Il corpo della sposa: il rito del gavage, che condanna le donne all’ingrasso
In Mauritania molte donne e bambine sono costrette a ingurgitare enormi quantità di cibo per diventare più belle agli occhi dei loro futuri mariti.
In Mauritania molte donne e bambine sono costrette a ingurgitare enormi quantità di cibo per diventare più belle agli occhi dei loro futuri mariti.
Grazie al nuovo film di Michela Occhipinti, intitolato Il corpo della sposa, emerge l’ennesima drammatica tradizione che impone alle donne un sacrificio enorme, una vera e propria violenza. Qui potete vedere il trailer.
Siamo in Mauritania, per parlare di quella barbara usanza chiamata gavage, che pare stia tornando in auge soprattutto tra le più giovani. Per questo motivo la regista ha deciso, per il suo primo lungometraggio al cinema proprio in questi giorni, di raccogliere la testimonianza di una giovane donna mauritana di nome Verida che è stata sottoposta dalla sua famiglia alla pratica dell’ingrasso forzato.
Proprio come accade alle oche, costrette a ingurgitare mangime in abbondanza mediante la pratica dell’ingozzamento per rendere più grasso il loro fegato, molte donne mauritane sono sottoposte a un’alimentazione forzata per “diventare più appetibili” agli occhi dei loro futuri mariti.
In Mauritania, infatti, essere grasse è considerato segno di agiatezza della famiglia d’origine, caratteristica importante per poter trovare un uomo che sia disposto ad accasarsi. Al contrario, una ragazza troppo magra è testimonianza della miseria in cui è dovuta crescere e difficilmente potrà trovare un marito.
Il gavage diventa dunque una forma di violenza imposta alla donna affinché il suo corpo risponda ai canoni estetici imposti dal mondo maschile. Laddove nei paesi sviluppati le ragazze fanno ricorso alla chirurgia estetica per raggiungere quell’ideale di bellezza propugnato dai mass media, fondamentalmente con lo scopo di piacere agli uomini, in Mauritania si fa ricorso al gavage. Il concetto di “grasso è bello” è così diffuso, soprattutto nelle zone rurali del Paese, a tal punto che molte ragazze si sottopongono a questa barbara pratica in maniera del tutto volontaria.
Il fenomeno del gavage, che sembrava aver incontrato una battuta d’arresto negli scorsi decenni, è tornato in vigore proprio in questi ultimi anni, in abbinamento a un’altra piaga che da sempre colpisce la Mauritania: il caso delle spose bambine. Sono tantissime le ragazzine che, ancora non entrate nella fase dell’adolescenza, vengono costrette a sottoporsi a questa forma di nutrizione forzata per poter trovare marito in giovanissima età. Si stima che oggi il 20% delle bambine sia vittima di questa violenza.
La pratica del gavage è di una brutalità disarmante. Vi sono, in alcune zone rurali della Mauritania, dei veri e propri “allevamenti” in cui le ragazze – o ancor peggio le bambine, a partire dai 6 anni d’età – vengono portate per seguire un regime di alimentazione forzata che permetta loro di ingrassare in maniera spropositata. In queste fattorie, le ragazze vengono nutrite fino a dieci volte al giorno con 2 kg di miglio, due tazze di burro e 20 litri di latte di cammello zuccherato.
Come se non bastasse, per accelerare la procedura vengono somministrati farmaci veterinari che si utilizzano appositamente per l’ingrassamento di mucche e dromedari.
Se durante la giornata i ritmi sono scanditi dai vari pasti, al calar del sole le cose non migliorano. Le ragazze sono costrette a svegliarsi più e più volte e a mangiare, perché di notte il metabolismo è più lento ed è più facile ingrassare. Se qualcuna si ribella, o se la nausea e il vomito le impedisce di continuare a mangiare, le “sorveglianti” non si tirano indietro a praticare violenze fisiche e psicologiche. Picchiate, torturate e vessate dallo spauracchio di non poter trovare marito senza ingrassare, le ragazze alla fine si convincono e riprendono a ingurgitare cibo.
L’obiettivo è quello di riuscire ad arrivare ad almeno 100 kg di peso nel giro del minor tempo possibile, a volte sono sufficienti un paio di mesi – il periodo delle vacanze estive. Solo una donna obesa può infatti sperare di trovare marito. Come dice d’altronde un proverbio mauritano molto diffuso: lo spazio che una donna occupa nel cuore del marito è lo stesso che occupa nel letto.
Raggiunto il peso ideale, le ragazze lasciano “l’allevamento” e sono finalmente pronte per sposarsi. Oramai bellissime agli occhi degli uomini, riescono così a trovare marito molto più in fretta.
Dal punto di vista psicologico il gavage è una vera e propria tortura, tra l’altro nella maggior parte dei casi “somministrata” dalle stesse mamme delle ragazze che vi si sottopongono, ed è destinata a lasciare cicatrici indelebili. D’altro canto, anche sul versante puramente fisico la pratica comporta gravi rischi. L’obesità è considerata ormai da decenni uno dei fattori di rischio per molte malattie, tra le quali infarto, ictus, diabete, disfunzioni renali. Tutte patologie che portano spesso alla morte prematura.
Inoltre, a peggiorare la situazione è l’utilizzo di ormoni veterinari per rendere più rapido il processo di ingrassamento. Questi farmaci hanno gravi effetti collaterali, ancor di più sul corpo di bambine che si avvicinano all’adolescenza e agli inevitabili cambiamenti ormonali che questa fase della vita comporta. Eppure, migliaia di ragazze sono costrette a sottoporsi a questa terribile piaga. Per la sola colpa di essere nate bambine.
Web editor, amante della lettura e degli animali. Nata e cresciuta nelle Marche ma espatriata in Piemonte, vivo con i miei 3 gatti (e un marito) e scrivo per passione di gossip e televisione.
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