Ci sono state molte “prime donne”, nel corso della storia; antesignane di altre, le cui imprese oggi non suscitano più scalpore in quanto considerate naturali, per il sesso femminile, ma che sono state rese possibili proprio da queste donne, che per prime, appunto, hanno avuto il coraggio, la volontà, la determinazione di perseguire i propri obiettivi.

Fra loro Georgia Broadwick è stata la prima donna paracadutista della storia, e la sua vita val la pena di essere conosciuta, perché è una testimonianza di emancipazione e di forza che, all’epoca in cui è vissuta – si parla della fine del XIX secolo – era tutt’altro che scontata, per le donne.

Moglie e madre bambina

Nata l’8 aprile 1893 da George ed Emma Ross, Georgia Ann Thompson, ultimogenita di sette figlie, è da sempre stata chiamata solo “Tiny”, ovvero piccola, a causa delle sue dimensioni. Pesava infatti appena 39 kg per un’altezza che qualcuno sostiene fosse di 1,42, altri di 1,50.

Appena dodicenne Georgia fu data in sposa, e a 13 diventò madre di una bambina, Vera, rimanendo però sola piuttosto presto. Quindicenne, lavorava in un cotonificio quando vide il famoso spettacolo di “The Broadwicks and their Famous French Aeronauts”, capitanati dal celebre Charles Broadwick.

Tiny chiese di potersi unire alla troupe, affidando la figlia alle cure dei genitori, e ottenne il consenso da Broadwick; il suo primo lancio avvenne quando aveva ancora 15 anni, alla North Carolina State Fair. L’inizio di una carriera folgorante, che per anni l’ha portata a compire acrobazie di ogni genere nel cielo. Lo spettacolo principale di cui fu protagonista la vedeva lanciarsi dalla mongolfiera vestita come una bambola.

Qualche anno più tardi, Charles Broadwick chiese e ottenne il permesso dai genitori di Georgia di poterla adottare legalmente, anche se qualcuno, nel tempo, l’ha erroneamente indicata come sua moglie.

Prima a lanciarsi da un aeroplano

Fonte: airandspace.si.edu

Georgia fu anche la prima a lanciarsi da un aeroplano: le cronache indicano la data del 21 giugno 1913, a Los Angeles, con Glenn L. Martin come pilota. Eppure, è abbastanza probabile che prima di quel giorno si fosse già lanciata almeno un altro paio di volte, semper con Martin, durante una mostra al Grant Park di Chicago la settimana del 16 settembre 1912.

Nel 1914 si esibì invece in cinque lanci dimostrativi di fronte all’esercito degli Stati Uniti, che all’epoca disponeva di una discreta flotta aerea; i membri dell’esercito, dapprima restii a indossare il paracadute, parvero ricredersi di fronte alle esibizioni di Georgia.

Durante il suo quarto salto dimostrativo la fune di vincolo del suo paracadute si impigliò nella coda dell’aereo, ma la giovane non si fece prendere dal panico: tagliò la corda, lasciandone solo uno spezzone, che potesse permetterle di aprire il paracadute, e sperimentando così per prima la caduta libera.

Nello stesso anno Georgia si tuffò anche nel lago Michigan, diventando la prima donna a paracadutarsi in uno specchio d’acqua.

Nella sua vita ci fu tempo anche per altri due matrimoni: dapprima, nel 1912, con Andrew Olsen, poi, nel 1916, con Harry Brown, per cui smise di fare paracadutismo per quattro anni. Dopo il divorzio decise di mantenere il cognome Brown, tornando a saltare nel 1920 e ritirandosi poi definitivamente nel 1922, all’età di 29 anni, per problemi alle caviglie. Pare che abbia compiuto in tutto 1100 salti.

Grazie alle sue imprese si è guadagnata un posto nella “Early Birds of Aviation”, dedicata ai pionieri dell’aviazione. Il suo paracadute, donato da lei stessa nel 1964 e realizzato a mano da Charles Broadwick con 110 metri di seta, è esposto allo Smithsonian Air and Space Museum di Washington.

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