In Italia esiste un bosco magico con... alberi parlanti
Blowing in the Woods è un progetto di caccia al tesoro ecosostenibile, realizzato all'interno del Parco Naturale Boschi di Carrega.
Blowing in the Woods è un progetto di caccia al tesoro ecosostenibile, realizzato all'interno del Parco Naturale Boschi di Carrega.
Riuscite a immaginare un bosco con alberi “parlanti”? A chiunque sarà venuto in mente, leggendo quest’espressione, il mitico Barbalbero de Il Signore degli Anelli. Ma gli alberi cui facciamo riferimento, che si trovano nel Parco Naturale Boschi di Carrega in provincia di Parma, non parlano veramente e, se è per questo, neppure camminano. Ma tuttavia non sono meno affascinanti.
Tutto merito della natura, ma anche di un progetto in cui c’è la mano dell’uomo, naturalmente in maniera assolutamente ecosostenibile. Il progetto in questione prende il nome di Blowing in the Woods: si tratta di un percorso all’interno di uno sconfinato parco, una foresta di ben 1270 ettari tra il fiume Taro e il torrente Baganza. Qui famiglie e bambini possono darsi a una caccia al tesoro, cercando le ampolle nascoste tra gli alberi e leggendo i 120 messaggi che vi sono custoditi, tra faggi, castagni e felci.
Il tutto, in Blowing in the Woods, è realizzato per essere appunto ecosostenibile, attraverso materiali come corda, vetro, sughero e carta: chi trova un’ampolla può aprirla, leggere il messaggio per poi rimetterlo dentro e passare al successivo. Ma può anche decidere di lasciare una traccia del suo passaggio, apponendo un ulteriore messaggio al biglietto attraverso la propria firma prima di lasciare il biglietto al proprio posto. Come a dire: “Sono stato qui”. È inoltre possibile scattare delle foto per pubblicarle sui propri canali social con l’hashtag #blowinginthewoods. La visita ai boschi è possibile sia in autonomia che attraverso il percorso trekking di BenNature Trekking o insieme agli asinelli di Asini nel Cuore.
Una natura così pura e incontaminata come quella che si trova nel Parco Naturale Boschi di Carrega ha anche una storia molto ricca. Come riporta il sito della Regione Emilia Romagna, in epoca medievale questi boschi – che appartenevano alle famiglie Sanvitale, Farnese e Borbone, oltre che, successivamente, Savoia – erano destinate alla caccia. Infine la riserva fu acquistata dai principi piemontesi di Carrega.
Qui si trovano faggi bassi piantati nell’Ottocento, come detto castagni ma anche querce. E i boschi sono popolati di caprioli, mammiferi, uccelli, anfibi, rettili tra i più vari, tra cui la testuggine palustre. È presente anche un casino di caccia, all’interno di un parco all’inglese progettato da Barvitius. Il casino di caccia è invece settecentesco, costruito da Petitot per Maria Amalia, sorella di Maria Antonietta di Francia. Successivamente fu ampliato con un colonnato e in teatrino di corte, che oggi ospita gli uffici. Il parco regionale è stato istituito nel 1972.
In altre parole si tratta di un luogo davvero suggestivo per chi ama la natura, piante e animali in particolar modo, per chi ama il mistero di una piccola caccia al tesoro tra gli alberi, e per chi vuole visitare al tempo stesso un luogo che ha fatto la storia. L’ideale per le gite fuori porta e per i viaggi più lunghi, sia che li si faccia da soli, sia in coppia, o in famiglia.
La cosa più interessante da ricordare è che, certo, quando si fa un viaggio si prende sempre qualcosa del luogo che si visita (in senso metaforico, ovviamente non si può portar via neppure una pietra, ed è bene ribadirlo), ma al tempo stesso siamo noi a lasciare una traccia di noi attraverso il progetto Blowing in the Woods, attraverso la nostra firma sui biglietti di questa bizzarra e avvincente caccia al tesoro.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
Cosa ne pensi?