India: perché se cresce il prezzo dell'oro cresce il numero degli infanticidi
In India, nascere femmina è pericoloso se il prezzo dell'oro è alto: ecco come le due cose sono correlate attraverso la tradizione della dote.
In India, nascere femmina è pericoloso se il prezzo dell'oro è alto: ecco come le due cose sono correlate attraverso la tradizione della dote.
Il prezzo dell’oro in India potrebbe influire sulla mortalità delle neonate femmine e gli aborti di genere. A dirlo è Sonia Bhalotra, docente di Economia all’Università dell’Essex, in un articolo su Scroll: l’insegnante e alcuni suoi colleghi hanno elaborato una teoria, per cui, nei periodi in cui sale il prezzo dell’oro, in India meno bambine sopravvivono al primo mese di vita.
L’ipotesi sostiene che il fenomeno potrebbe essere legato al fatto che l’oro costituisce il materiale principale delle doti nuziali in India, quindi, quando aumenta il costo dell’oro, si innalza anche il costo richiesto per crescere le femmine. Quindi le famiglie tendono a trascurarle fino alla morte oppure ad abortirle.
La tradizione della dote è in vigore fin dal 200 a.C. in India. Dal 1961 è in vigore un divieto in questo Paese – che porterebbe anche a un procedimento giudiziario, quando si viene scoperti – tuttavia sta venendo adottata in altre nazioni, come il Bangladesh, il Pakistan o lo Sri Lanka. Il suo significato però non è più quello originario: all’inizio la dote rappresentava una sorta di protezione finanziaria per le donne dopo il matrimonio, ma oggi le doti vengono letteralmente sequestrate dallo sposo o dai genitori di questo.
Ogni dote è considerevole e ammonta a più o meno un reddito medio famigliare annuo – tanto che sono molti a iniziare a risparmiare quando nasce una femmina. Bhalotra è quindi partita dalle variazioni dell’onere finanziario delle doti per 30 anni. La dote è in gioielli soprattutto e, tenendo presente che l’India importa il 90% dell’oro, le fluttuazioni del prezzo di questo materiale influiscono sul costo della dote – e quindi sul costo della vita quando si ha una figlia anziché un figlio.
Per formulare le sue ipotesi, la docente ha dovuto tenere conto anche di altri fattori. Il primo: in India le persone conoscono il costo dell’oro perché ne parlano continuamente. Se fosse una materia a loro sconosciuta, non potrebbe mai essere la ragione di infanticidi e aborti. Il secondo: non è possibile diminuire la quantità della dote, in modo che sia più abbordabile per ogni famiglia, perché le norme sociali lo impediscono.
In totale, questa ricerca ha analizzato 100mila nascite e i dati mensili sul prezzo dell’oro tra il 1972 e il 2005. In questo modo si è trovato come le bambine avessero una probabilità di sopravvivenza inferiore rispetto ai maschi quando il prezzo dell’oro era più alto. In particolare lo studio è diviso in due tronconi: uno dal 1972 e il 1985 e l’altro dal 1986 al 2005. Lo scarto tra i due periodi è la diffusione in India, diventata molto ampia a metà degli anni ’80, della tecnologia a ultrasuoni, che consente di stabilire se il proprio bimbo sarà un maschio oppure una femmina.
Nel primo periodo, dal 1972 al 1985, si è annotato un aumento del prezzo dell’oro del 6,3% e una mortalità delle neonate femmine del 6,4% a fronte di nessuna variazione significativa per i neonati maschi. Ma come muoiono queste piccoline? Semplicemente: i genitori le privano della nutrizione, che nel primo mese di vita significa che vengono private dell’allattamento al seno.
E a bassi livelli di allattamento al seno, si è notato che le bambine morivano di più nei mesi in cui si è evidenziata un’inflazione dell’oro. Tra il 1986 e il 2005, i genitori hanno smesso di trascurare le neonate, per non farle nascere direttamente, abortendo quando scoprivano che il loro figlio sarebbe stato femmina. E si è notato che a un aumento del 2,6% del prezzo dell’oro si è accompagnato un aumento dello 0,3% di aborti selettivi per le femmine.
Probabilmente sono le stesse norme sociali che portano le persone a creare un clima di omertà per violare il divieto alla dote. Il dato certo ce lo dà l’Indian Census Office, che afferma come tra il 2013 e il 2015 siano nate 900 bimbe per ogni 1000 bambini, nonostante la crescita economica e il calo della povertà diffusi in India.
Questo e altri fattori indurrebbero Bhalotra a confidare nel futuro: le donne hanno oggi l’uguaglianza nei diritti di proprietà e gli uomini stanno innalzando il proprio livello medio di istruzione. Cultura, consapevolezza e uguaglianza potrebbero portare lentamente e spontaneamente alla morte della tradizione della dote.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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