Essere "yaramiso": uomo, over 30 e vergine. Numeri e motivi di un "caso" giapponese
Il Giappone ci appare da sempre un Paese in cui l'erotismo è una costante, ma è anche il Paese degli yaramiso, uomini che sono vergini a 30 anni o più.
Il Giappone ci appare da sempre un Paese in cui l'erotismo è una costante, ma è anche il Paese degli yaramiso, uomini che sono vergini a 30 anni o più.
Il Giappone rappresenta spesso per noi occidentali una terra ricca di mistero. E a volte di contraddizione. Uno dei fenomeni apparentemente contraddittori che possiamo notare nel Paese del Sol Levante è quello degli yaramiso, ultratrentenni vergini e single.
Alcuni di loro frequentano degli speciali corsi in cui si avvicinano all’“argomento donne”: non si tratta di lezioni di becero rimorchio, ma di approccio alle specificità del corpo femminile, magari attraverso il disegno dal vero alla presenza di modelle e altre discipline. Quanto più il tempo va avanti però, le loro possibilità di fare sesso diminuiscono mano a mano, perché subentrano prima la timidezza e poi l’insicurezza. E il fenomeno è su ampia scala.
Focus Giappone spiega che il termine viene da “yaru” e “misoji”, che significa letteralmente “trentenni che non fanno sesso”. Secondo Tokyo Reporter, si tratta di ragazzi non molto popolari, che non sono desiderabili perché le donne non trovano in loro comprensione e complicità: di solito a 30 anni una donna immagina di avere a che fare con un uomo maturo, che abbia imparato molto dalle proprie passate relazioni. Ma questi ragazzi non sono solo vergini, quasi sempre sono anche single da sempre e non per loro scelta, perché hanno il desiderio di avere una donna accanto.
Per alcuni si tratta solo di trovare la donna giusta (come accade nella commedia di Judd Apatow 40 anni vergine, scurrile e profonda al tempo stesso), ma ci sono anche degli ostacoli “tecnici” all’incontro della vita. Da un lato molte coetanee degli yaramiso sono già sposate o comunque impegnate in una relazione seria. Dall’altro, durante le feste di matchmaking ci sono spesso rigorosi limiti d’età per l’ingresso, quindi non è possibile per questi uomini incontrare una donna che sia magari più giovane di loro.
Nel 2010, il National Institute of Population and Social Security Research ha scoperto che un trentenne giapponese su 4 era ancora vergine. A essere precisi parliamo del 26,1% degli uomini tra i 30 e i 34 anni, mentre parliamo di un corrispettivo del 23,8% delle donne nella stessa fascia d’età. Secondo Ndtv, nel 1992 era stata realizzata un’indagine simile, in cui però la percentuale di era attestata al 22%.
Nello specifico del sondaggio del 2010: il 68% dei giovani di 18-19 anni in Giappone ha dichiarato di essere vergine. In Europa il dato era molto diverso, dato che una ricerca commissionata da Durex ha scoperto che i tassi di verginità tra i maschi di 15-20 anni erano molto più bassi nel nostro continente. Per esempio meno del 20% dei giovani tedeschi non aveva avuto rapporti sessuali prima di raggiungere i 20 anni, mentre anche in Turchia, che è una nazione molto conservatrice, la cifra era solo del 37%.
A questi dati vanno aggiunti anche quelli riportati da Gq: solo il 24% degli uomini giapponesi è soddisfatto della propria vita sessuale e in un terzo dei matrimoni non avvengono rapporti sessuali. Inoltre, una cifra compresa tra il 20 e il 40% degli uomini giapponesi ha pagato almeno una volta una professionista del sesso. Dei numeri insoliti in una nazione che ci appare ipersessualizzata (dalle mutandine femminili usate allo shibari, passando per varie pratiche più o meno famose), anche in forza dei numerosi locali erotici presenti: 3500 solo nel distretto di Kabukichō, a Tokyo.
Abbiamo parlato di ostacoli tecnici, che però non sono tra le cause del fenomeno, sebbene inneschino indubbiamente un circolo vizioso. La causa appare essere una e una sola, anche se a 360 gradi: il lavoro. Per alcuni uomini il lavoro è troppo e non si ha tempo, per altri dal 1992 (anno del primo sondaggio) al 2010 (anno del secondo sondaggio) è avvenuto un rallentamento economico che ha prodotto una generazione di giovani precari incerti sul proprio futuro. In altre parole, questi trentenni lottano in primis per trovare un lavoro sicuro e a tempo pieno: non c’è posto nelle loro vite per la ricerca dell’amore. Anche conoscendo solo approssimativamente il Giappone, si sa quanto sia forte e pressante la loro etica del lavoro.
Molti uomini – dice l’esperta di matchmaking Yoko Itamoto – sembrano aver perso la fiducia in quanto hanno perso la propria forza economica. Negli ultimi decenni, la situazione per gli uomini giapponesi è stata molto dura e competitiva.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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