La necrofilia di pinguini e corvi, che fanno sesso con i loro simili morti
Il "lato oscuro" di pinguini e corvi: alcuni studi ne hanno rivelato la natura di necrofili e stupratori. Attenzione però: giudicarli con occhio umano sarebbe assurdo.
Il "lato oscuro" di pinguini e corvi: alcuni studi ne hanno rivelato la natura di necrofili e stupratori. Attenzione però: giudicarli con occhio umano sarebbe assurdo.
Nel famoso film Gli uccelli, Alfred Hitchock immaginava uno scenario apocalittico dove i pennuti si vendicavano del genere umano, seminando panico e distruzione.
Nella realtà le cose non stanno proprio così, ma certo la natura di taluni uccelli sembra essere realmente decisamente violenta.
Studi diversi, e compiuti in epoche tutt’altro che vicine fra loro, hanno infatti portato alla luce lati sorprendenti, e inquietanti, di corvi e pinguini; e se i primi, iconograficamente, hanno da sempre avuto la sfortunata reputazione di uccelli associati a esoterismo, magia nera e via dicendo, i secondi sono invece sempre stati immaginati come buffi e teneri pennuti dall’andatura goffa, famosi per la loro fedeltà al compagno scelto per la vita.
Oggi, invece, emerge il loro scioccante lato da stupratori e necrofili, verso membri della stessa specie, qualcosa che sicuramente potrebbe farceli vedere sotto una luce diversa. Una premessa indispensabile, però, va fatta: ovviamente questo comportamento non può essere giudicato o valutato secondo quella che è una logica umana, ma filtrato secondo quelli che sono le fortissime componenti istintive e la natura non sempre razionale degli animali.
Detto questo, ecco cosa hanno scoperto i due differenti studi a proposito dei comportamenti “scandalosi” dei due animali.
È stato l’Atlantic a pubblicare per primo un articolo sulle abitudini necrofile dei corvi, in tempi piuttosto recenti, nel 2015. A scoprire questo aspetto inatteso degli uccelli è stata la ricercatrice Kaeli Swift, che studia il comportamento dei volatili all’Università di Washington, e che aveva già dimostrato l’abitudine dei corvi di raccogliersi attorno al cadavere di un membro, in una sorta di vero e proprio funerale.
La ricercatrice ha posato un cadavere di corvo nella speranza proprio di riuscire a filmare quel rituale, ma ha finito con l’assistere a un vero e proprio amplesso da parte di un altro corvo, sopraggiunto sul luogo. Approfondendo la questione, Swift ha poi scoperto che la pratica, in realtà, si verifica piuttosto spesso, in particolar modo durante la stagione riproduttiva, quando una minoranza di corvi, per via dell’inesperienza ma anche dell’azione dei tanti ormoni, perdono la capacità di affrontare stimoli insoliti, arrivando a considerare un compagno morto alla stregua di cibo o di un intruso. Ragioni alla base dello strano mix di aggressività e approccio sessuale.
Fu George Murray Levick, medico chirurgo ed esploratore britannico, a osservare per primo gli strani comportamenti dei Pigoscelide di Adelia, il pinguino più diffuso sulle coste del continente Antartico; Levick tra il 1911 e il 1912, partecipò alla spedizione Terra Nova di Robert Falcon Scott in Antartide, raccogliendo moltissimo materiale proprio sui pinguini, che divenne poi il popolare libro, Antarctic penguins, a study of their social habits.
Ma il Museo di Storia Naturale di Londra decise all’epoca di censurare il racconto dettagliato dei comportamenti sessuali descritto nell’opuscolo di quattro pagine del 1915 vergato da Levick, e il loro contenuto è stato riscoperto solo di recente al Museo di Storia Naturale di Tring, in Inghilterra, da Douglas Russelle, e pubblicato in un numero della rivista Polar Record.
Levick, ha spiegato Russelle, era rimasto letteralmente scioccato da alcune delle scoperte fatte: soprattutto per ciò che riguardava le tendenze autoerotiche, la necrofilia, la coercizione sessuale, fino agli abusi sessuali e fisici sui pulcini, al sesso non finalizzato alla procreazione e ai comportamenti omosessuali. Levick arrivò persino a scrivere alcuni passi in greco per mascherare le informazioni, temendo le possibili ripercussioni che le descrizioni sul comportamento omosessuale dei pinguini avrebbero potuto scatenare in Gran Bretagna, essendo l’omosessualità ancora illegale al’epoca.
Ecco ad esempio un passo del 10 novembre 1911, scritto in greco, riportato in questo articolo:
Questo pomeriggio ho visto una cosa ancor più straordinaria. Un pinguino impegnato nella sodomia del corpo di un uccello morto. Stessa specie. L’atto si è verificato per un minuto, la posizione assunta dal pinguino differiva dalla copulazione ordinaria e l’atto tutto è stato vissuto fino alla depressione finale della cloaca.
Il 6 dicembre dello stesso anno, invece, Levick aveva descritto un altro episodio scioccante:
Ho visto un altro atto di depravazione sorprendente oggi. Un pinguino femmina, che era stata in qualche modo ferita gravemente nella parte posteriore, strisciava dolorosamente sul ventre. Mi stavo chiedendo se avessi dovuto sopprimerla o no, quando un pinguino maschio l’ha notata ed è andato verso di lei. Dopo una breve ispezione l’ha deliberatamente violentata, non essendo la femmine assolutamente in grado di opporsi.
Anche se le scoperte possono lasciare di stucco e allontanare i pinguini dalla tenera immagine offerta da Happy Feet, val la pena sottolineare che parlare di “stupro”, per descrivere il rapporto sessuale animale, è inappropriato: la necrofilia, per esempio, non può essere definita tale, dal momento in cui i pinguini maschi sono chimicamente portati a rispondere in un determinato modo a una femmina, apparentemente compatibile all’accoppiamento, poco importa se viva o no.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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