Pleasure gap: perché le donne sono meno soddisfatte sessualmente degli uomini
Ci sono dei modi per contrastare il pleasure gap, ossia quel fenomeno in base al quale le donne sono sessualmente meno soddisfatte degli uomini: ecco quali sono.
Ci sono dei modi per contrastare il pleasure gap, ossia quel fenomeno in base al quale le donne sono sessualmente meno soddisfatte degli uomini: ecco quali sono.
Il piacere è lo stesso per gli uomini e per le donne? Generalmente si ha come l’impressione che le donne siano meno soddisfatte degli uomini tra le lenzuola, e in effetti si tratta di un vero e proprio fenomeno, che prende il nome di pleasure gap.
Il nome anglofono significa letteralmente «discrepanza del piacere», ossia il divario della soddisfazione che esiste tra uomini e donne nei rapporti sessuali. Come riporta Image, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) pubblica ogni anno un indice sulla parità di genere: nel 2019 ha rilevato che il 91% degli uomini contro il 39% delle donne raggiunge sempre o normalmente l’orgasmo durante gli incontri sessuali.
Inoltre, le donne hanno più orgasmi quando si masturbano rispetto a quando hanno un rapporto penetrativo con il partner, e che le donne lesbiche hanno una vita sessuale più appagante rispetto alle eterosessuali. Naturalmente, ricerche di questo tipo hanno sempre dei limiti, come considerare il sesso penetrativo il solo possibile in una coppia etero, oppure utilizzare l’orgasmo come metro di giudizio, dato che le donne possono provare estremo piacere in rapporti non penetrativi e che il loro grado di soddisfazione non si può misurare solo con il climax.
Esiste un libro illuminante sull’argomento. Si intitola appunto The Pleasure Gap ed è stato scritto da Katherine Rowland, una medica antropologa che ha scandagliato le diseguaglianze sociali nel piacere delle donne americane rispetto alle loro controparti maschili.
«In generale – ha detto Rowland all’Oprah Magazine – le donne hanno una gamma sessuale molto più dinamica rispetto agli uomini e le loro esperienze non sempre seguono la tipica progressione lineare maschile dall’eccitazione all’eiaculazione. Alcune non hanno mai sperimentato un orgasmo, mentre altre sono multiorgasmiche. Alcune richiedono tipi di stimolazione altamente specifici, mentre altre sono in grado di pensare al sesso semplicemente. Molte donne provano piacevoli sensazioni simili all’orgasmo in parti del corpo che vengono spesso trascurate durante il sesso. E poi ci sono casi di donne che riferiscono di avere un orgasmo durante periodi in cui sicuramente non provano piacere, anche durante un’aggressione sessuale. Quindi fissarsi sull’equità di un rapporto 1–1 tra orgasmi maschili e femminili suggerisce erroneamente che la parità erotica per le donne significa fare sesso proprio come gli uomini.»
Ci sono alcuni modi per eliminare questo dislivello di piacere, soprattutto alla luce di quanto detto, in particolare in relazione ai rapporti etero confrontati con quelli omosessuali.
«Le donne che vanno a letto con le donne – ha affermato ancora Rowland nell’intervista – hanno spesso lavorato di più pensando a cosa le eccita e le fa sentire bene rispetto alle donne etero. Inoltre, tendono a impegnarsi in modo più coerente in una gamma più ampia di atti sessuali rispetto alle donne che dormono solo con uomini, per le quali il sesso penetrativo è l’attività predefinita o il presunto evento principale. E sappiamo che il sesso del pene nella vagina non ha, da solo, una grande esperienza nel conferire il piacere femminile, anche se sia gli uomini che le donne che hanno rapporti tra loro sono stati condizionati a percepirlo come la pietra miliare dell’intimità. Le donne riferiscono di aver bisogno di altre forme di stimolazione, in aggiunta o separate dal sesso penetrativo, per divertirsi appieno.»
Un forte strumento per cambiare le cose potrebbe essere l’istituzione capillare di un’educazione sessuale unita a un’educazione sentimentale. Che non significa insegnare ai giovani che si fa sesso solo per amore, ma vuol dire aiutare a comprendere le responsabilità che il sesso comporta. E una delle responsabilità è avere consapevolezza del proprio piacere e di quanto la ricerca del piacere debba essere uguale per ragazze e ragazzi, senza tabù, senza pregiudizi di genere. E c’è molto lavoro da fare se ancora oggi utilizziamo delle parole errate per riferirci alle parti del nostro corpo, come quando diciamo vagina invece di parlare della vulva.
Inoltre è fondamentale, ammettere che il sesso fa parte della nostra vita e che questo non rappresenta un problema. Far sentire a proprio agio le persone quando si parla di sesso, le aiuta ad aprirsi al momento giusto con il proprio partner e quindi essere più chiari su ciò che piace e che non piace a letto. È inoltre importante imparare a conoscere le nostre differenze, perché, anche solo restando in tema di orgasmo, ogni persona ha determinati bisogni per raggiungerlo. Un buon training può essere rappresentato sempre dal processo di conoscenza del nostro corpo che passa attraverso la masturbazione, che si faccia con i sex toy o a “mano libera” poco importa.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Cosa ne pensi?