Suo malgrado, Nadia Toffa è diventata in questi mesi un punto di riferimento per molte persone che combattono contro il cancro. La conduttrice de Le Iene, lo scorso dicembre 2017, è stata colpita da un improvviso malore mentre si trovava in esterna per girare un nuovo servizio. Durante il ricovero e gli esami che ne sono seguiti, i medici hanno riscontrato un cancro nella loro paziente. Ed è probabilmente un bene che quel malore sia arrivato in quel preciso momento. Ogni ritardo nella diagnosi oncologica aumenta infatti il rischio di non farcela.

Nadia Toffa ha iniziato subito il suo percorso terapeutico, fatto di chemioterapia e tanta forza di volontà. Nonostante i capelli che cadono e l’estrema stanchezza – effetti collaterali tipici di questi farmaci – lei non ha mai perso il suo splendido sorriso. Anche quando la chemio l’ha costretta a rinunciare alle ultime puntate de Le Iene, trasmissione cui lei tiene tantissimo. Ma è stata dura, durissima. E adesso è il momento di rinascere dalle proprie ceneri.

Per la conduttrice, il mese di settembre 2018 è quello che segna il suo ritorno in televisione, ancora una volta dietro il bancone de Le Iene. Ma è anche il momento di tirare le fila della sua vita, cosa che Nadia ha fatto grazie alla sua biografia Fiorire d’inverno – in uscita il prossimo 9 ottobre in tutte le librerie. La Toffa ha presentato il libro sul suo profilo Instagram, spiegando in breve ciò che troveremo al suo interno.

Vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, un’opportunità. Raccontata in questo libro c’è tutta la mia intimità in cui vi apro il mio cuore. Fiorire d’inverno è un inno alla vita, non sospendiamo la vita per colpa del cancro, non diamogliela vinta. Sorridere sempre, perché noi siamo più forti. Trasformare il cancro in un dono è possibile. Non si sa chi vincerà. Vivendo lo scoprirò, controllo dopo controllo, tra qualche anno. Chi ha il cancro sa di cosa parlo”.

Il post di Nadia Toffa ha dato il via ad una discussione profonda e molto interessante, seppur talvolta interrotta da insulti e critiche farcite addirittura da auguri di morte. Al netto di coloro che ne hanno approfittato per sfogare – in maniera del tutto colpevole – la propria rabbia contro la conduttrice, il dibattito nato sotto il suo messaggio su Instagram ci ha portati a una lunga riflessione.

Sicuramente Nadia, proprio come tutti noi, non avrebbe mai potuto immaginare di incontrare il cancro sulla propria strada. Ma la donna ha deciso di affrontare la bestia e di non lasciarsi sommergere dal dolore e dal compatimento. Con una grande forza di volontà, la Toffa ha reagito mostrando il suo essere una vera guerriera. La sua scelta di rendere pubblica la lotta contro il tumore vuole essere non solo un modo per esorcizzare il mostro, ma anche per dare ispirazione e incoraggiamento alle tantissime persone nella sua stessa situazione.

Fiorire d'inverno

E se in molti hanno capito le sue intenzioni e hanno approvato la sua decisione, c’è chi invece si è sentito colpito. Qualcuno ha contestato a Nadia Toffa l’utilizzo della parola “dono” per parlare del cancro, una malattia che ogni anno uccide migliaia di persone in tutto il mondo. L’intento della donna, lodevole senza alcun dubbio, ha riaperto vecchie ferite in chi ha combattuto questa battaglia e in chi ha visto lottare – e talvolta perdere – i propri cari. Ed è comprensibile questo spaesamento di chi non le ha contestato lo scopo ammirevole, bensì il mezzo, una scelta linguistica errata, che per alcuni può essere apparsa anche irrispettosa.

In risposta alle critiche, Nadia ha postato una citazione di Einstein, che in modo coinciso rivela chiaramente il pensiero della donna riguardo alle proprie parole: “Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”.

A cui si è aggiunto il più recente post Instagram, in cui la conduttrice si è rivolta di nuovo agli “webeti” che hanno del tutto travisato il suo messaggio.

Non ho mai sostenuto di essere fortunata ad avere il cancro – ribadisce Nadia – Sono pazza secondo voi?! Probabilmente chi non capisce e ride per fortuna sua non è mai entrato in un reparto di oncologia pediatrica.

Mai come in questo caso, però, la “ragione” è da entrambe le parti: sia nella scelta di Nadia di affrontare la malattia e la paura della morte come occasione, dal momento che non è possibile evitarla, sia nel dolore di chi non riesce in alcun modo a dare un senso e a far pace con un male che si è portato via la vita di qualcuno che si ama o che rischia di portare via la nostra. Chi l’ha insultata dovrebbe, forse, farsi un esame di coscienza e rivedere il proprio modo di usare i social per esprimersi, ma d’altro canto non possiamo, stavolta, rimanere perplesse di fronte alle risposte che Nadia ha dato anche rispetto a chi ha mostrato pacificamente il proprio disappunto rispetto alla sua affermazione, senza trascendere in epiteti o offese tali da guadagnarsi il nome di “webeti”. Insomma, in medio stat virtus.

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