Come capire se sei vittima di un ricatto affettivo (o la persona che ricatta)
Il ricatto affettivo è un meccanismo relazionale in cui più soggetti, in modalità differenti, coadiuvano nell’alimentarlo. Vediamo come.
Il ricatto affettivo è un meccanismo relazionale in cui più soggetti, in modalità differenti, coadiuvano nell’alimentarlo. Vediamo come.
Nel caso del ricatto affettivo, si può affermare che alcune persone assumono un ruolo predominante, giocando sui sensi di colpa e sui timori degli altri per tenerli vicini a sé.
Un esempio di questo genere può essere la minaccia della punizione, diretta o indiretta, la quale implica la possibilità d’interrompere il rapporto nel momento in cui la richiesta del ricattatore non venisse soddisfatta. “Se non fai come ti dico, ti tradisco”.
In tal caso, entra in gioco la frustrazione psicologica: la sofferenza viene inflitta ripetendo all’altra persona più o meno costantemente che, qualora non venissero realizzate le proprie richieste, ne deriverebbe una grave tristezza o addirittura un istinto suicida: “se mi lasci morirò”.
Altra caratteristica consiste nel provocare un senso di debito, come se l’amore non fosse un sentimento proveniente dalla volontà incondizionata di dare, ma fosse il dovuto contraccambio a qualcosa che si è ricevuto. “Ti ho fatto un regalo, merito qualcosa in cambio”.
La condizione di ricatto affettivo non è solo propria dei rapporti di coppia, può altresì verificarsi in qualsiasi tipo di situazione: in famiglia, con amici, ecc. Sono tante le circostanze in cui si fa leva sul senso di colpa o sulle paure, instaurando così una relazione tossica e manipolativa.
In tali situazioni, le parole o le azioni di una persona vittima di questo circolo vizioso non sono più spontanee e libere ma guidate dalla paura delle conseguenze. È stato dimostrato che i soggetti che credono poco in se stessi, si lasciano influenzare dal pensiero degli altri o hanno costante paura di non essere meritevoli di un amore equilibrato, vivono con più probabilità in queste situazioni.
Inoltre, anche il ricattatore è con ogni probabilità un individuo che nella propria interiorità combatte con vuoti e paure, fra cui il timore di non essere in grado di tenere accanto una persona in altra maniera.
Ad esempio, potrebbe soffrire di scarsa autostima e sicurezza interpersonale tali da fargli credere che l’altro non possa amarlo in maniera volontaria, priva di manipolazioni.
Si deve iniziare premettendo che il ricatto affettivo è una forma di manipolazione, visto che ne esistono tante e differenti e non tutte hanno la forma di un ricatto.
Nel momento in cui un rapporto affettivo è importante e significativo, è più probabile che la manipolazione evolva in ricatto affettivo, poiché una delle maniere più efficaci per convincere qualcuno a fare una determinata cosa è fare leva sulle sue paure, sul suo senso di colpa e sul senso del dovere.
Una manipolazione diviene un ricatto affettivo nel momento in cui è impiegata frequentemente per indurre ad accogliere le suppliche del ricattatore, a discapito del proprio benessere.
Le richieste avanzate possono avere differenti caratteristiche qualitative e d’importanza: richieste contenute, richieste consistenti per la propria moralità, richieste che mettono in gioco situazioni importanti della vita. La problematica principale in questo caso non è la tipologia del ricatto affettivo, ma la modalità con la quale viene posto in essere.
Il ricatto affettivo è un meccanismo relazionale che implica almeno due soggetti, i quali, in modalità differenti, coadiuvano nell’alimentarlo. La situazione presenta alcune caratteristiche tipiche.
La richiesta è quello che in primis contrassegna un ricatto affettivo: la persona che lo mette in moto pretende qualcosa, ma non lo fa sempre in maniera diretta. La richiesta, di fatto, può essere esplicita oppure mascherata, specifica o indefinita.
Ciò che viene richiesto di fare alla vittima comporta per la stessa dei costi personali, in termini morali, di tempo, di qualsiasi genere, motivo per il quale l’istinto principale è quello alla resistenza. Nel ricatto affettivo, chi ne è coinvolto oppone resistenza, in modo deciso o leggero, ma comunque oppone resistenza.
In questo caso la dinamica del ricatto affettivo si fa più decisa, il ricattatore effettua pressioni affinché si ceda alla richiesta, in vari modi, fra cui la minaccia delle conseguenze di un rifiuto, non sempre esplicita, anzi, molto spesso perfettamente aderente alla realtà del rapporto quotidiano, tanto da farla sembrare una razionale conseguenza della relazione che si sta vivendo.
Davanti alla pressione psicologica del ricatto affettivo, la vittima va in confusione e il più delle volte cede alle richieste.
C’è un iter standard messo in atto da chi attua il ricatto affettivo. Sono tutte tecniche del ricattatore per fare leva sulla sensibilità dell’altra persona e deviarne quindi pensieri e comportamenti.
Sebbene lo si vorrebbe, non è purtroppo possibile risolvere il problema che affligge i fautori del ricatto affettivo, né impedirgli di ricattare. La cosa positiva è che si può, tuttavia, scegliere come liberarsene.
La paura della ritorsione e di perdere la sicurezza di un rapporto affettivo è sempre in agguato, ma l’unica maniera per capire se ciò è inevitabile che accada oppure no, è assumersi il rischio di tentare una soluzione, consapevoli che l’epilogo è imprevedibile.
Decidere se si vuole continuare sulla strada del ricatto affettivo oppure trovare una via alternativa è una questione di responsabilità, verso se stessi e verso la dinamica di base.
La scelta parte sempre di base da una presa di coscienza e dalla consapevolezza che si ha una responsabilità verso la propria vita e verso la vita di chi è attorno, potenzialmente influenzabile dai propri comportamenti e stati d’animo.
Inoltre, l’errore principale nel quale si rischia di cadere è quello di assumersi la responsabilità dei problemi comportamentali dell’altro, acconsentendo alle sue richieste nel tentativo di risolvere i problemi che lo affliggono e lo conducono a comporre un ricatto affettivo.
Assumersi per primi la responsabilità del proprio benessere è il primo step affinché anche gli altri se ne preoccupino.
La cosa principale quando si resta confinati in situazioni di ricatto affettivo è porre al primo posto il proprio bene e smettere di dimostrare all’altro che il loro bene viene prima di quello che si deve a se stessi. Nessuno può sostituirsi a nessuno nelle scelte.
A questo punto il percorso continua tracciando il confine di ciò che in un rapporto può essere consentito e ciò che non lo è: un parametro del tutto soggettivo e che dipende da ciò che mina la propria integrità morale e cosa non lo fa.
Il cammino è lungo, il percorso di liberazione dal ricatto affettivo può essere difficile e dovuto non tanto alle problematiche del ricattatore ma ad alcune proprie, tuttavia è un punto di partenza imprescindibile per la comprensione di ciò che davvero sono i rapporti che espandono le proprie visioni invece di restringerle, ma anche per la comprensione di ciò che s’intende davvero con il termine libertà.
Sono nata con i libri in una mano e la penna nell'altra. La mia visione della vita: studiare, imparare, cambiare, per avere sempre nuove storie da raccontare!
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