Perché dovresti cancellare (subito!) le email che hai letto e non ti servono più
Le e-mail producono inquinamento, non solo per il loro invio ma anche per la loro conservazione: ecco perché.
Le e-mail producono inquinamento, non solo per il loro invio ma anche per la loro conservazione: ecco perché.
È difficile da credere, ma anche le e-mail inquinano, tanto che sono iniziate a circolarne con indicazioni del tipo
Una singola e-mail memorizzata nel cloud produce 10 g di CO2 all’anno. Si prega di prendere in considerazione l’eliminazione di questa e-mail?
È risaputo che stampare le e-mail costituisce un danno per l’ambiente per il consumo di carta, ma lo è anche lasciarle lì dove sono, senza cancellarle.
Una spiegazione viene data da Il Fatto Quotidiano, che riporta una ricerca realizzata dall’Agenzia per l’Ambiente e la Gestione dell’Energia (Ademe). È stato stimato in questo studio che inviare una e-mail dal peso di un megabyte si emette circa 19 grammi di anidride carbonica. È comprensibile: per inviare una lettera digitale dobbiamo accendere un computer e un modem o usare l’hotspot di uno smartphone e il consumo di energia elettrica ha un certo impatto sul pianeta. Ma cosa c’entra la conservazione delle e-mail?
Ogni missiva digitale viene copiata su dei server, e anche quelli consumano energia elettrica in tutti i vari passaggi. A noi sembra nulla perché inviamo la nostra e-mail e dopo pochi secondi il destinatario può visualizzarla, ma questo non significa che ciò non abbia un forte impatto ambientale. La ricerca stima ancora che in un’azienda con 100 dipendenti, che inviano 33 e-mail al giorno per 220 giorni all’anno, si producano 13,6 tonnellate di anidride carbonica, che equivale a 13 viaggi andata e ritorno da Parigi a New York. È tanto, vero?
Le cause dell’inquinamento non si fermano qui. Ansa racconta di un’applicazione interessante, che si chiama How Much CO2 Is Created By, che spiega quanto inquiniamo nelle nostre attività quotidiane. Per esempio, restando sulle applicazioni Internet, Skype produce 24 milioni di tonnellate di CO2 in un anno, mentre Facebook ne produce 13,6 tonnellate. L’intera Rete produce 300 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica.
Anche il resto della tecnologia inquina. Un televisore da 15 pollici produce 15 grammi di CO2 in un’ora, mentre un televisore al plasma da 42 pollici ne produce 220 grammi. Una chiamata di un minuto con lo smartphone produce invece 57 grammi di anidride carbonica.
Non solo tecnologia: tutto quello che facciamo comporta un certo quantitativo di inquinamento. Per esempio, pensiamo che i pannolini lavabili non inquinino affatto e invece no: ogni pannolino è causa di 200 chili di CO2 in un anno (chi li usa sa quante lavatrici si mettono in moto ogni giorno, soprattutto nei primi sei mesi di vita del neonato). La cosa confortante è che le lampadine a basso consumo energetico producono meno di un quinto di anidride carbonica rispetto a quelle a incandescenza.
Quello vegan è probabilmente uno degli stili di vita meno inquinanti, purché il cibo e l’acqua siano reperiti in loco, magari da una fonte vicina o dal proprio giardino. In pratica, se raccogliamo una mela o un limone dal nostro albero in cortile, non inquiniamo affatto, ma se compriamo qualcosa al supermercato è un altro paio di maniche. Acquistare un’arancia provoca l’emissione di un chilo di CO2, esattamente come un hamburger vegetariano, contro i 2,5 chili di un hamburger tradizionale con la carne. Comprare acqua imbottigliata comporta 160 grammi di CO2, mentre una bottiglia di latte 720 grammi e 900 grammi una birra di importazione.
Infine un dettaglio che farà storcere un po’ il naso a tanti futuri sposi. Per un matrimonio con 300 invitati si producono 85 tonnellate di anidride carbonica, mentre un ricevimento con 100 invitati “solo” 5 tonnellate. Non va bene neppure agli sportivi. I mondiali di calcio del 2010 sono stati causa dell’emissione di 2,8 milioni tonnellate di CO2, contro le 820 tonnellate emesse da ogni singola partita.
È chiaro: smettere di produrre anidride carbonica è impossibile (in fondo è alla base della nostra stessa vita) ma a fronte dell’emergenza planetaria cui stiamo andando in contro è quantomeno importante essere coscienti dell’impatto ambientale che le nostre azioni hanno, così da educarci a una maggiore sensibilità e abituarci a piccoli gesti che non ci costano nulla, ma che messi insieme possono fare la differenza, come cancellare una semplice mail.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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