Storia di Harriet Chalmers Adams, la prima "travel blogger" che incontrò i vampiri
La storia di Harriet Chalmers Adams, esploratrice, fotografa e corrispondente di guerra del Novecento: impavida e intraprendente, nessun pericolo riuscì a fermarla
La storia di Harriet Chalmers Adams, esploratrice, fotografa e corrispondente di guerra del Novecento: impavida e intraprendente, nessun pericolo riuscì a fermarla
In tempi di viaggi sponsorizzati e perfettamente “instagrammabili”, vale la pena ricordare chi davvero riuscì a esplorare il mondo, prima degli smartphone, ma anche degli aerei e di tutte le comodità. Chissà cosa avrebbe pensato Harriet Chalmers Adams guardando le foto patinate dei travel blogger di oggi, visto che con un secolo di anticipo era riuscita a trovare il modo per farsi pagare per viaggiare. Lei, che in tutta la sua vita aveva girato il mondo per quattro volte e non si era fermata di fronte a nulla, probabilmente storcerebbe il naso.
Nata nel 1875 in California, Harriet Chalmers Adams è stata un’esploratrice e una fotografa americana. In un periodo storico in cui alle donne non era concesso molto, visitò il Sud America, l’Asia e il Pacifico, raccontando le sue avventure per il National Geographic. Il suo obiettivo era vedere il mondo, ma fu la prima a capire di poterlo fare come lavoro.
Una passione nata fin da piccola, a otto anni, quando con il padre aveva esplorato a cavallo la Sierra Nevada. Educata a casa, dai genitori, imparò diverse lingue straniere, focalizzandosi sullo spagnolo, ma parlando anche portoghese, tedesco, francese e italiano. Nel 1899 sposò Franklin Pierce Adams, che aveva la sua stessa passione per i viaggi.
Nel 1900 Harriet e il marito organizzarono la loro prima avventura insieme, partendo per il Messico, dove lui avrebbe anche lavorato come ingegnere. Erano economicamente autosufficienti, grazie al lavoro di lui e ai comuni risparmi. Fu solo l’inizio: dal 1904 al 1907 esplorarono tutto il Sud America, attraversando le Ande e visitando ogni paese del continente.
Harriet Chalmers Adams documentò tutto con la sua macchina fotografica, immortalando i popoli indigeni, i lama, gli attraversamenti in canoa attraverso l’Amazzonia. Cose che oggi non ci sembrano irraggiungibili, ma che a inizio Novecento lo erano per quasi tutta la popolazione mondiale. Organizzare un percorso così dettagliato (e spericolato) era qualcosa che si poteva leggere solo nei romanzi, dato che ancora non ci si poteva spostare in aereo, i treni non superavano i confini nazionali e le strade non erano tracciate.
Secondo il New York Times, che raccontò le sue imprese in un articolo, Harriet Chalmers Adams fu probabilmente la prima donna a incontrare 20 tribù indigene diverse. “Il pericoloso viaggio di una donna esploratrice in Sud America”, titolò il quotidiano, dedicandole un lungo articolo e un’intervista, in cui lei raccontò anche di aver fatto strani incontri…
Sono passata attraverso esperienze che, ne sono piuttosto convinta, nessuna donna bianca ha mai avuto. Ho circumnavigato il continente sudamericano, percorrendo più di 40.000 miglia e mi sono addentrata nella natura selvaggia, dove nessuna donna bianca era mai stata. […] Sono stata in una regione infestata dai vampiri, creature che pensavo appartenessero solo alla mitologia. […] Mai ho considerato il mio sesso un impedimento; mai ho dovuto affrontare una difficoltà che una donna non potesse sormontare proprio come un uomo; mai ho avuto paura del pericolo, mai mi è mancato il coraggio di difendermi. Eppure sono stata in luoghi pericolosi e ho visto cose spaventose.
Tornata negli Stati Uniti, la coppia si stabilì a Washington, dove la Adams si mise in contatto con l’allora National Geographic Society. Entusiasti per il materiale da lei raccolto, circa 3.000 foto, le chiesero di partire per nuove avventure, regalandole nuovi rullini fotografici a colori. Carismatica e intelligente, Harriet Chalmers Adams iniziò anche a tenere conferenze per raccontare i suoi viaggi.
Dopo l’esplorazione del Sud America, seguì le orme di Cristoforo Colombo e ripercorse il suo viaggio tra i Caraibi. Poi si spostò in Europa, ma solo per ripartire verso le Filippine, dove approfondì i suoi studi antropologici. Visitò il Nord Africa, la Turchia, l’Europa dell’Est, la Siberia, il deserto dei Gobi e Sumatra, diventando una dei più importanti esploratori del tempo.
Ammessa nella Britain’s Royal Geographical Society nel 1913, fu rifiutata dall’Explorers Club americano perché era una donna. Per tutta risposta, aiutò altre donne a fondare la Society of Woman Geographers nel 1925, di cui fu presidente per sei anni. Harriet Chalmers Adams fu anche fotoreporter durante la Prima Guerra Mondiale, lavorando per Harper’s Magazine. Morì in Francia, nel 1937, a 61 anni, dopo una vita ricca di avventure, incontri e studi.
Web content writer e traduttrice. Parlo poco, scrivo tanto e cito spesso Yeats.
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