“Io non sono una delle tante”: come ho imparato a non farmi male in amore
Patrick Swayze direbbe "Nessuno può mettere Baby in un angolo".
La verità è che lo facciamo o lo abbiamo fatto tutte. Sottovalutarci.
Così come tutte abbiamo fatto almeno una volta un’altra cosa: annullarci per un’altra persona.
“La/lo amo troppo”, diciamo, “non riesco a immaginare di vivere senza di lei/lui”. E intanto accettiamo cose che non accetteremmo (e non dovremmo probabilmente accettare mai) da nessun altro.
Balle! La cosa vera è che non riusciamo a immaginarci senza quella persona, quello sì, ma non che la amiamo troppo, semmai non amiamo noi stesse.
Quando è successo che ho smesso di permettere a un’altra persona di ferirmi oltre il lecito? Ci sto pensando oggi, dopo aver riletto questo mio strano diario sull’amore digitale, iniziato per gioco per un esperimento di lavoro su Once e che, a un certo punto, mi è un po’ sfuggito di mano.
Già, perché mi sembra evidente che io abbia perso il controllo su quella che era nata, all’interno della redazione, come un’originale trovata per testare un’app di incontri, sicuramente diversa dalle altre, ma pur sempre con la funzione di fare incontrare persone interessate a una relazione.
Tanto per iniziare mi sono innamorata e, sicuramente, innamorarmi su un’app di dating non era tra i miei programmi, né tra le cose che avrei mai pensato potessero capitare a me. E poi, quando l’esperimento è finito e io avrei potuto disinstallare l’app, sperando con vergogna che nessuno che conosco avesse visto il mio profilo, non l’ho fatto.
Perché la verità è che, grazie a Once, ho conosciuto tante persone belle, che diversamente non avrei incontrato. E, diciamocela tutto, su Once mi sono fatta anche un po’ male, nel senso che sì, mi sono trovata anche ad aspettare una telefonata che non arrivava e a soffrire per amore.
Ma la cosa bella, di cui vado orgogliosa, è stato che ho fatto tutto questo in modo molto sano, contrariamente alle mie stesse previsioni.
Nessuna di noi nasce cinica nelle questioni di cuore. Lo si diventa. E io non faccio differenza. E quando si è prospettata l’idea di questo test ero la più feroce delle detrattrici del dating, causa un bagaglio di pregiudizi su questa tecnologia, ma anche perché ero cinica nei confronti dell’amore. Invece, proprio grazie a questo mio esperimento su Once ho capito qualcosa di cui vado molto fiera.
Così, sarà che l’anno è appena iniziato e, si sa, è un po’ per tutti tempo di bilanci, ma voglio raccontarvi cosa ho imparato sull’amore frequentando un’app di dating, ma forse potrei togliere quest’ultima precisazione, nel senso che molte di queste cose sono valide in generale.
1. Non sono tutte uguali: dipende cosa cerchi
Alcune persone mi hanno chiesto perché Once e non un’altra applicazione?
La risposta è: semplicemente perché il test richiesto dalla redazione era su quest’app di dating.
Del resto, una volta entrata nel magico mondo delle app di incontri non nego di aver avuto la curiosità di andare a sbirciarne anche qualcun’altra.
Ma, no grazie, alcune app di incontri proprio non fanno per me: sembra di essere al banco gastronomia di un supermercato. Tipo: stacca il biglietto con su il tuo numerino e mettiti in coda per una botta e via. Alcuni pensano che il dating serva solo a trovare occasioni di sesso facile e non l’amore. Falso. È un pregiudizio. Dipende cosa cerchi e su quale app lo cerchi.
2. Tutti i pregiudizi sono stupidi perché pre-giudizi
Ovvero giudizi dati prima di conoscere una cosa e, quindi, infondati. Io per prima pensavo quanto sopra e, cioè, alle app di dating come supermercati del sesso per sfigati. E invece… Oggi mi rendo conto che ero molto più sfigata io a parlare senza cognizione di causa.
3. Le sòle le riconosci subito (se vuoi)
Sì. Sulle app di incontri si possono incontrare anche malintenzionati o persone con cui non vale la pena spendere neppure due secondi. Ma questo anche al bar sotto casa.
Ma, per favore, salvo alcuni geni del crimine e del camuffamento, una sòla la si riconosce. Come? Da tante cose: dalle recensioni degli altri utenti che ci hanno avuto a che fare; da come si presentano o non si presentano e vanno dritte al punto; a volte persino dalla foto o dalla descrizione di profilo.
Se poi alcune di noi sono convinte di poter cambiare un ragazzo diciamo grezzo e focalizzato solo ad aggiungere una tacca alla sua collezione da sciupafemmine, solo perché è un gran figo, ci ha giurato che “come si sente con noi, non si è mai sentito con nessuna” o perché convinte di salvarlo con l’amore, questa si chiama “vocazione da crocerossina”. Ed è un problema nostro, non delle app di incontri: prima o poi questa sindrome la sperimentiamo tutte, ma la bella notizia è che si può guarire e imparare a volerci bene.
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4. Se non vuoi essere “una delle tante”, non sarai “una delle tante”
E poi, sopra tutte, c’è questa verità assoluta. Purtroppo quasi nessuno di noi la riconosce come tale automaticamente e non credo neppure si possa imparare dalla saggezza, leggi esperienza, altrui.
C’è stato un momento in cui ho mendicato le attenzioni e l’amore di una persona: mi vestivo in modo che mi trovasse più carina di quell’altra da cui lui era sempre più attratto; accettavo cose che mi facevano stare male, aspettando il momento di sentirmi felice a suo comando; mettevo lui al centro senza essere io neppure periferia; ho adorato qualcuno che mi dava per scontata come il mio gioiello più prezioso.
No, non è successo su Once. È successo prima. Ma le persone belle che ho conosciuto su quest’app di incontri le ho incontrare anche perché non ho più permesso a nessuno di mettere “Baby in un angolo”, per dirla alla Patrick Swayze in Dirty Dancing.
Non è vero che sulle app di incontri uno spara nel mucchio o è pescato nel mucchio. Succede solo se tu permetti che succeda. E io non lo voglio più fare.
Le persone che ho incontrato qui sono persone che si sono prese il tempo di chiacchierare con me fuori dai soliti convenevoli e dalle solite logiche di abbordaggio; sono quelle che hanno imparato a chiedermi come stavo, ad ascoltarmi, a informarsi su un appuntamento lavorativo o di salute, mentre io facevo lo stesso con loro.
Come si fa nella vita reale perché, del resto, io e loro siamo reali, né più né meno su un’app di incontri.
E questa è la cosa più bella che ho scoperto da questo mio test: ho imparato a volermi bene e a dare tempo a chi lo merita e me ne dà.
Once è un’app di slow dating che antepone la qualità alla quantità, selezionando solo i match migliori per te ogni giorno a mezzogiorno!
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