Tammi Terrell, una donna di talento, massacrata dagli uomini e dalla vita
Icona della Motown degli anni '60, famosa per i suoi duetti con Marvin Gaye, Tammi Terrell si spense a soli 24 anni.
Icona della Motown degli anni '60, famosa per i suoi duetti con Marvin Gaye, Tammi Terrell si spense a soli 24 anni.
Quando Tammi Terrell fu chiamata per duettare con Marvin Gaye, nel 1966, il suo nome era sconosciuto ai più, nonostante avesse alle spalle già numerose collaborazioni blasonate. Lui, invece, era il principe dell’etichetta Motown, che per lanciare l’insolito due scelse la canzone Ain’t No Mountain High Enough. La voce cristallina di lei e il cantato soul di lui fecero il resto, regalandoci un pezzo che non ha mai perso la sua freschezza.
Era un incontro scritto nelle stelle, che presto si rivelò destinato a una breve congiunzione astrale. Un anno dopo, nell’ottobre del 1967, Tammi Terrell svenne tra le braccia di Marvin Gaye durante un concerto in Virginia: si trattò del fulmineo inizio di un rapido declino.
Nata a Philadelphia il 29 aprile del 1945 con il nome di Thomasina Winifred Montgomery, Tammi Terrell era figlia di un’aspirante attrice e di un barbiere. La sua infanzia fu segnata dal dramma: violentata a 11 anni da tre giovani, negli stessi anni iniziò a soffrire di forti emicranie che l’avrebbero accompagnata per il resto dei suoi giorni.
Scoperta a 15 anni dal produttore Luther Dixon, registrò i primi singoli usando il nome di Tammy Montgomery e fu scelta come corista per la band di James Brown. Proprio con lui, racconta il documentario Unsung: Tammi Terrell, intrattenne una breve relazione, iniziata nel 1962 e terminata bruscamente nel 1963, dopo che lui la picchiò brutalmente per non essere stata presente a un suo spettacolo.
La sua carriera non sembrava decollare come previsto: decise allora di andare al college e studiare medicina. L’occasione vera giunse qualche anno dopo, mentre era in tour con il cantante soul Jerry Butler; durante una data a Detroit, il fondatore della Motown Berry Gordy la vide e la convinse subito a firmare un contratto. Fu proprio lui a sceglie il nome d’arte Tammi Terrell, che suonava più sensuale, e a lanciarla un anno dopo, nel 1966.
Nello stesso anno conobbe e si innamorò del cantante dei Temptations, David Ruffin, che le chiese di sposarlo sul palco. Subito dopo scoprì che era già sposato, aveva tre figli e persino un’altra fidanzata ufficiale. Seguirono molti litigi, culminati nell’affronto finale: quando lui la colpì con il casco della moto, finalmente decise di lasciarlo.
I Can’t Believe You Love Me, primo singolo della “nuova” Tammi Terrell, entrò nella classifica R&B, seguito da Come On and See Me e da due classici come All I Do (Is Think About You) di Stevie Wonder e This Old Heart of Mine (Is Weak for You) degli Isley Brothers.
La Motown ebbe quindi l’intuizione di proporla per duettare con Marvin Gaye. Nel giro di 12 mesi, dall’aprile del 1967, registrarono insieme quattro delle canzoni di maggiore successo dell’etichetta, ma Tammi Terrell non ebbe sufficiente tempo per assistere al suo trionfo.
Dopo essere crollata sul palco nell’ottobre del 1967, le fu diagnosticato un tumore cerebrale maligno, a cui seguirono diverse operazioni chirurgiche. Nel 1969, sfiancata e fragile, Tammi Terrell dovette arrendersi e dire addio agli studi di registrazione, che aveva continuato a frequentare nonostante la malattia.
Nello stesso anno uscì Irresistible, il suo unico album da solista, a cui non potè seguire un tour. Si esibì per l’ultima volta nel 1969 all’Apollo Theatre di New York, il leggendario club dove molti cantanti soul, jazz e R&B avevano mosso i loro primi passi: sul palco con lei c’era Marvin Gaye.
Morì un anno dopo, il 16 marzo del 1970, ormai cieca e costretta su una sedia a rotelle dopo otto delicati interventi al cervello. Marvin Gaye, con cui aveva avuto un rapporto platonico e quasi fraterno, non superò mai la sua morte: fu proprio da quel momento che iniziò ad abbandonarsi a una spirale depressiva. Durante il funerale di Tammi Terrell, lesse alcune parole per l’amica mentre in sottofondo suonava il loro duetto You’re all I need to get by.
Web content writer e traduttrice. Parlo poco, scrivo tanto e cito spesso Yeats.
Cosa ne pensi?