“Comincia a mettere una tua foto in topless su Facebook. Così capti la reazione dei tuoi amici. Le tue immagini durante una protesta saranno pubbliche. Almeno ti rendi subito conto di quel che ti aspetta.” Questo è ciò che devi fare se vuoi diventare una Femen italiana. Le famose attiviste stanno diventando famose anche nel nostro Paese.

“Può sembrare facile spogliarsi in mezzo a una strada. Non è così, ognuna di noi ha davanti a sé una preparazione sia fisica sia psicologica” spiega Mary, la referente del gruppo tricolore. Le Femen vengono istruite con corsi di teoria e di pratica. Il gruppo italiano è ancora piuttosto immaturo e per le iniziative contro Berlusconi e il Papa hanno mandato avanti le ragazze di Kiev e di Parigi.

“Bisogna essere preparate quando si viene bloccate dalla polizia. Tante volte siamo sbattute a terra. E magari capita che qualcuno ci picchi” inoltre c’è anche una questione legale non indifferente: in Italia si rischia una condanna dai 2 ai 7 anni. Oltre alla manifestazione non autorizzata e resistenza al pubblico ufficiale, si somma il reato di atti osceni in luogo pubblico.

“La peculiarità del nostro Paese è che nei vent’anni di berlusconismo l’immagine della donna è stata quella televisiva, cioè di un corpo nudo. Questa immagine ha portato il pubblico ad abituarsi all’idea della donna oggetto, mercificata. Veicolare ed affermare il corpo, passando da quello spettacolarizzato a quello politico, capace quindi di affrontare la repressione senza timori.”

Le vere emergenze sono il femminicidio e la violenza. Le attiviste italiane sono tutte giovani studentesse che hanno viaggiato e vissuto all’estero che condividono la modalità e l’energia del movimento di Kiev. Per il momento sono circa una trentina e stanno organizzando la prima Slut Walk italiana. 

 

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