Effetto pigmalione (o Rosenthal), ovvero come far male a un bambino senza toccarlo
In cosa consiste l'effetto Pigmalione, il fenomeno per cui gli insegnanti svalutano gli allevi nuocendo al loro apprendimento.
In cosa consiste l'effetto Pigmalione, il fenomeno per cui gli insegnanti svalutano gli allevi nuocendo al loro apprendimento.
Pigmalione è un personaggio della mitologia greca, poi “giunto” a Roma attraverso le Metamorfosi di Ovidio. Pigmalione si innamorò di una statua, chiedendo ad Afrodite di trasformarla in una persona reale. Il nome del personaggio è diventato nel linguaggio comune sinonimo di una persona, solitamente un uomo, che modella qualcuno in modo da “elevarlo”, come fa il professor Higgins con Eliza Doolittle nell’opera Pigmalione di George Bernard Shaw, ispirata proprio a Ovidio. Per chi ama i classici pop, esiste una trasposizione cinematografica moderna e teen dell’opera, Kiss Me (She’s All That) e una più pedissequa, My Fair Lady. Tutte queste nozioni sono il punto di partenza necessario per capire cosa sia l’effetto Pigmalione (o effetto Rosenthal).
L’effetto Pigmalione è un fenomeno che interessa insegnanti e allievi – e che fu duramente osteggiato da Maria Montessori, che con il suo metodo rivoluzionò per sempre l’intero sistema di insegnamento. Succede anche nelle famiglie, laddove un figlio viene esaltato e un altro sminuito.
A scuola funziona in questo modo: un maestro si fa un’idea dell’alunno, trasmettendogliela anche inconsapevolmente giorno dopo giorno. A livello esemplificativo, i bambini rischiano di diventare quello che i maestri vedono in loro. A volte la cosa ha delle ricadute positive, perché magari il maestro valuta nel modo giusto o sopravvaluta l’alunno che di conseguenza sarà spinto a migliorarsi, ma cosa accade quando l’alunno viene sottovalutato?
L’effetto alone è diverso dall’effetto Pigmalione, anche se possono presentare dei punti in comune. L’effetto alone consiste nell’influenza che un dettaglio di una persona possa fornire a un’altra una visione differente da quella reale. Per esempio un ragazzino che ha talento nella matematica può essere considerato di talento anche nello studio delle lingue, anche se ovviamente le due caratteristiche possono non essere contestuali.
Il punto in comune tra effetto alone ed effetto Pigmalione si ha molto spesso quando un ragazzino viene giudicato dagli insegnanti in base al proprio background: il figlio di un avvocato sarà spronato agli studi classici, il figlio di un imbianchino sarà indirizzato a frequentare scuole professionali. Per non parlare dei gemelli, talvolta soggetti a considerazioni eugenetiche degne di un nazista: c’è ancora chi è convinto che due fratelli gemelli siano uno intelligente e uno stupido. Può sembrare un vecchio retaggio, tuttavia in alcuni casi resiste ancora: la speranza è che la prossima generazione ne sia completamente libera.
A teorizzare il fenomeno fu negli anni ’60 del Novecento Robert Rosenthal. Lui e il suo team presero in considerazione dei ragazzini di una scuola elementare e li sottoposero a un test di intelligenza. Tra essi lo studioso ne selezionò alcuni a caso e disse agli insegnanti che erano quelli con maggiori potenzialità in base ai risultati dei test – ma in realtà non era vero, i bambini erano stati selezionati in maniera random. Rosenthal seguì gli sviluppi nel tempo, notando che quel gruppo da lui selezionato era diventato di fatto il migliore in termini di risultati scolastici.
È chiaro che l’effetto Rosenthal, proprio per l’esempio che abbiamo fatto prima sui “figli di”, rifletta l’immagine socio-culturale che un insegnante si fa dell’alunno. E il fenomeno va appunto a insinuarsi là dove esistono delle discrepanze prodotte da situazioni di povertà. L’insegnante americana Jane Elliott fece un esperimento per capire e far comprendere come l’effetto Rosenthal si innestava su differenti gruppi etnici. Si trattava di esercizi di discriminazione sul colore degli occhi e della pelle: in base al proprio gruppo etnico, i bambini venivano umiliati a turno e Elliott dimostrò come questo aveva un’influenza negativa sul loro rendimento scolastico.
Lo stesso vale per le donne. Il solo fatto di appartenere al sesso femminile è a volte oggetto di retaggi maschilisti a scuola – non a caso prima della riforma scolastica del ’68 in Italia esistevano ancora dei corsi di economia domestica pensati e realizzati esclusivamente per le ragazze. Ancora oggi persistono ricadute sessiste dell’effetto Rosenthal. Un esempio su tutti: la convinzione di alcuni insegnanti che le donne non siano portate per le materie scientifiche.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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