Transizione di genere: la guida, se non definitiva, informata a tutti gli aspetti
Quali sono i percorsi che una persona trans* deve seguire per il gender affirming? Ecco una guida alla transizione di genere mtf e ftm.
Quali sono i percorsi che una persona trans* deve seguire per il gender affirming? Ecco una guida alla transizione di genere mtf e ftm.
Durante il corso della loro vita alcune persone trans* (non tutte, dobbiamo sempre tenerlo a mente) decidono di intraprendere un percorso di riaffermazione del genere (detto anche percorso gender affirming o percorso di transizione).
La terapia ormonale/gender affirming prevede l’assunzione di steroidi sessuali (quindi ormoni) con lo scopo di adeguare le proprie caratteristiche fisiche alla propria identità di genere e alleviare la disforia di genere, la discrepanza che vi è tra il genere percepito e il sesso assegnato alla nascita.
Intraprendere questo tipo di percorso non è in nessun modo obbligatorio e/o indice di una maggiore validità e rispettabilità della persona che lo sceglie.
Ci sono due pratiche molto importanti da prendere in considerazione prima di intraprendere un percorso gender affirming: autodeterminarsi e informarsi.
In Italia ci sono vari centri (pubblici e privati) specializzati in disforia di genere che si occupano di supportare le persone trans* prima, durante e dopo il loro percorso di transizione. Dobbiamo ricordare che l’iter del percorso può variare da persona a persona e da regione a regione.
Vediamo ora quali sono i passi da seguire, in Italia, per poter accedere al percorso gender affirming:
In Italia si può intraprendere il percorso gender affirming solo se:
La terapia mascolinizzante, quindi quella che prende in considerazioni gli uomini trans*, si basa sulla somministrazione dell’ormone sessuale maschile, il testosterone.
Questo può essere somministrato per via intramuscolare attraverso delle iniezioni o per via transdermica (attraverso la pelle) mediante l’applicazione di gel.
Gli interventi chirurgici a cui possono sottoporsi le persone trans* consistono nella modifica delle caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie con l’obiettivo di adattare l’aspetto fisico della persona alla sua identità di genere.
Per poter accedere alle operazioni, in Italia, bisogna aver ottenuto l’autorizzazione rilasciata con sentenza dal Tribunale di residenza.
Come abbiamo già detto, solo alcune persone transgender decidono di sottoporsi a un trattamento chirurgico, il quale rimane una scelta libera e personale.
È fondamentale che la persona sia informata che non è in alcun modo obbligata a sottoporsi a tali operazioni e che, purtroppo, non si tratta di una chirurgia in grado di assegnare in modo completo e/o del tutto soddisfacente i caratteri sessuali desiderati.
Vediamo ora quali sono le operazioni a cui possono sottoporsi gli uomini trans*:
La terapia femminilizzante, quindi quella che prende in considerazione le donne trans*, si basa sulla somministrazione di estrogeni, i principali ormoni sessuali femminili e gli anti-androgeni.
Questi possono essere somministrati per via orale sotto forma di pillola o per via transdermica tramite gel.
Anche in questo caso, per poter accedere alle operazioni, bisogna aver ottenuto l’autorizzazione rilasciata con sentenza dal Tribunale di residenza.
Le donne trans*, se lo desiderano, possono sottoporsi a queste operazioni:
Le persone trans* che lo desiderano possono chiedere al Tribunale di residenza la rettificazione del nome e del sesso sulla propria carta d’identità.
La Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale hanno stabilito che, anche se la persona non richiede di sottoporsi a interventi chirurgici di affermazione di genere, potrà comunque rettificare i propri documenti. Infatti, la legge N.164 del 1982 in materia di riattribuzione anagrafica che costringeva le persone trans* ad operarsi per rettificare i propri documenti è stata modificata proprio dalla Corte di Cassazione, dichiarandone l’illegittimità costituzionale.
Al fine di procedere con la rettifica dei propri documenti sarà necessaria la documentazione attestante la diagnosi di disforia di genere.
Autore, attivista lgbT+ e creatore del progetto “AMORE IN MOVIMENTO” contro omofobia e transfobia.
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