7 motivi per non vergognarsi di dire che andiamo dallo psicologo
Quando andiamo dallo psicologo indaghiamo sulle nostre criticità e fragilità, ma non dobbiamo nutrire vergogna, paura, pregiudizi.
Quando andiamo dallo psicologo indaghiamo sulle nostre criticità e fragilità, ma non dobbiamo nutrire vergogna, paura, pregiudizi.
Si avverte una certa vergogna a rivolgersi a un professionista del genere, eppure le nevrosi e le fobie sono all’ordine del giorno: abbiamo incubi, soffriamo di stress, alimentiamo idiosincrasie. E allora perché non andare dallo psicologo? Proviamolo a capire insieme.
Chiunque abbia mai frequentato uno psicologo sa quanto possa essere d’aiuto agli altri. Lo psicologo va a intervenire su delle criticità, come i postumi di un trauma fisico oppure emotivo, un disturbo alimentare, un problema sul lavoro (come il mobbing subito) e così via.
Il professionista della psicologia è importantissimo anche per i neogenitori. Chi vi ricorre perché il figlio ha bisogno di terapia cognitivo-comportamentale, conosce i benefici del parent training: durante le sedute si apprende come interagire al meglio con il proprio bambino, per farlo sentire al sicuro, per risolvere paure e frustrazioni.
Inoltre, molte volte (per lo più in presenza di una disabilità del bimbo), lo psicologo misura preliminarmente i livelli di stress, per capire anche come poter aiutare i genitori in primis.
Tutti – spiega Paolo Colavero, psicologo esperto in Psicopatologia Fenomenologica – potrebbero avere bisogno di uno psicologo perché noi tutti potremmo avere una corazza di fronte alla difficoltà, ma non sempre questa corazza ci supporta, ma ci rende più fragili.
Inoltre tutti abbiamo un temperamento congenito, che potrebbe dover essere limato. A tutto questo si possono aggiungere le situazioni che la vita ci butta sulle spalle. Quando molte variabili della vita ci mettono in difficoltà, potremmo aver bisogno dello psicologo.
Ognuno ha una vulnerabilità di base: se decidiamo di andare dallo psicologo è per curare queste vulnerabilità, per curare le nostre fragilità, affinché nessuno abbia bisogno di interventi estremi, affinché non si arrivi a un crollo “importante”.
Andare da uno psicologo è ancora una pratica ammantata da pregiudizi? In un certo senso sì, anche se naturalmente c’è anche chi non ha paura di dirlo agli altri, anzi di farsene quasi vanto. Il pregiudizio però è più spesso presente dentro il paziente che non al di fuori.
Il grosso dei pregiudizi – continua Colavero – non nasce oggi nella società ma soprattutto in famiglia. Si cerca di tenere anche i famigliari stretti all’oscuro del fatto che si vada da uno psicologo, perché in realtà il pregiudizio è interno al paziente stesso, ed è relativo a quello che il paziente stesso ha fatto credere agli altri di essere.
Il vecchio pregiudizio secondo cui dallo psicologo ci vanno solo i matti è venuto a cadere, oggi dallo psicologo arrivano pazienti motivati, alla ricerca di una propria identità. Anzi, in alcune zone d’Italia è quasi un vanto, è segno di benessere socio-economico, quasi uno status symbol.
Molte persone hanno paura di andare da un qualsiasi medico, dal dentista al ginecologo. Alcuni hanno paura anche di andare dallo psicologo e sono travolti dagli interrogativi: si verrà a sapere quello che dico in seduta? E se lo psicologo mi giudicherà male? Lo psicologo potrà capire che c’è qualcosa che non va in me?
Bisogna ricordare innanzitutto che quello che direte in seduta resterà un segreto tra voi e il vostro professionista di fiducia (a meno che non siate voi a decidere di rivelarlo ad altri). C’è il segreto professionale, lo psicologo non può parlare delle vostre istanze con nessuno, men che meno con i vostri famigliari.
Un altro punto da ricordare è che lo psicologo non vi giudicherà: lui è lì perché conosce la natura umana, vuole aiutare e non giudicare. Infine, se avete paura che qualcosa non vada in voi, dovete tenere a mente che rivolgersi a un professionista è il primo passo verso la voglia di cambiare, di mettere ordine alla propria vita, di sentirsi meglio.
Fragilità e criticità fanno parte dell’essere umano: se queste cose ci portano a sentire di dover andare dallo psicologo non dovrebbero rappresentare per noi una vergogna. Non è neppure un vanto: è semplicemente una cosa che si fa per la nostra salute, come quando ci rechiamo dal ginecologo o dal dentista.
Ecco quali sono le principali situazioni che potrebbero accendere in noi un campanello d’allarme.
Naturalmente le fragilità e le criticità possono essere molte altre. Ma non dobbiamo vergognarci di esse, come non dobbiamo vergognarci di dire a parenti e amici che ci rivolgiamo a uno psicologo. Ecco sette motivi (ma potrebbero essere molti di più) per cui non dobbiamo provare imbarazzo:
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Cosa ne pensi?