Rosemary Kennedy, la sorella di John e Bob che la famiglia volle lobotomizzare
Sorella di John Fitzgerald e di Bob, Rosemay Kennedy nacque con una disabilità mentale, che convinse i genitori a praticarle la lobotomia.
Sorella di John Fitzgerald e di Bob, Rosemay Kennedy nacque con una disabilità mentale, che convinse i genitori a praticarle la lobotomia.
I Kennedy sono senza dubbio una delle famiglie più blasonate degli Stati Uniti, ma anche quella che ha forse avuto il destino più sventurato di tutte, tanto che si parla di Kennedy Family Tragedies.
Oltre ai più noti fratelli Kennedy, John Fitzgerald e Bob, entrambi assassinati a distanza di cinque anni, ci sono infatti tantissimi altri parenti morti prematuramente in maniera tragica – fra cui proprio il figlio di JFK, John Fitzgerald jr., morto in un incidente aereo assieme alla moglie Caroline Bessette e alla cognata -, senza contare le persone attorno alla cerchia dei Kennedy, fra mogli, ex mogli e amanti (la più nota, ovviamente, è Marilyn Monroe) che condivisero con la famiglia la stessa, sciagurata sorte.
Se le vicende dell’ex presidente e del fratello che mirava a raccoglierne l’eredità sono piuttosto note, forse meno famosa è la storia della sorella di John e Robert, Rosemary. Anche perché la famiglia fece di tutto per nasconderla.
Sicuramente anche Rosemary si inserisce a pieno diritto nella “maledizione dei Kennedy”: nata nel settembre 1918, a distanza di meno di un anno da John Fitzgerald, terzogenita in famiglia e prima femmina tra i nove figli avuti dal politico e diplomatico statunitense Joseph Patrick “Joe” Kennedy, Sr. e da sua moglie Rose Elizabeth Fitzgerald, Rosemary ebbe problemi fin dalla nascita.
Desiderosi di farla nascere in casa come accaduto con i primi due figli, non riuscirono a trovare un medico, e l’infermiera che si occupava della madre decise di “bloccare” il parto per circa due ore, durante le quali la testa della bambina restò nel canale uterino, causandole una disabilità mentale per via della carenza d’ossigeno cui quella manovra errata l’aveva sottoposta.
Nei suoi primi anni di vita si cercò di aiutare Rosemay con insegnanti e assistenti privati, tanto che, seppur in ritardo rispetto ai coetanei, la bambina imparò a leggere e scrivere; dagli 11 anni venne inviata in diverse scuole adatte ai ragazzi con disabilità mentale, ma i suoi improvvisi sbalzi d’umore la rendevano particolarmente problematica e difficile da gestire. I genitori continuavano inoltre a sottoporla a “iniezioni sperimentali”, come si racconta nel libro Rosemary: The Hidden Kennedy Daughter, scritto dalla storica Kate Clifford Larson e pubblicato nel 2015, che dovevano risolvere i suoi squilibri ormonali.
Quando suo padre fu nominato ambasciatore USA in Gran Bretagna, nel 1938, Rosemary aveva vent’anni ed era diventata una bellezza difficile da non notare; solo un anno dopo la famiglia fece ritorno negli Stati Uniti, perché Kennedy padre e il presidente Roosevelt ebbero delle divergenze. Rosemary però ne soffrì molto, anche perché riprese a essere mandata in scuole diverse, in cui non riusciva a restare che poche settimane.
Forse anche per questo la ragazza iniziò a vagare la notte da sola, e il padre, temendo che gli uomini potessero approfittare sessualmente di lei, rovinando la reputazione di famiglia, decise di sottoporla a lobotomia. Meryl Gordon ha scritto sul New York Times:
Nel novembre 1941 una pienamente sveglia Rosemary andò all’ospedale della George Washington University e seguì le istruzioni dei medici che le dicevano di canticchiare canzoni e raccontare storie mentre le venivano fatti due buchi in testa e le venivano tagliate le terminazioni nervose, finché lei non divenne incoerente e poi silente.
Per via dell’intervento Rosemary Kennedy smise quasi del tutto di parlare e perse l’uso del braccio; inoltre, da quel momento ebbe problemi a camminare. Venne mandata in un istituto psichiatrico privato a New York, poi in una struttura gestita dalla Chiesa, in Wisconsin, e secondo alcune testimonianze i genitori non la incontrarono più per decenni. Subito dopo l’intervento, Rosemary riusciva a pronunciare solo poche semplici parole, perse l’uso di un braccio e camminava a fatica.
A occuparsi di lei fu soprattutto la sorella Eunice Kennedy Shriver, quinta dei nove figli Kennedy, che convinse anche il fratello, ormai diventato presidente, a spingere per la nascita di associazioni che si occupassero di bambini con problemi simili a quelli di Rosemary.
La sorella “dimenticata” dei Kennedy morì nel 2005, a 85 anni, mentre Eunice, unica a prendersene cura, morì nel 2009. È ricordata per aver fondato nel 1968 le Special Olympics, una competizione dedicata agli atleti con disabilità intellettive e cognitive.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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