Backlash effects: se le donne devono "maschilizzarsi" per essere prese sul serio
Se dimesse, non ottengono obiettivi. Se autorevoli, vanno incontro ai backlash effects. Perché per le donne il mondo del lavoro è sempre così difficile?
Se dimesse, non ottengono obiettivi. Se autorevoli, vanno incontro ai backlash effects. Perché per le donne il mondo del lavoro è sempre così difficile?
Complice un sistema dichiaratamente pro-maschio, le donne si trovano generalmente ad avere a che fare con domande scomode in fase di colloquio sulle velleità matrimoniali o il numero di figli auspicabili (per inciso, pensiamo che fino al 1963 c’era una legge che permetteva ai datori di lavoro il licenziamento delle lavoratrici in caso di nozze), e con difficoltà oggettive a smuovere la scala mobile delle opportunità professionali, finendo con il restare bloccate sotto quel glass ceiling che non permette loro di avanzare.
Ma i guai, se sei donna e vuoi lavorare, non finiscono qui; le donne devono infatti fare i conti anche con il backlash effect, l’effetto contraccolpo.
In generale, un backlash è un atteggiamento di aperta ostilità a un’idea o a una situazione, ed è usato per riferirsi a reazioni che avvengono dopo un certo tempo, e non contestualmente al momento in cui l’idea o la situazione si verificano. A far scaturire la reazione è il successo o la popolarità di cui sta godendo quella situazione/idea.
Il termine è stato applicato a femminismo e diritti delle donne da una trentina d’anni circa, ed è spesso percepito come una reazione al femminismo da politica e media. In realtà, però, molto spesso questo “effetto contraccolpo” si avverte in ambito lavorativo, per motivi per precisi, e si definisce quindi come l’insieme di ripercussioni sociali ed economiche per comportamenti non conformi agli stereotipi di genere.
Generalmente le donne tendono a essere percepite come soggetti meno competenti, ambiziosi e competitivi rispetto agli uomini, perciò è molto facile che siano trascurare per posizioni di leadership. Verrebbe da pensare che, per rendersi “visibili” come i colleghi uomini, le donne debbano adattarsi e adottare quindi le caratteristiche maschili, quindi mascolinizzarsi, a tutti gli effetti.
Peccato che qualità del genere, su una donna, non siano apprezzate, ed è proprio qui che ha luogo il contraccolpo, ovvero il backlash effect. Non a caso, viene a crearsi tutta quella serie di stereotipi, ad esempio, sulla donna in carriera o sulla donna forte.
Quanto il dilemma comporti conseguenze negative per le donne appare chiaro, perché in pratica il genere femminile è penalizzato in ogni fase della sua carriera. E la colpa è da attribuirsi, naturalmente, agli stereotipi di genere.
Gli stereotipi di genere prevedono due personalità:
È piuttosto chiaro che, nel mondo del lavoro, si ritenga che gli uomini abbiano personalità agentic, le donne communal. Ciò significa che, per sperare di esser assunte, le donne devono dimostrarsi modeste, dato che, se enfatizzassero la fiducia in sé o le propri abilità, dimostrando una personalità forte e decisa, attirerebbero i backlash effects e, probabilmente, non otterrebbero il lavoro.
Ma, anche una volta ottenuto il lavoro, si pone nuovamente il problema in fase di negoziazione del salario, visto che anche qui sono richieste doti come l’assertività e la capacità persuasiva, di nuovo non considerate communal. La donna, incredibilmente, si trova davanti a un bivio che è in pratica un vicolo cieco: assumere un atteggiamento agentic e rischiare il backlash effect, oppure mostrarsi accomodanti e, sostanzialmente, preservare il gender pay gap.
Gli stereotipi di genere entrano in gioco anche nel momento della promozione di sé, visto che una donna con personalità agentic risulterà sgradevole e avrà meno opportunità di fare carriera rispetto agli uomini, cui tale personalità è naturalmente richiesta. Peraltro, in quelle rare eccezioni in cui la personalità agentic femminile non viene screditata, è comunque difficile ottenere ricompense tangibili, a fronte di un diverso trattamento nei confronti del sesso maschile.
Una situazione del genere, naturalmente, porta le donne a una sola riflessione: in quanto donna, qualsiasi scelta lavorativa si prenda risulterà sempre sbagliata, per un verso o per l’altro. Qual è allora la prima, e più tangibile, conseguenza di questa considerazione? Che sempre più donne decidano di abbandonare i ruoli manageriali, non per motivi familiari ma perché incapaci di sfondare il tetto di cristallo per questioni che non dipendono da loro.
Gli stereotipi sono talmente radicati nella nostra cultura da far scaturire bias e reazioni negative anche solo a livello inconscio, e i backlash effects in particolare hanno il ruolo di preservare gli stereotipi culturali che impediscono alle donne di risultare “conformi” all’aspettativa.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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