È giusto o no abbreviare la data 2020? È un dilemma che nei primi giorni dell’anno ha ossessionato molti utenti social.

È accaduto per via di un messaggio virale che si è diffuso attraverso WhatsApp e che invitava a non abbreviare la data 2020: in altre parole, nel messaggio si sconsigliava di scrivere la data su un documento o su un assegno seguendo il modello GG/MM/AA e optando invece per il modello completo GG/MM/AAAA. Ecco quali parole hanno destato un allarme immotivato:

Consulenza legale per il 2020 – c’era scritto, come riporta Bufale.net – Quando scriviamo una data nei documenti, durante quest’anno è necessario scrivere l’intero anno 2020 in questo modo: 31/01/2020 e non 31/01/20 solo perché è possibile per qualcuno modificarlo in 31/01/2000 o 31/01/2019 o qualsiasi altro anno a convenienza. Questo problema si verifica solo quest’anno. Stare molto attenti! Non scrivere o accettare documenti con solo 20. Fate girare questa utile informazione.

Il suggerimento è giusto e corretto, ma sarebbe bene evitare allarmismi, tanto più che non esistono associazioni o enti di categoria – come gruppi di avvocati – che si sono pronunciati in tal senso. A parlarne sono state singole personalità, come riporta Repubblica, sui social, a partire, ad esempio da Dusty Rhodes, revisore dei conti della contea di Hamilton in Ohio, che ha sollevato su Twitter le proprie perplessità.

Quando scrivete la data nel 2020 – ha twittato – scrivete l’anno interamente. Potrebbe proteggervi se possibile e prevenire questioni legali relativi alle pratiche. Per esempio: scrivete solo 1/1/20, qualcuno potrebbe facilmente cambiarlo in 1/1/2017 (per esempio) e ora la vostra firma si troverebbe su un documento non corretto.

Al tweet ha fatto eco un post pubblicato dal Dipartimento di Polizia di East Millinocket nel Maine su Facebook, che ha suggerito come comportarsi sui documenti legali o professionali, perché la leggerezza nell’abbreviare la data 2020 potrebbe causare alcuni problemi. L’esempio pubblicato dai poliziotti del Maine è stato scritto dal legale George E. Moore e recita:

Quando si firma e si appone la data su documenti legali, non usate 20 in luogo dell’anno 2020. Il 3 marzo 2020, scritto 3/3/20 può essere modificato in 3/3/2017 o 3/3/2018. Proteggetevi. Non abbreviate 2020.

Ne ha parlato sui social anche Ira Rehingold, direttore esecutivo della National Association of Consumer Advocates, che ha riportato l’esempio di un assegno che potrebbe venire postdatato. Non solo: Snopes, che è il sito americano che sfata le bufale, ha aggiunto che documenti e contratti potrebbero venire invece pre-datati e quindi risultare vigenti da una data antecedente a quella in cui l’accordo tra le parti è stato stretto.

Snopes, come pure in Italia fa Bufale.net, avvisa però che al momento non esiste nessuno che abbia messo in atto questo tipo di truffa – ma naturalmente essere cauti non guasta, tanto più che ci troviamo all’inizio dell’anno. Quindi sostanzialmente sì, è buona norma non abbreviare la data 2020 ma non bisogna neppure fasciarsi la testa, anche perché esistono degli strumenti in grado di scoprire se la data su un documento o su un assegno è stata alterata.

Si tratta, in definitiva, di una buona pratica che a qualcuno è venuta in mente sulla base della propria esperienza. Ma, come spesso accade quando una voce viene diffusa sui social network in maniera incontrollata, si rischia di destare allarmismi inutili, che contribuiscono ad amplificare fenomeni che, almeno per il momento, non esistono. Quindi, per rispondere la domanda iniziale: sì, va benissimo non abbreviare la data 2020, è un ottimo consiglio, ma se doveste dimenticarvene, non entrate assolutamente nel panico.

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