Lala Kamara è italiana. Punto.
Chi sostiene la teoria del "sangue italiano" faccia pace con il cervello, con il cuore e, soprattutto, con la genetica.
Chi sostiene la teoria del "sangue italiano" faccia pace con il cervello, con il cuore e, soprattutto, con la genetica.
Lala Kamara è italiana.
È stata uccisa a Manchester, ma il dramma della sua vita interrotta a 26 anni non basta a interrompere l’ignoranza di chi ha come priorità quella di ribadire una distanza tra questa ragazza e noi, presunta razza pura.
Lala è di Brescia, di Ponte San Marco, frazione di Calcinato, per la precisione, e da tre anni viveva a Manchester dove, proprio in questi giorni, avrebbe dovuto iniziare il suo nuovo lavoro da infermiera, dopo aver vinto un concorso.
Ma, come scrive Giovanni Drogo su Next, per qualcuno:
Lala Kamara non è abbastanza italiana, non lo è perché è ‘di origini senegalesi’ e ha la pelle scura. Molti si sono arrabbiati perché i quotidiani hanno dato la notizia con titoli come “ragazza italiana ucccisa a Manchester” o “ragazza bresciana assassinata in Inghilterra”.
E i finti patrioti italiani si sono sentiti offesi e minacciati nella loro identità (fonte Next Quotidiano):
Chi sostiene la teoria del “sangue italiano” faccia pace con il cervello, con il cuore e, soprattutto, con la genetica e con la storia d’Italia.
Perché nel loro sangue, impuro come quello di tutti noi, scorre il sangue di arabi, francesi, fenici, greci, vichinghi, spagnoli, austriaci e altri ancora.
E gli stessi italiani doc, di cui invocano l’orgoglio patriottico e il valore, hanno mischiato in epoca recente il loro sangue e generato figli con donne abissine e non solo.
Basterebbe un esame del dna a dire loro che tutta questa purezza genetica italiana non c’è, neppure nel loro sangue, né in quello dei loro genitori o figli. Sostenerlo non mina nessun senso di appartenenza a una nazione, la nostra Italia, che è da sempre stata culla e incontro di culture e che da questo ha tratto la sua ricchezza e la sua bellezza.
Lala, come tutti noi, non è un cane di qualche razza né un bastardino da accogliere come se fosse un favore, ma un essere umano.
Italiana, di origini senegalesi ed emigrata in Inghilterra: figlia del mondo, come tutti noi.
Giornalista professionista e responsabile editoriale di Roba da Donne, scrive di questione di genere. Per Einaudi ha scritto il saggio "Libere. Di scegliere se e come avere figli" (2024). È autrice di "Rompere le uova", newsletter ...
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