Donne e motori: storie di ragazze che guidano e cambiano le gomme
Storie di donne al volante che hanno superato paure, limiti e vinto gli stereotipi.
Storie di donne al volante che hanno superato paure, limiti e vinto gli stereotipi.
Donne che guidano, che superano paure, che non hanno timore di sporcarsi le mani e di salire su un mezzo pesante. Anzi, si divertono a guardare il mondo da sopra un camion in strada o da sotto uno che arriva in officina per essere riparato. Donne che riescono a cancellare l’idea che alle ragazze i motori non piacciano, figuriamoci ripararli o guidarne di potenti. Queste sono le loro storie, in arrivo da tutto il mondo.
La donna al volante che sa quel che fa – e in alcuni casi ne ha fatto pure un mestiere – capovolge lo stereotipo per femmine e motori non vadano d’accordo. Ma i numeri (in arrivo dalla Camera di Commercio) parlano chiaro: al 2019 le camioniste di professione erano quasi 3 mila e le meccaniche più di 1.200. Il 14% del totale della categoria tassisti è donna e da una ricerca di Coldiretti del 2018, le donne sul trattore alla guida di un’azienda agricola erano più di 4 mila. E sono in aumento anche le donne che investono in una carriera da autiste di bus pubblici e privati.
In generale, sulle 39 milioni di patenti di guida attive in Italia (dati dell’Osservatorio Autopromotec al 2019) il vero gap non è sul sesso dei guidatori ma sulle regioni, con una crescita di richieste in Trentino Alto Adige e il fanalino di coda conquistato da Campania e Liguria.
Se non bastassero le storie di donne del passato che hanno cambiato per sempre il settore automobilistico, sono le ragazze di oggi a raccontarci come si sporcano le mani in officina, come sono arrivate a guidare un camion e il loro amore per questi mestieri. Oppure di come sono riuscite ad aggirare una paura profonda riprendendo il volante tra due mani e spostandosi dal sedile del passeggero a quello del guidatore con coraggio e proattività.
Dal Giappone arriva la storia dell’autista di tir Rino Sasaki, che su Instagram racconta la sua quotidianità in sella al suo mastodonte della Volvo. E dall’Italia anche le campagne di comunicazione ormai associano il lavoro delle donne alla guida di mezzi pesanti, come il caso dello spot del 2016 del marchio Latterie Vicentine, che ha messo Brenda in sella a un trattore per passare il messaggio che guidarlo non è mica solo un lavoro da maschi.
Abbiamo raccolto anche i racconti di Alessandra, che ci ha parlato del suo team al femminile in un’officina di Fiano Romano: una storia che mette al centro la forza delle donne e la voglia di andare avanti per dimostrare che non ci sono lavori da maschio o da femmina, ma solo cose per cui si è portati. E poi c’è Marica che ha superato l’ansia della guida dopo diversi anni e ha ripreso il volante in mano per dar voce alla sua determinazione. E per non dipendere più da nessuno.
Alessandra Lucaroni è la proprietaria di un’officina autorizzata SCANIA che si chiama O.R.M.I.A., a Fiano Romano. Il suo gruppo di lavoro è tutto composto da ragazze: Michelle, Cristina e Marta fanno lavori duri con mezzi pesanti, e lo adorano. Alessandra la sua “officina delle donne” l’ha aperta per dare voce a una passione di bambina, eredità di suo padre anche lui meccanico di mezzi pesanti e dell’esercito. Un’infanzia passata in officina da lui, tra carri armati e jeep ha fatto il resto. Le abbiamo chiesto come vive il suo lavoro e se qualcuno le hai mai fatto notare che per una donna è troppo. Ed eventualmente come ha risposto a queste battute infelici.
Ti sei mai trovata davanti a persone che ti hanno detto di non poter fare questo lavoro in quanto donna?
All’inizio è stato complicato. I pregiudizi su donne e motori sono tantissimi, ma con tenacia e dedizione li ho abbattuti uno a uno. Chi è venuto nella mia autofficina ha capito subito quanta competenza c’è dietro e che non fa alcuna differenza se a rispondere alle esigenze di un camionista è una donna. Quando vedono che conosco bene i motori e il mondo dei camion, cambiano atteggiamento e scatta il rispetto. Uno dei traguardi di cui mi sento più fiera lo raggiungo ogni volta che mi lasciano il loro mezzo pesante e mi chiedono di vedere cosa c’è che non va.
Qual è lo stereotipo che proprio non ti va giù nella correlazione tra donne e motori?
Il detto “Donne al volante, pericolo costante” è quello che odio di più in assoluto. Non è che l’uomo alla guida è più spericolato o sportivo: ci sono donne che con una Ferrari tra le mani sanno perfettamente cosa fare. A me è successo e l’emozione dei 270 chilometri orari non la scorderò facilmente.
E il tuo modello di auto preferito? Qual è?
Io amo le Jeep, il mio sogno è una Hummer perché mi dà il senso della potenza, della grandezza. In ogni caso la mia macchina deve essere decisamente sportiva, infatti guido un AUDI Q2!
Marica Ferrillo su Instagram e sul suo blog racconta da anni il suo universo di mamma e content creator ai suoi numerosi followers. Che la adorano e l’hanno amata moltissimo nel periodo in cui ha deciso di raccontare una delle sue paure più grandi: guidare, nonostante la patente presa e rimasta nel portafogli per diversi anni. Una debolezza che per anni l’ha relegata al ruolo di passeggero e l’ha portata a chiedere favori e passaggi perché non riusciva a fare da sola. Determinazione e proattività hanno fatto il resto: oggi è Marica a mettere il piede su frizione e acceleratore per portare in giro la sua famiglia per la bella Napoli.
Cosa ti ha spinto a ricominciare a guidare e come ti senti oggi che ce l’hai fatta?
La cosa che mi ha convinta a cambiare è stata la voglia di non dipendere più da nessuno, oltre che la necessità. Nella vita quotidiana sono una donna molto dinamica e non riuscire a superare questa paura strideva molto con il mio modo di essere. Come mi sento ora? Libera, autonoma e soddisfatta. Non avrei mai pensato di dire che guidare mi piace e invece ora posso farlo a voce alta. E sì, sono anche portata, chi lo avrebbe mai detto?
Qual è la cosa che non ti piace sentire quando si parla di donne al volante?
Spesso sento dire che noi donne al volante siamo imbranate. E perché dovrebbe essere così? Chi può stabilire che una donna che guida abbia meno capacità di un uomo? In realtà il nostro essere pratiche è un valore aggiunto anche mentre siamo un auto.
Qual è il modello di auto che preferisci?
Mi piacciono molto le monovolume, sono spaziose e comode, perfette anche per la mia famiglia. Non è semplice da parcheggiare ma con la pratica lo diventa e questo vale per tutti, donne e uomini.
Digital Editor di costume, online scrivo di serie tv, royals, attualità e lavoro. Mamma di una cinquenne con la testa di una preadolescente, calabrese nel sangue e torinese d'adozione, ho un'opinione su tutto e una tazza di caffè ...
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