“Oggi ho contato cento nebulose e stasera ho visto qualcosa che credo essere una cometa, domani ne avrò la prova”. Il 1° agosto 1786, Caroline Lucretia Herschel appuntò queste parole sul suo diario, poi pubblicato come memoir insieme alle sue lettere.

“Il corpo osservato ieri notte era una cometa”, scrisse il giorno dopo, aggiungendo anche che non avrebbe avuto pace se non avesse subito comunicato la sua scoperta agli studiosi di astronomia con cui era in contatto.

Quel giorno cambiò per sempre la sua vita: fu però suo fratello William Herschel, già noto astronomo, a essere chiamato a Windsor dalla Famiglia Reale per dimostrare l’eccezionale scoperta. Spiegando il fenomeno, lui lo definì “la cometa di mia sorella”.

Ufficialmente, Caroline Lucretia Herschel divenne così la prima donna della storia ad aver scoperto una cometa, anche se prima di lei c’era stata l’astronoma tedesca Maria Kirch nel 1702. In quel caso, però, il merito era andato al marito, con cui collaborava. Ci vorranno anni, invece, prima di veder arrivare un’altra astronoma eccellente,  Henrietta Swan Leavitt.

Ma chi era Caroline Lucretia Herschel? Come ricorda un articolo della Royal Society, visse in un periodo storico in cui per le donne non era facile affermarsi nella scienza. Nata ad Hannover il 16 marzo del 1750, era figlia di un musicista che credeva nell’importanza di offrire un’educazione a tutti i suoi otto figli.

Dopo aver visto due sorelle morire, a dieci anni Caroline fu colpita da una forma tifoide che minò la sua costituzione per il resto della sua lunga vita. Asmatica, debole e vittima di dolori cronici, si concentrò allora sulla lettura e sullo studio.

Dopo aver perso la vista dall’occhio sinistro, sua madre cominciò a pensare che non si sarebbe mai sposata e che fosse meglio insegnarle a essere una buona domestica. Poi, dopo la morte del padre, i fratelli William e Alexander la invitarono a raggiungerli a Bath, in Inghilterra, dove avrebbe cantato nel coro di una chiesa.

Durante il viaggio, per la prima volta ebbe modo di osservare a lungo il cielo e si appassionò all’astronomia. Negli anni seguenti diventò un’affermata cantante lirica, ma continuava a cercare le stelle. Insieme al fratello William, che nel frattempo aveva lasciato la musica per dedicarsi solo all’astronomia, iniziò a passare sempre più tempo tra telescopi e strumentazioni tecniche.

Mentre il fratello stava sveglio di notte per osservare il cielo, durante il giorno Caroline passava ore e ore ad aiutarlo a pulire e montare i telescopi che lui stesso aveva assemblato. Copiava a mano i cataloghi e le pubblicazioni che lui prendeva in prestito, ma si occupava persino di organizzare i suoi appunti.

Il 28 agosto del 1782 Caroline Lucretia Herschel decise di iniziare il suo diario personale. Nelle prime pagine scrisse “Questo è quello che io chiamo il Registro delle mie Comete”. Un anno dopo appuntò la prima di tante nebulose e poi, nel 1786 arrivò l’agognata cometa. E non sarebbe stata l’unica.

Nel 1786, in seguito alla sua grande scoperta, il re Giorgio III le assegnò un salario annuale: era la prima donna a essere pagata per il suo lavoro come astronoma. Dopo il matrimonio del fratello, due anni dopo, Caroline divenne sempre più indipendente. Tornata in Germania nel 1822, in seguito alla morte di William, proseguì con gli studi e le sue osservazioni.

Nel 1828 la prestigiosa Royal Astronomical Society le assegnò la Medaglia d’Oro, un riconoscimento che non venne più concesso a una donna fino al 1996. Prima della morte, il 9 gennaio del 1848, Caroline Lucretia Herschel si lamentò nel diario di non poter più fare nuove scoperte, per via delle sue condizioni di salute. Sulla sua tomba oggi è ancora possibile leggere la scritta:

Gli occhi di colei che qui abbiamo in gloria sono ora rivolti al cielo stellato.

 

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