"È durata solo un giorno": come l'omofobia sta vandalizzando diritti e arcobaleni

Dalla metro B di Roma allo stadio di Monaco: l'arcobaleno, simbolo di pace e rispetto, viene sempre più vandalizzato e rifiutato. Da quando il rispetto per gli altri è diventata un'opinione?

Molte città nel mondo, in vista del Pride month e non solo, stanno colorando i loro monumenti o le loro strutture più importanti per dare un chiaro segnale: basta omofobia, basta violenza contro la comunità Lgbtqia+ e basta discriminazioni di ogni genere.

Anche Roma capitale è tra queste città e non possiamo che andarne fieri. Nella giornata del 20 giugno 2021, a pochi giorni dal Roma Pride (il quale si terrà il 26 giugno) la metro B Colosseo di Roma è stata tinta di arcobaleno grazie al contributo di Netflix Italia.

Le pareti della metro, le scale e le colonne sono state colorate di arcobaleno e sono stati installati dei cartelloni, con sponsor Netflix, in cui compaiono tutti i protagonisti e le protagoniste di serie tv, film e documentari a tematica Lgbtqia+.

Tra i volti che compaiono possiamo trovare Rocco Fasano e Federico Cesari, protagonisti della serie Tv Skam Italia. Altra coppia che salta all’occhio è quella composta da Laura Prepon e Taylor Schilling che sono le protagoniste della serie tv Orange is the new black. Dalla stessa serie troviamo anche l’attività e attrice transgender Laverne Cox.

Con questo gesto il Comune di Roma ha deciso di omaggiare la comunità Lgbtqia+ capitolina e schierarsi dalla parte di una minoranza che spesso si è vista vittima di attacchi omo-transfobici per le strade della città e nella metro stessa. 

Roma vuole, con queste gesto, diventare un posto più inclusivo. Certo, non sarà il colore di una metropolitana a risolvere i problemi che ci sono, ad abbattere le barriere e le discriminazioni, ma può essere considerato un passo avanti fatto dalla nostra città e dal nostro Paese.

La brutta notizia, però, arriva neanche 24 ore dopo: l’installazione rainbow fornita da Netflix Italia per metro B Colosseo è stata vandalizzata barbaramente. Qualcuno ha pensato bene di strappare le pareti arcobaleno applicate e di lasciarle a terra distrutte.

La notizia si è iniziata a diffondere da alcune storie Instagram di alcuni utenti romani, i quali hanno pubblicato sul social le foto dell’atto vandalico, mostrandosi delusi e amareggiati.

“Un giorno, è durata solo un giorno.” 

Così scrive Marco nelle sue storie Instagram, pubblicando una foto delle carta da parati arcobaleno completamente strappata e abbandonata a terra.

Gli utenti sui social, indignati, chiedono al personale ATAC e alla sorveglianza che vengano controllate le telecamere di sorveglianza che dovrebbero essere presenti all’interno della metropolitana romana per risalire ai colpevoli del gesto vergognoso. Altri chiedono che l’installazione venga sistemata e rimessa al suo posto per dare un chiaro messaggio all’aggressore: non abbiamo paura, continuiamo a testa alta le nostre battaglie.

Questo non è soltanto un vile atto vandalico che va, ancora una volta, a danneggiare la bellezza e la vivibilità della Capitale, è anche un chiaro segnale di chiusura, di odio diffuso nei confronti dei membri della comunità Lgbtqia+ che spaventa e fa tanta, tanta rabbia. È un vero e proprio atto omo-transfobico che come tale va condannato e nei confronti del quale la città di Roma deve prendere immediati provvedimenti a tutela dei cittadini e delle cittadine romane.

Il 26 giugno, attesissimo da tutti e tutte, ci sarà infatti il Pride nella capitale. La comunità Lgbtqia+ e non solo chiede a gran voce maggiori tutele per poter svolgere la parata al meglio, in sicurezza e senza paura di probabili attacchi vandalici e o omo-transfobici.
La richiesta è la stessa da tutte le parti: non vogliamo più avere paura di uscire di casa, di prendere la metro o di tornare a casa da sol*.

Anche l’Europa si colora, o almeno ci prova. In occasione della partita degli Europei Germania-Ungheria la città di Monaco di Baviera aveva in programma di illuminare l’Allianz Arena con i colori dell’arcobaleno, com’è ormai tradizione in vista del Christopher Street Day del 28 giugno, giorno in cui in tutta Europa si concentreranno le manifestazioni promosse dai movimenti lgbtqia+. L’Ungheria si è però appellata alla alla UEFA per impedire che ciò avvenga, dato che considerano le luminarie una gesto politico.

L’Ungheria da anni sta dimostrano pochissima tolleranza nei confronti della comunità e ha da poco approvato una legge altamente omofoba e transfobica, presentata dal partito del primo ministro Viktór Orban.

La nuova legge, approvata con 157 voti favorevoli e 1 contrario, rende illegale rappresentare o parlare di identità di genere e orientamento sessuale nelle scuole, nelle pubblicità o in tv, paragonando l’omosessualità alla pedofilia o a una malattia mentale.

Il regolamento della UEFA prevede che gli stadi vengano illuminati soltanto con i colori delle nazionali, ma in via eccezionale ha proposto che l’illuminazione color arcobaleno venga predisposta solo per il 28 giugno, o tra il 3 e il 9 luglio (evitando quindi il giorno della partita).

Il rispetto per la comunità lgbtqia+, ovvero il rispetto per esseri umani da sempre discriminati, è quindi considerato un gesto politico, al pari del simbolo di un partito. Segnale di come  l’Italia e l’Europa stiano scivolando sempre più verso derive autoritarie che considerano il rispetto dei diritti una scelta opinabile.

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