Quando parliamo di aborto, non parliamo solo delle procedure strettamente legate all’intervento (nel caso dell’IVG chirurgico) o alla somministrazione (nel caso dell’IVG farmacologico), ma di tutta una serie di informazioni che precedono o seguono l’evento, e che spesso non vengono condivise con le donne che scelgono di interrompere la gravidanza.

In molti casi, le donne che cercano informazioni sui loro aborti sono molto più preoccupate per questioni che potremmo considerare come collaterali all’IVG in sé; questo avviene, plausibilmente, perché il dibattito che investe l’aborto è quasi esclusivamente incentrato sull’aspetto etico e morale, più che sulla necessità di garantire un accesso sicuro e completo alle donne.

Le informazioni, troppo spesso, risultano lacunose e di difficile reperibilità, tanto che le donne si trovano troppo spesso sole a vivere un’esperienza che per quanto personale, dovrebbe sempre ricondurre al senso di comunità di una società civile, capace di accogliere e intercettare i bisogni, nonché rispondere in maniera adeguata a tutte i dubbi, offrendo informazioni chiare e complete.

Utopia? Probabilmente sì, tuttavia oggi vogliamo provare a fornire qualche notizia che potrebbe tornare utile, che sia il vostro aborto o quello di una persona a voi cara, e che sicuramente potrebbe permettere a tutte e a tutti di favorire processi di consapevolezza e autodeterminazione.

Come prepararsi all’aborto?

Partiamo dalle basi: informarsi sulla procedura che permettere di accedere all’aborto è sicuramente il primo passo per avere un quadro della situazione completo, sia rispetto alle tempistiche che rispetto agli step da seguire. Molte volte, prese dall’ansia e dalla paura, possiamo correre il rischio di muoverci come schegge impazzite, cosa che non solo non aiuta nella risoluzione della questione, ma anzi crea solo maggiore confusione.

Sarebbe cosa buona, dunque, sedersi e prendersi un momento, da sole o in compagnia se può aiutare a stemperare la preoccupazione, per comprendere tutto l’iter e quali sono i passaggi necessari da seguire.

Potrebbe apparentemente sembrare una perdita di tempo, ma ricordiamoci che incrementare i processi di empowerment personale già nella fase di recupero delle informazioni, aiuterà a gestire l’aborto con meno ansia, e soprattutto acquisire la certezza che parliamo di una pratica medica e sanitaria assolutamente sicura.

Come prepararsi all’intervento?

Nel caso di aborto chirurgico, nella fase pre-operatoria sarà necessario consumare una cena leggera ed evitare, dunque, di assumere cibi solidi successivamente, nonché ovviamente bisogna presentarsi a stomaco vuoto la mattina dell’intervento.

Sarebbe utile, dunque, presentarsi in ospedale con un borsone con tutto il necessario: un pigiama (ricordiamo che l’aborto chirurgico avviene in day hospital, per cui si va la mattina e si esce nel pomeriggio), assorbenti esterni, del cibo, in quanto è molto probabile che si possa avere una gran fame al risveglio dall’anestesia, e soprattutto, portare tutto quello che potrebbe aiutare a distrarsi.

E sì, a volte i tempi d’attesa sono abbastanza lunghi, o magari l’ansia potrebbe dilatarli ancora di più, per cui potrebbe essere importante tenere la mente occupata. Possiamo pensare a un libro, giochi sul cellulare, o anche semplicemente una o più persone di riferimento a cui scrivere e che possano distrarci per ingannare l’attesa

In questo caso, evitiamo magari persone particolarmente ansiose o preoccupate, magari abbiamo un’amica simpatica che può mandarci qualche video divertente, oppure un parente che ci aiuti a prepararci con la giusta leggerezza, senza quel carico di tensione da cui dovremmo assolutamente stare alla larga. Se invece sentiamo di avere bisogno di relax, potremmo ascoltare della musica che ci aiuti a distenderci, oppure fare un po’ di meditazione per alcune potrebbe essere la soluzione migliore.

Ricordiamo che probabilmente insieme a noi ci saranno altre persone che devono abortire. In questo caso affrontare una conversazione potrebbe essere utile, ma potrebbe anche incrementare le ansie e preoccupazioni, perché in fondo sono condivise. Se sentiamo che la conversazione intrapresa non ci fa sentire al sicuro, ma anzi genera agitazione, non bisogna aver timore di allontanarsi e occupare il tempo in altro modo, anche a rischio di risultare sgarbata. Se invece ci sentiamo sicure e per niente preoccupate, potremmo essere noi a essere d’aiuto a qualche altra donna che in quel momento non sta affrontando la situazione con la nostra stessa tranquillità.

Se dovessimo farci accompagnare da qualcuno, ricordiamo che la persona non potrà entrare all’interno del reparto ma dovrà aspettare fuori.

In ogni caso, dopo l’intervento, cerchiamo di non ritornare da sole a casa, ma proviamo a individuare qualcuno che possa accompagnarci. Questo perché ogni corpo è diverso e ogni persona reagisce in maniera differente, anche se parliamo di un intervento breve, per cui potremmo non sentirci in forma per guidare o tornare a casa a piedi o con i mezzi, e sarebbe sempre il caso che ci fosse qualcuno con noi.

Per quanto riguarda l’aborto farmacologico, invece, non è necessario portare un ricambio in quanto bisogna assumere le pillole a due giorni di distanza. Anche in questo caso, ricordiamo che non sappiamo quanto sarà lunga l’attesa, quindi è sempre utile portare un diversivo per intrattenerci.

Il consiglio rispetto a questo tipo di somministrazione riguarda soprattutto la possibilità di regolare la nostra vita e i nostri impegni, familiari oppure lavorativi, considerando che bisognerà andare in ospedale due volte, ovvero il giorno della prima somministrazione e dopo 48 ore per la seconda. In particolare, dopo la seconda somministrazione, potrebbe essere utile prendere un giorno di riposo dalle normali attività.

Anche in questo caso sarà utile individuare una persona che possa accompagnarci in ospedale e riaccompagnarci a casa.

Anestesia

Ecco una delle questioni più importanti per le donne che devono affrontare l’aborto chirurgico: la paura dell’anestesia. Tra tutte le preoccupazioni che riguardano l’IVG questa è forse la più frequente.

In molti Paesi d’Europa è possibile scegliere tra i due tipi di anestesia, per cui tra la locale e la totale, mentre in Italia purtroppo molto spesso non è possibile. Anzi, secondo la relazione del Ministero della Salute sull’applicazione della legge 194/78 per l’anno 2018 risulta ancora massivo l’utilizzo dell’anestesia totale (52,8%). Ricordo che una ragazza consigliava di farsi accompagnare da un pensiero felice prima di addormentarsi, che mi sembra un consiglio molto utile.

In ogni caso parliamo, anche nel caso nell’anestesia totale, di una sedazione lieve per un tempo molto limitato, per cui facciamoci forza e pensiamo che sarà un intervento breve e sicuro.

Quando possiamo tornare a fare sesso dopo un aborto?

Secondo Women on Web è possibile ricominciare ad avere rapporti sessuali dopo un aborto farmacologico dopo circa una settimana dall’assunzione del Misoprostolo, in quanto la cervice potrebbe essere ancora leggermente aperta e c’è un rischio maggiore di infezione. In caso di aborto chirurgico le indicazioni oscillano tra i 15 e i 20 giorni. In ogni caso, sicuramente uno degli indicatori maggiormente utili può essere quello dell’interruzione di perdite post aborto.

Per quanto riguarda invece l’aspetto più strettamente personale, non c’è un tempo preciso per scegliere di riprendere una attività sessuale, per cui bisogna anzitutto ascoltarsi e non affrettare le cose se non ci sentiamo pronte in quel momento. Le paure maggiori sul sesso dopo l’aborto riguardano soprattutto la possibilità di restare nuovamente incinte, per cui è consigliabile, attraverso una consultazione ginecologica, adottare un metodo anticoncezionale sicuro che possa permetterci di sperimentare maggiore sicurezza rispetto al rischio di nuove gravidanze indesiderate.

Questi sono soltanto alcuni dei temi su cui molte donne cercano informazioni che hanno difficoltà a reperire e su cui in molti casi non vengono nemmeno informate quando decidono di intraprendere questo percorso.

Ricordiamo, ancora una volta, che l’aborto è un’esperienza della vita assolutamente comune, molte donne lo hanno vissuto e altre ancora lo vivranno; la cosa importante, in ogni caso, è sentirsi sicure delle proprie scelte e individuare sempre fonti corrette di informazione che ci permettano di poter vivere il nostro aborto con maggiore serenità e consapevolezza.

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