Il vero motivo per cui molte matite sono gialle

La maggior parte delle matite nel mondo sono gialle. Lo sono per via di un’iniziativa imprenditoriale fatta alla fine del secolo scorso da un’azienda ceca, che fu poi copiata da tanti concorrenti, al punto che, ancora oggi, il giallo continua a essere il colore di tantissime matite che si trovano sul mercato.

Vi siete mai chiesti perché la matite sono di colore giallo? La risposta va cercata nel lontano 1889, per la precisione all’Esposizione Universale di Parigi. In quell’occasione i visitatori, oltre alla Torre Eiffel e alle altre meraviglie del XIX secolo, poterono ammirare un nuovo tipo di matita, fabbricata dall’azienda Hardtmuth, che era ricoperta da una lacca gialla. Anzi, dorata.

Fino ad allora le matite, sopratutto quelle considerate “di qualità”, non venivano mai verniciate. Era un modo per mostrare che il legno non presentava imperfezioni e che la superficie era ben levigata. Chi le verniciava, al contrario, lo faceva per nascondere le irregolarità del prodotto. In ogni caso, usava il marrone, il rosso o il nero. Mai il giallo. Era una novità e lasciò tutti sconcertati.

Grafite straniera

matite
Fonte: Koh-I-Noor Pencil advertisement, 1906. Image via Flickr.

L’obiettivo della scelta controcorrente era chiaro, come riportano il sito Pencils.com e il professore Henry Petroski nel suo libro The Pencil: A History of Design and Circumstance: rendere evidente, fin dal primo sguardo, che le matite Hardmuth erano differenti. Il motivo? Le mine. Nello specifico, la grafite di cui erano composte non era più d’origine inglese, come per quasi tutte le matite in commercio fino a quel momento, bensì d’origine siberiana.

Il colore giallo serviva a sottolineare questa differenza, richiamando la Siberia, la vicinissima Cina e in generale la cultura orientale. Nello stato cinese, infatti, il colore giallo richiamava la simbologia imperiale. Gli abiti di colore giallo, ad esempio, erano riservati alla famiglia imperiale, tale tonalità suggeriva quindi ai consumatori mediamente colti, una dimensione di superiorità, di esclusività, di potenza e di ricercatezza.

Successivamente l’azienda Hardmuth aggiunse alle sue matite la scritta Koh-i-noor, dal celebre diamante della Corona britannica. Era un modo per mettere le cose in chiaro: le nuove matite erano preziose e, soprattutto, la grafite per le matite era come il diamante per i gioielli più raffinati. Giocava per suggestioni per nobilitare un prodotto altrimenti comune. Funzionò alla grande, tanto che l’azienda cambiò il suo nome in Koh-i-noor Hardmuth e il marchio divenne famoso in tutto il mondo.

In maniera molto furba, la Hardtmuth decise di impostare una strategia di marketing volta appunto a sottolineare la qualità di questo materiale estratto in terre lontane. La strada era segnata e la matita gialla, preziosa come un diamante, era ormai diventata l’oggetto del desiderio di tutta Europa.  Le aziende concorrenti finirono quindi per seguire la strategia vincente, producendo a loro volta matite gialle e dai nomi orientali, la Faber fu la prima a “copiare” il colore acceso della matita Hardtmuth.

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