei confronti di suo padre. Affranta, Lucrezia Borgia passò un periodo di profondo dolore, che la portò a una maturazione personale, culminata nel suo terzo e ultimo matrimonio, con il duca Alfonso d’Este di Ferrara, nel 1501.

Precedentemente vittima delle mire del padre e poi del fratello, una volta diventata duchessa di Ferrara, Lucrezia Borgia riuscì a liberarsi delle ingerenze familiari e dimostrò le sue capacità di regnante, prodigandosi nel proteggere artisti, letterati, poveri e indigenti. Proprio in quegli anni conobbe e aiutò i più grandi artisti dell’epoca, come Ludovico Ariosto, Gian Giorgio Trissino ed Ercole Strozzi. Morì a soli 39 anni, nel 1519, dopo aver dato alla luce una bambina.

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