Comunicazione assertiva, come esprimersi rispettando se stessi e gli altri
Cos'è la comunicazione assertiva e perché imparare a esprimersi con gentilezza e rispetto migliora ogni relazione. Compresa quella con se stessi.
Cos'è la comunicazione assertiva e perché imparare a esprimersi con gentilezza e rispetto migliora ogni relazione. Compresa quella con se stessi.
Dall’ambito lavorativo a quello familiare o personale, il modo in cui si parla è alla base delle nostre relazioni e di come ciò che vogliamo esprimere viene recepito da chi ascolta.
Durante una discussione è facile che si creino delle incomprensioni dovute magari a un approccio sbagliato, alle parole utilizzate, al tono o all’atteggiamento di chi parla (e anche di chi ascolta).
Un problema che, però, può essere evitato soprattutto se si impara a comunicare in modo assertivo.
Vediamo allora cos’è la comunicazione assertiva, perché è importante imparare a “praticarla” e perché, questo modo di interagire, è uno strumento estremamente prezioso per vivere in armonia sia le relazioni personali che quelle lavorative.
Per prima cosa è bene specificare cosa significa la parola assertività. Questo termine arriva dal latino “ad serere” e significa, appunto, asserire o anche affermare se stessi.
La comunicazione assertiva, quindi, è la capacità (innata o appresa) di esprimere i propri sentimenti, difendere i propri diritti, comunicare un’opinione, scegliere come comportarsi a seconda del contesto e portare avanti le proprie idee o convinzioni, rispettando se stessi e gli altri senza prevaricazione alcuna.
Un elemento chiave in ogni tipo di relazione perché consente di esprimere ciò che si è e il proprio punto di vista, qualunque esso sia, rispettando le idee, i diritti, i bisogni e i limiti degli altri.
Il primo a delineare le caratteristiche di una personalità assertiva fu lo psichiatra statunitense Andrew Salter nel 1949 che, nel suo testo Conditioned Reflex Therapy, la definì come la predisposizione a esprimere i propri punti di vista e le proprie emozioni in modo entusiasta, spontaneo e aperto.
Al contrario, chi ha una personalità “inibita” o passiva, è incapace di comunicare i suoi sentimenti o il suo punto di vista e di assecondare i suoi impulsi naturali per paura di sbagliare e di non ottenere l’approvazione degli altri.
La comunicazione assertiva, quindi, si basa sul rispetto, in primis per se stessi e poi per chiunque si abbia di fronte e sulla volontà e capacità di difendere il proprio pensiero e ciò che si sente, in modo efficace e diplomatico.
E questo, si sa, non è sempre facile. A volte, infatti, anche in modo non intenzionale, capita di esagerare e di cadere in atteggiamenti aggressivi che non giovano a nessuno.
Comunicare in modo assertivo o aggressivo, quindi, possono confondersi, pur essendo due modi di approcciarsi che partono da basi completamente diverse:
Due punti di vista opposti che dipendono anche dal vissuto e dalle esperienze di ognuno e che, ovviamente, portano a risultati molto diversi.
Al contrario della comunicazione assertiva, infatti, comunicare in modo aggressivo genera conflitti, incomprensioni e cattive relazioni. Una condizione per nulla proficua e che, a lungo andare, diventa difficile da risolvere, portando molto spesso a rotture professionali e personali.
Un motivo in più per imparare a comunicare in modo assertivo. Perché si, chi non nasce con questa dote può imparare a farlo, allenandosi.
Come detto, le parole sono importanti ma lo è altrettanto il modo in cui vengono espresse. Per questo, imparare e allenarsi a comunicare in modo assertivo è importante per garantirsi l’efficacia di ciò che si vuole dire.
La comunicazione assertiva si basa su tre cardini:
Come? Onestamente, con un linguaggio adeguato e diretto e sempre nel rispetto delle opinioni e dei diritti altrui. Un esempio di comunicazione assertiva molto semplice (e che quasi sicuramente sarà capitato a tutti), è il modo di esprimere ciò che piace oppure no.
Dire “non mi piace” invece di “non lo sai fare” o “è cattivo” pur non cambiando il concetto finale del nostro pensiero ha un impatto completamente diverso in chi riceve il commento.
Per prima cosa, quindi, prima di comunicare qualsiasi pensiero sarebbe bene valutare due aspetti fondamentali: cosa voglio dire e come dirlo.
Come detto, la comunicazione assertiva si basa sulla comprensione e la consapevolezza di ciò che si vuole esprimere.
Per questo, per imparare a farlo, si può iniziare scrivendo su un foglio il pensiero o concetto che si vuole manifestare, per poi provare a esprimerlo tenendo conto di quanto detto, controllando il linguaggio, il tono e il modo.
Anche l’atteggiamento fisico, infatti, determina la riuscita della comunicazione. L’espressione del viso, la postura, la gestualità, ecc.
La comunicazione non verbale è una componente fondamentale della comunicazione assertiva. Avete presente il detto “vale di più uno sguardo di mille parole”? Questo è esattamente quello che accade.
Il corpo deve essere coerente con ciò che si vuole dire altrimenti la comunicazione perde il suo valore e le parole saranno rese nulle.
Ecco allora qualche esempio per allenare l’efficacia della nostra comunicazione.
Comunicare in modo assertivo significa, prima di tutto, rispettare. Una sorta di “gioco” in cui due persone si impegnano per portare a casa il risultato in modo che entrambi siano soddisfatti della propria partita.
Una logica in cui vengono in aiuto una serie di regole che insegnano come “giocare” e come rendere la comunicazione assertiva parte integrante del proprio modo di esprimersi. Vediamo quali sono e in cosa esercitarsi per diventare persone assertive.
Quando una persona parla bisogna imparare ad ascoltare senza pregiudizi, liberando la mente dalle proprie opinioni personali, in modo da comprendere meglio il suo punto di vista. Per farlo si può:
Per aiutare chi ascolta a comprendere meglio ciò che vogliamo dire (soprattutto in ambito lavorativo) è importante esprimersi in modo chiaro, concreto, positivo e conciso. Restare sul vago può confondere l’uditore e innescare un meccanismo di difesa controproducente. Questo si può ovviare imparando a:
Usare la prima persona facilita la comprensione verso ciò che si sta esprimendo e impedisce a chi ascolta di capire che si sta esprimendo un giudizio verso di loro.
Per esempio, dire “non sono d’accordo” al posto di “ti stai sbagliando” esclude un giudizio ma rimanda a un’opinione del tutto personale.
Dire di no a una situazione è un diritto che nessuno può togliere. Imparare a dirlo nel modo corretto è un modo per rendere il nostro no efficace e comprensibile, sia a livello lavorativo che personale.
Per esempio, motivandolo o aggiungendoci una proposta alternativa “no, non posso fare questo oggi ma potremmo farlo domani” e concludendo sempre in modo positivo e propositivo.
Il linguaggio del corpo è fondamentale nella comunicazione assertiva. Per questo allenarsi e imparare a muoversi è indispensabile per essere davvero assertivi.
Guardare negli occhi la persona con cui si parla, usare un tono fermo, deciso ma mai aggressivo, controllare che le espressioni del viso siano coerenti con quello che si vuole comunicare, sono tutti tasselli che vanno a completare l’efficacia del modo di esprimersi.
Vediamo allora alcuni esempi di comunicazione assertiva e come queste regole vengono messe in pratica.
Un modo di comunicare sicuramente più gentile e attento a chi ci sta intorno ma che non mette in secondo piano le proprie intenzioni e obiettivi. Ma perché la comunicazione assertiva è così importante e quali sono i vantaggi nell’imparare a esprimersi in questo modo?
Relazionarsi efficacemente e avere un atteggiamento assertivo in tutti gli ambiti della vita porta senza dubbio a tutta una serie di benefici, soprattutto a livello personale come:
Ma non solo. Comunicare in modo assertivo, infatti, può favorire le relazioni e la capacità di risolvere possibili conflitti in modo pacifico e con successo, migliorando i rapporti interpersonali e, soprattutto in ambito professionale, dando la possibilità di lavorare insieme più produttivamente.
In più, imparare a gestire in modo positivo le situazioni anche critiche che si possono verificare, implica il riconoscimento sia personale che esterno di un ruolo chiave e costruttivo, in qualunque tipo di relazione. E questo non può far altro che portare a effetti positivi su più fronti e a lungo termine.
Ecco, quindi, qualche consiglio per approcciarsi al meglio a questo nuovo modo di comunicare e, per estensione, anche di vivere.
Nessuno è perfetto e rispondere con un “sì, è vero” anche alle critiche che ci riguardano è un passo fondamentale nella propria crescita personale.
Uno step di consapevolezza e accettazione, per cui non è necessario scusarsi ma che, al contrario, ci rende più consci, veri e simili a quello che siamo veramente. E non c’è conquista migliore.
Vivo seguendo il mantra "se puoi sognarlo puoi farlo". Sono una libera professionista della vita. Una porta verde, una poltrona rossa e una vasca da bagno sono le mie certezze, tutto il resto lo improvviso.
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