La differenza tra corteggiamento e molestia come ce l'ha spiegata Isabella Ragonese
La strada per la comprensione passa dalla satira: così Isabella Ragonese ha spiegato la differenza - per noi lapalissiana - tra corteggiamento e molestia sessuale.
La strada per la comprensione passa dalla satira: così Isabella Ragonese ha spiegato la differenza - per noi lapalissiana - tra corteggiamento e molestia sessuale.
Il #MeToo ci ha insegnato tutto quello che dovremmo sapere sulla molestia sessuale? In questo tipo di argomenti non ci dovrebbero essere zone grigie, dovrebbe essere facile capire ciò che è ammesso e ciò che non lo è, ciò che è consentito e cosa non lo è. Eppure c’è ancora moltissima gente che ha le idee confuse.
I retaggi culturali del maschilismo sono cosa dura da abbattere, tanto più che vengono insegnati non solo agli uomini ma anche alle donne stesse. Accade in famiglia ma a volte anche a scuola, tra quelli che consideriamo amici, e poi questi retaggi diventano concreti nella vita quotidiana, sul posto di lavoro, al bar, quando usciamo con un nuovo ragazzo. Così l’attrice Isabella Ragonese ci ha provato con la satira a far capire la questione, durante una puntata de La tv delle ragazze – Gli Stati Generali.
Molti uomini brancolano nel buio – ha esordito Isabella Ragonese con il suo personaggio, una docente in Spiegazioni Lapalissiane ed Etologia del Maschio – Mi scrivono, mi chiedono cosa si può fare, cosa è molestia, cosa non lo è. Allora io voglio lanciare un messaggio ai maschi in ascolto: è assolutamente normale sentirsi disorientati. Sì, perché noi viviamo un momento storico molto simile a quando hanno abolito il delitto d’onore. Anche lì, non è che puoi dire a un uomo da un giorno all’altro «non puoi ammazzare tua moglie», perché è una cosa che lo disorienta, no? Tanto è vero che continuano ad ammazzarle.
Però, voglio dire, questo è normale, è comprensibile. Perché dopo anni di studio sono arrivata alla conclusione che l’uomo è un po’… un po’… de coccio. Tecnicamente: refrattario alla comprensione. Ma non c’è problema, io sono qui per questo. Può aiutare prendere un foglio, fare un’asta… riuscite a fare un’asta in mezzo al foglio? Da una parte la colonna dei «si può fare», dall’altra i «non si può fare». Io oggi con calma e tranquillità spiegherò la differenza tra corteggiamento e molestia.
Nell’esempio iperbolico di Ragonese si mostra come non sia molestia dare un bacio sulla guancia a una donna per salutarla, mentre sia invece molestia sessuale metterle anche una mano sul sedere. Questi esempi sono interessanti per una ragione: si tratta di cose che capitano. Nel video si ride, ma in realtà a molte sarà capitato un conoscente con la mano lunga, per usare un eufemismo, che indulge in questi comportamenti scorretti e detestabili.
Nel secondo esempio di molestia sessuale secondo Ragonese, si mostra il rientro a casa dopo un appuntamento. Tenendo un comportamento giusto, l’uomo fa accomodare la donna cedendole il passo – ma anche se entrasse lui per primo non sarebbe un problema, nel senso che le galanterie possono risultare gradevoli in entrambi i sensi, ciò che è fondamentale è solo il rispetto. L’uomo che opta per la molestia, finge di cedere il passo alla donna e le si struscia addosso.
Nella terza simulazione di Isabella Ragonese, il datore di lavoro legge il curriculum dell’aspirante lavoratrice e le dà la mano. Il datore di lavoro che compie una molestia sessuale cerca di palpeggiarla, creando una situazione fuori dall’ambiente lavorativo magari, come in un night. Sembra un’esagerazione, ma pensiamo a tutte le donne che hanno denunciato attraverso il #MeToo: per molte di loro, stando alle varie testimonianze, il colloquio si è svolto in una camera d’albergo.
Nella simulazione successiva c’è l’ipotesi in cui una donna venga promossa per i suoi meriti: il datore di lavoro dovrebbe limitare a congratularsi e non cercare di offrire attenzioni indesiderate, come invece a volte accade. In quest’ultimo caso, la molestia sessuale è ovviamente servita.
Quando si va in un bar può capitare di incontrare qualcuno che ci offre da bere. Possiamo accettare, ma quando non accettiamo, il no deve essere preso come una risposta e non come un’offesa personale cui segue un obbligo. Ragonese ha dato vita a uno sketch divertente con tanto di imbuto, ma pensiamo a quegli “uomini” che ti offrono da bere ma nel bicchiere hanno messo qualche sostanza illecita o cercano di farci ubriacare contro la nostra volontà.
Infine Isabella Ragonese opta per un confronto relativo al rapporto sessuale. Quando lui vuole fare sesso e lei vuole fare sesso, si tratta di un momento bellissimo e consensuale, di condivisione. Quando lui vuole ma lei no e lui cerca di costringerla… be’, chiaramente lì non siamo neppure nel campo della molestia, ma in quello dello stupro.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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