Castrazione chimica: dove viene praticata e la testimonianza di chi l'ha scelta

Se ne discute da diverso tempo anche in Italia, altri paesi la applicano da tempo. Qualcuno l'ha scelta volontariamente per "smettere di fare del male". Ma siamo sicuri che la castrazione chimica sia davvero la risposta alla pedofilia che stiamo cercando?

Molti paesi, fra cui l’Italia, ne discutono da anni come strumento attraverso cui punire chi si macchia dei crimini più orrendi, le violenze sessuali, soprattutto a danni dei minori. Altri l’hanno già resa una realtà, come si legge in un articolo del Giornale, fra di loro Francia, Belgio, Germania, Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia.

La castrazione chimica è certamente uno di quei temi “caldi” che divide l’opinione pubblica per tutta una serie di implicazioni non solo tecniche, ma anche etiche e morali che ne sono alla base e vi ruotano attorno in maniera collaterale. Parliamo di una forma di inibizione della libido e dell’attività sessuale provocata da farmaci a base di ormoni.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Come funziona la castrazione chimica?

castrazione chimica come funziona
Fonte: web

La castrazione chimica è una terapia che inibisce l’ormone maschile testosterone tramite la somministrazione di farmaci a base di ormoni che ne frenano la produzione e il rilascio in circolo.

È stata pensata come misura temporanea preventiva da applicare come pena per reati a sfondo sessuale, e usata principalmente, alle origini, in Canada, Russia, Polonia, Regno Unito, nonché negli Stati Uniti, nonostante alcune associazioni per i diritti civili – fra cui l’ACLU (American Civil Liberties Union) – ne contestino l’applicazione, ritenendola contraria alla Costituzione degli USA.

In passato è stata usata come metodo per “curare” l’omosessualità, come nel caso del matematico inglese Alan Turing.

11

In realtà, spesso è la legislazione stessa a prevedere che il pedofilo richieda, su base volontaria, la castrazione chimica, ottenendo in questo modo talvolta degli sconti di pena. È il caso, ad esempio, del pedofilo intervistato nel programma Quarta Repubblica, di cui abbiamo riportato la testimonianza in uno dei paragrafi seguenti.

Attualmente il farmaco più utilizzato è il Depo Provera, il principio attivo del Medrossiprogesterone, che agisce sul cervello inibendo gli ormoni che stimolano i testicoli alla produzione di testosterone. In alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, al farmaco vengono aggiunto degli psicofarmaci, normalmente usati nel trattamento di alcune patologie psichiatriche e che inducono pesanti disfunzioni sessuali.

Conseguenze ed effetti della castrazione chimica

La castrazione chimica ha effetti psicologici ma anche fisici sul soggetto che la subisce: oltre, naturalmente, all’impossibilità di procreare e all’alterazione dell’equilibrio ormonale, si ha un aumento dell’adipe sui fianchi, sulle cosce e sulle mammelle. Proprio l’aumento del grasso corporeo accresce il rischio di malattie cardiovascolari e diabete, e aumentano le probabilità di soffrire di osteoporosi.

Nonostante alcuni effetti siano irreversibili – è il caso dei trattamenti per il cambiamento di sesso, in cui la trasformazione è irreversibile dopo sei mesi dall’inizio del trattamento -, in generale la somministrazione del farmaco per la castrazione chimica può variare da 20 giorni a 3 mesi, e la terapia agisce finché il farmaco viene somministrato. Una volta sospesa, la produzione di testosterone ritorna ai livelli normali. Inoltre, non viene giudicata unanimemente un rimedio efficace per inibire le pulsioni sessuali di pedofili e stupratori: alcuni studi, riportati anche dal Corriere, hanno parlato dell’insufficienza di tale metodo nell’inibizione degli atti violenti, perché gli uomini a cui la terapia è stata somministrata presentavano anche forti componenti motivazionali di tipo psichico. Insomma, il “piacere di violentare”, purtroppo, non si esaurirebbe con il farmaco.

Dov’è usata la castrazione chimica?

Come detto, la castrazione chimica è prevista dall’ordinamento giuridico di alcuni Stati degli Usa e in diversi Paesi europei, soprattutto negli stati scandinavi e nel Nord Europa: Svezia, Finlandia, Germania, Danimarca, Norvegia e Belgio. La Francia ne fa un uso estremamente limitato e che non può prescindere dal consenso del condannato, il quale deve essere informato sugli effetti collaterali. Portogallo e Regno Unito ne discutono da tempo, mentre in Russia e in Polonia la castrazione chimica è obbligatoria per i colpevoli di stupro su minorenni.

Chi ha scelto la castrazione chimica?

castrazione chimica
Fonte: quarta repubblica

TGCom24 ha riportato uno stralcio dell’intervista a un ex pedofilo stupratore seriale, realizzata dal programma di Rete 4 Quarta Repubblica; l’uomo è stato in prigione per 3 anni e ne ha passati 6 in clinica psichiatrica, sempre per lo stesso reato: violenze sessuali su minorenni. È stato lui stesso a decidere di sottoporsi alla castrazione chimica.

Non volevo più fare vittime, ne avevo fatte abbastanza nel mio passato e non avevo alternative. Ci sarei sicuramente ricascato e sarei tornato in prigione. […] Ero ossessionato dal sesso, era il mio pensiero fisso, ero proprio malato. Adesso il sesso non mi interessa più, voglio stare da solo e godermi la mia vita da solo. […] Con la terapia ho finalmente riconosciuto i miei errori.

Nel settembre del 2018, invece, in Kazakistan un tribunale ha condannato un pedofilo del Turkestan a subire la castrazione chimica a causa dei crimini sessuali da lui commessi, primo caso dopo l’approvazione della legge che ha inasprito notevolmente le pene per chi viene condannato per abusi sessuali sui bambini. Il presidente kazako, Nursultan Nazarbayev, ha annunciato un investimento da migliaia di euro per finanziare la pena, applicabile ai colpevoli di crimini sessuali su minori, e, come riporta TPI, il governo di Astana ha acquistato duemila dosi del farmaco in grado di inibire la potenza sessuale.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!