Lo stereotipo del toy boy e 3 cliché tossici da sradicare
Perché dovremmo smetterla di parlare di "toy boy": scopriamo perché è un termine dispregiativo, che si nutre di stereotipi e cliché.
Perché dovremmo smetterla di parlare di "toy boy": scopriamo perché è un termine dispregiativo, che si nutre di stereotipi e cliché.
Quanti ne avete letti di titoli di giornale così negli ultimi anni? Ve lo diciamo noi: troppi. Da quando il termine è diventato famoso, si guarda sempre con più malizia alle coppie formate da una donna più matura del partner. A questo si accompagnano uno stigma e tantissimi stereotipi che, sebbene queste relazioni siano sempre più comune, fanno fatica a morire.
Toy boy significa letteralmente “ragazzo-giocattolo” e indica appunto un uomo più giovane che ha una relazione con una donna matura. L’espressione è ampiamente offensiva – per l’uomo certo, ma anche per la donna. Esattamente come cougar, milf o gilf, toy boy è un termine nato per essere dispregiativo e ridurre queste relazioni a triti cliché.
Anche se non è stato inventato per loro, ha iniziato ad avere una più ampia diffusione durante la relazione tra l’allora 41enne Demi Moore e il 25enne Ashton Kutcher – durata dal 2005 al 2011. I 16 anni di differenza hanno fanno impazzire rotocalchi e appassionati di gossip e l’attore ha perfino girato film dal titolo Toy Boy, in cui interpreta un giovane “mantenuto” da donne più mature, finché non si innamora.
Ma il film del 2009 non è l’unico a interessarsi a questa tipologia di coppie: da serie tv come Cougar Town o Younger, ai film, passando per le canzoni – non avete passato anche voi l’estate canticchiando Toy Boy di Ornella Vanoni feat. Colapesce e Dimartino? – quello della donna “attempata” che frequenta un giovane aitante è un tema sempre più diffuso.
Nonostante questo, però, lo stigma che accompagna queste coppie e gli stereotipi non accennano a diminuire. Eppure, secondo uno studio di Melvin G. Coles dagli anni ’70 ad oggi le coppie in cui la donna è più vecchia del partner di oltre 5 anni sono addirittura triplicate, un dato che sembra confermato da un sondaggio di AARP secondo cui il 34% delle donne sopra i 40 anni frequenta uomini più giovani.
Il giudizio negativo che accompagna le coppie in cui la donna è più matura non è lo stesso che viene applicato al contrario: che un uomo frequenti una ragazza già giovane – anche in presenza di una differenza d’età molto marcata – è socialmente accettato e, anzi, spesso ampiamente legittimato. Certo, anche in questo caso gli stereotipi si sprecano (sta con lui per i soldi, non durerà…), ma in fondo tutti sono pronti a giustificare la ricerca della giovinezza – e quindi della bellezza – da parte di uomini maturi. Perché per le donne non accade lo stesso?
In parte, questo è forse dovuto al fatto che l’aumento di questo tipo di relazioni – legato, secondo Coles al fatto che sempre più donne hanno accesso a educazione superiore, carriere di successo e indipendenza economica – sfida i tradizionali ruoli di genere, perché una donna capofamiglia sovverte lo stereotipo secondo cui gli uomini dovrebbero sostenere le donne.
Non solo: ad alimentare lo stigma gioca un ruolo determinante anche il doppio standard applicato all’invecchiamento, sostengono i sociologi Hernan Vera, Donna H. Berado e Felix M. Berado. La desiderabilità sessuale delle donne è tradizionalmente correlata alla giovinezza, mentre le donne anziane di solito non sono viste come esseri sessuali, ma come figure materne asessuate. Le relazioni tra donna più anziana e uomo più giovane mostrano sia uomini che donne desiderano partner giovani e attraenti.
In questo caso, però, “la colpa” dei toy boy sarebbe quello di andare contro non solo alle aspettative sociali ma anche alla biologia. Una critica che non arriva solo dall’esterno ma spesso anche dalla famiglia e dagli amici: per questo, dicono Nichole Proulx, Sandra L. Caron e Mary Ellin Logue in uno studio, in alcuni casi le coppie arrivano a mentire sulla differenza d’età pur di evitare il giudizio degli altri.
Non è una consolazione che questo insulto coinvolga entrambi i sessi. Come abbiamo già detto, sia le donne che gli uomini maturi che stanno con una persona più giovane subiscono questo tipo di pregiudizi. Tuttavia per gli uomini questo stereotipo in molti casi non vale, sia perché è ormai diventato quasi un fatto normalizzato sia perché se, come abbiamo visto, le donne dopo i 40 smettono di essere considerante attraenti, gli uomini entrano invece nel loro periodo “fascinoso”. In altre parole, chi è brizzolato si può permettere questo e altro secondo il senso comune, ma solo se è dotato di un pene.
Secondo questo pregiudizio, si dà invece per scontato che il rapporto in questione sia effimero. Come se in una relazione non contino amore, affetto, tenerezza, rispetto, stima. Come sia basato tutto interamente sul sesso. È il vecchio stereotipo della cosiddetta “nave scuola”: nella mentalità comune, gli uomini giovani usano le donne mature come palestra sessuale.
Questo stereotipo è analogo all’«è troppo bello per lei». Dovremmo ricordarci però che le persone non si mettono insieme (solo) per la bellezza – che è effimera – per i soldi o per altre questioni di interesse. O meglio, alcune persone lo fanno, ma questo vale indipendentemente dal genere, dall’età, dall’orientamento sessuale e da qualsiasi caratteristica possa venirci in mente.
In altre parole: se incontriamo un uomo più giovane, lui ci piace, noi piacciamo a lui, scatta l’intesa sessuale e magari anche i sentimenti, perché non dovremmo iniziare a frequentarlo e magari avviare una relazione? Perché lo dice una società maschilista secondo cui la donna dovrebbe essere più giovane – e attraente – in modo che il “vero uomo” possa prendersene cura?
Non tutte queste relazioni funzioneranno, è chiaro. Ma lasciamo che a decidere siano le persone coinvolte e abbandoniamo etichette, stereotipi e titolo di giornale pruriginosi. Anche perché, se vogliamo dirla tutta, gli studi danno ragione alle donne che scelgono un partner più giovane, che dichiarano di fare più sesso e ed essere globalmente più felici.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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