La fidanzata di Keanu Reeves non ha un problema. Il problema lo abbiamo noi.

Il punto è che Alexandra Grant non è bella, né brutta. E questo sembra aver gettato nel caso la mente di coloro che accanto a un "sex symbol" pensano debba esserci sempre e solo una giovane bella donna con occhioni da cerbiatta, sopracciglia tatuate e broncetto.

Secondo il giornalista Filippo Facci la scarsa avvenenza di lei è la dimostrazione dell’omosessualità di lui, secondo Lorenzo Tosa sono invece “la più bella coppia di Hollywood, uno schiaffo gentile a tutti i tabù, gli stereotipi, al sessismo e alla meschineria del mondo”.

Loro sono Keanu Reaves e Alexandra Grant, la coppia che ha saturato le nostre timeline a dispetto della discrezione praticata per anni da entrambi e interrottasi sul red carpet del LACMA Gala in cui lei esibiva i capelli bianchi e lui un’improbabile cofana nera (ma ovviamente quella strana era lei).

Pare che i due non avessero fatto in tempo a posare per il tradizionale photocall che già gli haters, bavina alla bocca, vomitavano la propria incredulità verso una coppia in cui lui era un sex symbol e lei non era giovane né aderiva ai canoni estetici contemporanei – occhioni da cerbiatta, sopracciglia tatuate e broncetto. Così, se era stato facile ignorare i fidanzamenti a raffica di Leonardo di Caprio, accettare quello di Keanu Reeves con un’artista di mezza età afflitta da canizie e zampe di gallina aveva messo tutti in agitazione – forse perché significava rassegnarsi alla propria insipienza e ammettere che, in effetti, occhioni e broncetto potrebbero non bastare.

Il fatto è che prima della comparsa sulla scena di Alexandra ci eravamo tutti un po’ innamorate di Keanu, divenuto icona interpretando Neo in Matrix e poi impegnato e dare di sé un’immagine quanto più possibile ordinaria e aliena allo star system. Inutilmente, peraltro, perché nonostante ce la mettesse tutta a tenere il basso profilo, poi faceva sempre qualcosa che lo riportava agli onori della cronaca: si spostava coi mezzi pubblici, cedeva il posto alle signore, praticava gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso (poi raccolti in articoli dedicati come questo del New Yorker , si disinteressava ai social lasciando che fossero i social a occuparsi di lui.

In ultimo, Keanu non ha mai nascosto la tendenza ad accompagnarsi a gente piena di talento come la regista Sofia Coppola o la visual artist Alexandra Grant, appunto, le cui opere sono esposte a Parigi e New York. E siccome la vita aveva riservato al Nostro una dose considerevole di lutti e disgrazie, avevamo tutti sperato che quella patina di tristezza che trapelava dal suo sguardo evaporasse e il suo cuore tornasse a battere per qualcuno.

Purché non per Alexandra. Non per una “bruttina stagionata” totalmente a proprio agio nella mezza età e in grado di scalfire con la sola presenza quell’ideale di bellezza omologato e interpretato attraverso sguardi fissi e sorrisi accennati, quasi a voler essere avatar di se stesse

Le foto che la ritraggano mostrano un compendio esaustivo dei problemi estetici che affliggono le donne di questa età – palpebre pesanti, rughe sparse, capelli bianchi – ma quando i detrattori hanno cominciato a essere troppi la discussione (sì, ci sono state discussioni al riguardo) si è polarizzata e si è iniziato a dire che in realtà Alexandra fosse bellissima, mancando nuovamente il punto.

E il punto è che Alexandra Grant non è bella, né brutta: ella appartiene alla categoria delle Jane Birkin, è cioè una di quelle creature mitologiche che riescono ad affascinare pur trascendendo i canoni estetici tradizionali e che passano dall’essere giovani all’essere vecchie senza mai diventare signore. Per questo la si può vedere mentre ride con tutta se stessa e mentre fa le smorfie, mentre lavora a piedi nudi e mentre raccoglie distrattamente i capelli grigi che volano al vento. E magari si può anche capire perché una donna così venga voglia di averla come compagna di vita più di certe bellezze algide e senza età: perché come diceva Oscar Wild, “le belle donne devono essere lasciate agli uomini privi di fantasia”.

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