Impresa femminile? Occhio al prestito
Autonomia, indipendenza e libertà. Mettersi in proprio, però, richiede risorse economiche: i problemi dei finanziamenti alle piccole e medie imprese rosa.
Autonomia, indipendenza e libertà. Mettersi in proprio, però, richiede risorse economiche: i problemi dei finanziamenti alle piccole e medie imprese rosa.
Ma se state pensando di diventare imprenditrici oltre al coraggio e alla passione, che alle donne non mancano, servono i fondi. E qui è necessario fare particolarmente attenzione alle condizioni applicate in banca: in linea generale le imprese femminili scontano maggiori difficoltà di accesso al credito e condizioni più gravose. Lo rilevano i dati Rete Imprese Italia Imprenditoria Femminile (RIIF) che mette insieme le sigle delle organizzazioni di donne imprenditrici delle cinque confederazioni che la costituiscono (Casartigiani Donne Artigiane, CNA Impresa Donna, Confartigianato Donne Impresa, Terziario Donna Confcommercio, Imprenditoria Femminile Confesercenti).
L’indagine congiunturale sulle micro e piccole imprese femminili di RIIF ha rilevato che è salita al 62% dal 54% la percentuale di aziende femminili che non è riuscita a ottenere un prestito. Se siete comunque tra le fortunate che riescono a spuntarla, fate però attenzione a garanzie, tassi, durata e costi d’istruttoria. Nell’esperienza delle imprenditrici che hanno ottenuto il prestito, rileva l’indagine, questi parametri sono risultati nettamente peggiori rispetto a quelli per i colleghi uomini, confermando un atteggiamento pregiudizievole dell’universo bancario nei confronti delle imprese rosa.
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