La follia pro ana di chi inneggia all'anoressia: "Non sarai mai troppo magra"
Digiunare, bere molto e vomitare ciò che si mangia: i folli consigli pro ana e la dieta assurda di chi insegue la magrezza estrema e pericolosissima.
Digiunare, bere molto e vomitare ciò che si mangia: i folli consigli pro ana e la dieta assurda di chi insegue la magrezza estrema e pericolosissima.
Il proliferare dei blog pro ana rappresenta un chiaro segnale di quanto la lotta contro i disturbi alimentari sia tutt’altro che vicina a una fine, e anzi che il problema sia diffuso in maniera sempre più capillare e radicale, soprattutto tra le giovanissime, che molto spesso si servono dei nuovo mezzi di comunicazione, blog, appunto, o app di messaggistica istantanea, per scambiarsi consigli folli o imporsi regole assolutamente assurde, con l’obiettivo di raggiungere una magrezza estrema e, ovviamente, pericolosissima.
Trovare siti che inneggiano all’anoressia nervosa o alla bulimia è tutt’altro che difficile: è infatti sufficiente digitare in un motore di ricerca le parole chiavi “anoressia” o “pro ana” per trovare decine di pagine in cui le ragazze – ma anche donne più adulte, e uomini – si scambiano suggerimenti e opinioni sul proprio dimagrimento e sui modi per velocizzare la perdita di peso, ricorrendo a metodi tutt’altro che salutari e dannosissimi per la salute fisica. Per le persone che frequentano questi blog, del resto, come racconta una ragazza intervistata per Radio Capital da Antonio Iovane (questo il link per ascoltare l’intervista) non è importante stare bene, ma solo raggiungere un obiettivo, indipendentemente dal costo che si deve pagare per raggiungerlo, anche in termini fisici.
Nonostante le moltissime campagne body positive, dunque, anoressia e bulimia restano due argomenti borderline che attraggono, purtroppo, ancora moltissime persone, soprattutto nella fascia delle giovanissime. Del resto, i dati forniti dal Ministero della Salute parlano di una percentuale di donne affette da disturbi alimentari importante, che oscilla tra il 3 e il 5%; tre milioni, solo nel nostro paese, le persone con patologie dell’alimentazione, di cui il 95,9% donne, e il 4,1% uomini. Per quanto riguarda la bulimia, invece, ogni anno si registrano 12 nuovi casi per 100 mila persone tra le donne, circa 0,8 nuovi casi tra gli uomini. La fascia di età in cui si manifestano più frequentemente anoressia e bulimia è quella tra i 15 e i 19 anni.
Chi entra in questi blog deve rispondere a domande che sfiorano davvero l’assurdità, da “quante calorie ingerisci al giorno” a “quante ore di esercizio fisico fai”; e, dopo aver passato l’esame iniziale ed essere ammesse al gruppo, molto spesso si finisce per essere coinvolte anche in chat su WhatsApp, dove l’argomento della conversazione è, naturalmente, sempre lo stesso: scambiarsi diete e consigli per perdere rapidamente peso.
Il problema di un’autostima carente, di un’accettazione che fatica ad arrivare, soprattutto in un periodo complesso come quello dell’adolescenza, serve naturalmente a spiegare, solo in parte, i motivi di una piaga che ha, invece, moltissime sfaccettature, spesso psicologiche, personali, difficili da comprendere esternamente.
Cercare di entrare nell’universo pro ana, dove all’anoressia nervosa e alla bulimia vengono addirittura dati dei nomi, come fossero la personificazione di divinità da non deludere e da seguire ciecamente – Ana e Mia, per la precisione – può forse aiutare a capire davvero quanto sia profondo e radicato il disagio di chi entra a farne parte, e di chi questi gruppi li crea, con l’intento non di cominciare finalmente a piacersi e di stare bene, ma solo di raggiungere un traguardo: quello della magrezza estrema.
Molto spesso, nei blog e nelle chat che incitano al perseguimento della magrezza a tutti i costi, e del traguardo dei 30 kg, si possono trovare i “dieci comandamenti” del pro ana, tra cui si legge “Essere magri è più importante che essere sani” o “Non sarai mai troppo magra”; inoltre, moltissimi consigliano i migliori trucchi per nascondere le tracce del vomito oppure per buttare il cibo senza che i genitori o i familiari se ne accorgano, oltre alle migliori marche di lassativi per disfarsi delle calorie prese mangiando.
Per quanto riguarda la dieta, ovviamente fai da te e assolutamente estrema, la più gettonata è senza dubbio la “Ana boot camp diet”: un piano alimentare che varia da 500 a 100 calorie al giorno (due mele da 100 gr circa) fino ad arrivare a giornate di digiuno completo.
Le diete pro ana, infatti, molto frequentemente suggeriscono di arrivare a digiunare del tutto riempiendosi esclusivamente con acqua, tè e tisane, ma le più “permissive”, ovvero quelle che non suggeriscono il digiuno (o lo suggeriscono, ma per non più di due settimane) sono composte più o meno così:
Oltre alla dieta, ci sono anche vere e proprie regole e comportamenti che vengono suggeriti da chi persegue uno stile di vita pro ana, per evitare che gli altri si rendano conto del problema o per accelerare ulteriormente il processo di dimagrimento.
Girando sui blog e sulle varie pagine pro ana imbattersi in consigli al limite dell’assurdo è facilissimo; naturalmente, visti da fuori, non ci si può che chiedere come a una persona possa davvero venire in mente di dare o di seguire tali suggerimenti, eppure le ragazze (ma anche le donne e gli uomini che seguono questi blog) si fidano ciecamente e seguono alla lettera tutto ciò che viene consigliato loro. Alcuni esempi? Bere un bicchiere d’acqua ogni ora, per calmare i morsi della fame, forse il suggerimento meno estremo rispetto agli altri, come
E ancora:
È chiaro che, se l’obesità è una malattia cui prestare attenzione e da monitorare costantemente, anoressia e bulimia sono i suoi esatti contraltari. Quello che queste ragazze, molto spesso, non capiscono, è che essere in forma e stare bene con se stesse nel proprio corpo non significa pesare 30 kg o 100, ma seguire uno stile di vita equilibrato, improntato al benessere e al mangiare sano. Per alcune di loro è spesso indispensabile arrivare al limite, fisico e psicologico, quasi in punto di morte, per iniziare a capire quanto sia dannoso il loro atteggiamento verso il cibo, e alcune delle storie che abbiamo raccolto qui sotto sono un perfetto esempio per comprendere quanto sia lungo e complesso il percorso per uscire da un tunnel che, spesso, inghiotte queste ragazze, donne e uomini con estrema facilità.
Pamela, mamma di due bambini, è stata malata di anoressia per 20 anni: “Ho sempre lavorato – ha raccontato – saltavo colazione e pranzo per concedermi solo la cena; dovevo, perché era l’unico momento in cui ero riunita con la mia famiglia e non potevo far vedere ai miei figli che non mangiavo. Però sputavo i bocconi nel fazzoletto per non ingoiare”.
Il suo calvario e la lunga strada verso la guarigione è diventato anche un libro, In Felicità #34, in cui Pamela ha raccontato proprio di come è riuscita a sconfiggere l’ossessione per il cibo e la magrezza a tutti i costi; non è mai stata su un blog pro ana, ma alle ragazze che lo frequentano sente di dare un consiglio.
Accettiamoci per quello che siamo, siamo tutti meravigliosamente imperfetti. […] Uscite da queste chat, l’appartenenza a un gruppo va bene, ma va bene sempre con la propria unicità, non deve diventare una setta o un credo comune.
Inizialmente i giornali avevano dato un nome fittizio a questa ragazza di Ivrea, che invece a La Stampa ha scelto di raccontarsi con la sua vera identità, perché, dice “Tanto l’omertà non porterebbe da nessuna parte. Mentre credo che la mia storia, in fondo, potrebbe aiutare tante ragazze come me”.
Come capita a moltissime ragazze in una fase delicata della propria vita, quando accettarsi e vedersi belle è un’impresa davvero complicata, Carolina ha iniziato a perdere peso in maniera drastica dopo essere stata vittima di prese in giro da parte dei ragazzi della sua scuola, motivo per cui ha iniziato a vedersi brutta e grassa. Mamma Cristina ha provato a parlare con la figlia, vedendola dimagrita troppo repentinamente, ma Carolina ha alzato un vero e proprio muro, finché le amiche, preoccupate dal suo aspetto, hanno deciso di prenderle in cellulare, scoprendo dei messaggi davvero inquietanti.
Li aveva ricevuti su una chat di WhatsApp: erano un’infinità. Sempre lo stesso numero, un 328… Ma ora non ricordo a memoria il numero. Ricordo però che le scrivevano consigli su cosa doveva mangiare e quando doveva vomitare. Questa tizia le scriveva che doveva leccare il limone, che doveva bere acqua e masticare chewing-gum in continuazione. Le diceva che doveva ricordarsi che era grassa e altre cose assurde di questo genere. E poi le dava orari precisi, subito dopo pranzo o la cena, per andare a rimettere in bagno o a scuola.
La famiglia di Carolina ha sporto denuncia verso la proprietaria del numero, mentre la ragazza ha cambiato scuola per dimenticare i brutti ricordi.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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