I tarocchi non sono "roba da cialtroni" - INTERVISTA
Spesso sull'arte di leggere i tarocchi ci sono dubbi e scetticismo. Alice Mastroleo e Valentina Divitini ci aiutano a sfatare clichè e pregiudizi.
Spesso sull'arte di leggere i tarocchi ci sono dubbi e scetticismo. Alice Mastroleo e Valentina Divitini ci aiutano a sfatare clichè e pregiudizi.
Generalmente chi dice di leggere i tarocchi viene guardata con un misto di scetticismo, perplessità e paura; ma l’arte dei tarocchi non è certo roba da caccia alle streghe, anzi è una disciplina molto profonda, in grado di riconnettere con il proprio essere e di far trovare equilibrio e serenità.
A dispetto di quanto molti pensano, infatti, non è solo per gli altri che si possono fare i tarocchi, anzi: molto spesso chi pratica l’arte lo fa proprio per stesso/a, come ci hanno spiegato Alice Mastroleo e Valentina Divitini, due esperte di tarocchi molto seguite anche sui social, a cui abbiamo chiesto alcune curiosità nel tentativo proprio di sfatare questi banali stereotipi e far comprendere meglio alle persone cosa significa legger le 78 carte dei tarocchi.
Prima di tutto, cerchiamo proprio di capire da dove nasce questo mito dei tarocchi come cialtroneria, insomma tutta quella serie di cliché che li hanno stigmatizzati così a lungo.
“Il merito di aver portato il tarocco in Europa va sicuramente alle popolazioni nomadi e ai gitani, che viaggiavano di città in città, spesso portando con loro quell’aura di magia e di gioco“.
Ci spiega Alice Mastroleo, su Instagram meglio conosciuta come Solo Redie, che di se stessa dice “Ho una passione e un’inclinazione verso tutto ciò che è occulto e segreto, merito anche del mio Sole in Ottava Casa (ma questo l’ho scoperto dopo aver iniziato a studiare tarocchi, per cui è stata una conferma che stessi andando nella direzione giusta)“.
“In effetti il tarocco stesso nasce come gioco, successivamente è diventato uno dei metodi di divinazione più usati. Penso che per via del fatto che sia stato associato a saltimbanco e trucchi da bagatto (che tra l’altro è una delle carte del mazzo!), abbia guadagnato la fama di ‘roba da cialtroni’. È anche vero che negli anni Ottanta e Novanta, con l’espansione delle e dei cartomanti nelle reti private, che hanno iniziato a comportarsi come personaggi abbastanza discutibili prima e hanno truffato clienti poi, il contributo alla cattiva fama dei tarocchi si è amplificato ulteriormente, dividendo l’utenza in due: chi ci ‘credeva’ e si affidava a queste persone che promettevano di risolvere i problemi in amore, salute e lavoro, e chi dava del credulone alle persone di cui sopra. È difficile abbatterlo proprio perché quest’aura di miscredenza è perdurata negli anni, ed è stato gettato fango contro i tarocchi, spesso in maniera immotivata e per colpa del pregiudizio“.
“Il nostro modo di esplorare il mondo è fortemente razionale e siamo abituati a ritenere affidabile quello che può essere avvalorato dal metodo scientifico: la misurabilità, la verbalizzazione, la possibilità di ridurre un’esperienza a un’insieme di dati replicabili e che ci restituisce quindi un’idea incontrovertibile del reale – le fa eco Valentina Divitini, sui social Malapuella, che ha iniziato a studiare i tarocchi verso la metà degli anni ’90 e oggi ha un laboratorio permanente online – I tarocchi invece si rivolgono alla nostra parte più intuitiva, selvatica, pre-razionale: con i loro simboli attivano un altro livello di comprensione della realtà che può essere complementare alla scienza, e rispondere a domande più esistenziali e individuali. È questa contrapposizione con la scienza che non ha portato ai tarocchi una buona fama, ma credo che oggi abbiamo la consapevolezza collettiva necessaria per integrare queste due modalità di relazione con il mondo, facendole collaborare nel restituirci idee e suggestioni ancora più ricche e profonde”.
Qualcuno pensa che leggere i tarocchi significhi predire il futuro, forse anche influenzato da cliché cinematografici o letterari. Di fatto, invece, leggere i tarocchi significa… ?
Alice Mastroleo: “Significa usare una lente d’ingrandimento su dinamiche pre-esistenti, guardarsi dentro con sincerità e onestà e ammettere di avere un percorso interiore da compiere, se si vuole superare un blocco o si vuole conquistare un obiettivo. Possiamo vedere un tempo futuro molto breve, perché è influenzato dal passato e dal presente. Se noi cartomanti non prendiamo in considerazione anche essi, non possiamo avere un contesto. I tarocchi permettono di avere nero su bianco la nostra storia e ci aiutano ad agire per migliorarla“.
Valentina Divitini: “I tarocchi sono un ottimo strumento per tradurre le situazioni in cui ci troviamo e stimolare riflessioni sui diversi elementi che le compongono. In questo senso sono in grado anche di prevederne gli sviluppi futuri, ma questa è la parte meno interessante della lettura dei tarocchi. Noi abbiamo infatti il grande dono del libero arbitrio, che ci permette in qualsiasi momento di cambiare direzione: diventa quindi molto più costruttivo soffermarci sull’analisi del presente e individuare quali sono gli elementi su cui possiamo agire per avvicinarci al nostro obiettivo“.
I tarocchi, da chi li conosce abbastanza, sono considerati, a dispetto dei cliché, uno strumento di profonda introspezione. Siete d’accordo?
Alice Mastroleo: “Assolutamente sì! Non tutte le persone che leggono le carte le leggono agli altri, penso che siano un ottimo specchio di Alice, nel quale entrare e vedere se stesse/i sotto una luce diversa, più profonda e priva di sovrastrutture. Può aiutare tenere un diario, nel quale registrare le carte che ci escono ogni settimana, le nostre impressioni e intenzioni a riguardo, e tornare poi a riguardare e rileggere dove eravamo nel passato e dove siamo adesso, anche per avere un feedback su come stiamo procedendo“.
Valentina Divitini: “Io credo che la lettura dei tarocchi sia in grado di metterci in contatto profondo con la nostra parte più ancestrale, e riaprire così una comunicazione più chiara e profonda con noi stessi, con i nostri desideri, le nostre risorse e anche le nostre paure e difficoltà. È uno strumento che stimola e amplifica le riflessioni, e spesso ci porta più che a trovare delle risposte a farci finalmente le domande giuste“.
Una delle curiosità maggiori, ovviamente, riguarda il funzionamento di una seduta. Chi viene da voi e vi chiede di leggergli i tarocchi cosa deve aspettarsi?
Alice Mastroleo: “Anche all’inizio del mio percorso, quando saltava fuori che facevo i tarocchi, le persone ne sono sempre state piacevolmente attratte e mi hanno chiesto di loro spontanea volontà se potessi leggerglieli. Non ho mai forzato o proposto un giro di carte, perché credo che si debba essere pronte/i alla lettura, non è un qualcosa che va forzato.
Le persone tendenzialmente mi contattano, quando mi trovano per caso o per passaparola, chi per curiosità, chi perché sente di essere a un bivio nella propria vita o ha dei dubbi sui quali vuole fare chiarezza. Altre si approcciano senza aspettative, ma alla fine della lettura sentono di avere una marcia in più, perché sono affiorati elementi che magari percepivano in lontananza, ma ai quali non riuscivano a dare un nome“.
Valentina Divitini: “Da questo punto di vista mi ritengo molto fortunata perché la maggior parte delle persone che si rivolgono a me sanno di non doversi aspettare una lettura predittiva, ma hanno un vero interesse di comprensione e di approfondimento di quello che sta accadendo nelle loro vite. Le mie letture sono rivolte molto spesso all’analizzare quello che succede, sia materialmente che emotivamente, mettendo in luce le risorse che la persona può utilizzare per trovare una nuova prospettiva che la aiuti a sbloccarsi e procedere con più consapevolezza“.
Quando leggete i tarocchi, cosa offrite alle persone? Un’analisi, una descrizione del proprio io interiore, una seduta di psicoterapia o cos’altro?
Alice Mastroleo: “Dipende dalla richiesta della persona, ma in generale direi che sprono tendenzialmente a essere proattive/i, a prendere in mano la situazione che stiamo analizzando insieme: a seconda della carta che esce ci sono dei consigli che si possono mettere in atto per riequilibrare delle energie che magari non vengono espresse a pieno o non vengono direzionate. La cosa che mi dicono più spesso è che grazie alle letture si riesce a vedere con più lucidità una determinata questione e spesso si osa anche di più!”
Valentina Divitini: “La mia area preferita, e preferita anche dai miei clienti devo dire, è proprio quella dell’analisi delle situazioni complesse. Che sia legata al dover prendere una decisione, oppure a un momento critico o una fase speciale della vita: quando si tratta di mettere in collegamento ‘quello che succede’ e ‘come questa cosa mi fa sentire’ e ridefinire i legami di causa/effetto tra questi elementi sento di riuscire a utilizzare i Tarocchi come un dizionario, in grado di tradurre le singole esperienze individuali in concetti universali e viceversa.
Quel momento di apertura e condivisione è sempre magico: quando vedo brillare una scintilla negli occhi della persona che ho di fronte so che la lettura ha funzionato, che si alzerà con una nuova consapevolezza o una nuova prospettiva, e che sta per iniziare un nuovo corso di eventi“.
Ci dareste qualche “chicca”, svelandoci il significato di alcune carte?
Alice Mastroleo: “Su questa domanda sono indecisa su quale carta concentrarmi: forse opterei per una delle mie preferite, La Morte! Grande spauracchio delle persone, quando esce in una lettura è spesso accompagnata da sospiri e da ‘ecco lo sapevo, adesso morirò’.
Fondamentalmente questa carta fa piazza pulita del passato, aiuta a chiudere gli scheletri nell’armadio a doppia mandata e ci chiede di liberarci di una parte di noi che non ci serve più. È una grande carta di crescita, e crescere può sicuramente essere doloroso, ma lasciando spazio al nuovo abbiamo più possibilità di stupirci, di andare avanti e fare cose che, se rimanessimo ancorate/i al passato, non potremmo fare. Quindi, viva La Morte!”
Valentina Divitini: “Molto spesso il significato dipende più dal contesto in cui è uscita una carta che non dalla carta in sé, questo perché non ci sono carte positive o carte negative e più che un significato univoco c’è un ventaglio di espressioni diverse che ogni carta può assumere all’interno di una lettura. Per me però questo non vale per gli assi: in qualsiasi momento esca uno dei quattro assi io sento un enorme, gigantesco, cubitale ‘SI’ prendere il sopravvento. Sono carte di autoaffermazione, di coraggio, accoglienza e successo: insomma, per me vincono tutto non solo a briscola ma anche nei tarocchi“.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
Cosa ne pensi?