Come riconoscere un partner evitante e come comportarsi
Desidera una relazione, eppure scappa perché ha paura: come riconoscere un partner evitante e come comportarsi se il/la tuo/a lo è.
Desidera una relazione, eppure scappa perché ha paura: come riconoscere un partner evitante e come comportarsi se il/la tuo/a lo è.
L’espressione “partner evitante” fa riferimento alle cosiddette “Teorie dell’attaccamento”, sviluppate da John Bowlby negli anni ‘60 nel tentativo di capire l’intenso disagio provato dai bambini che erano stati separati dai loro genitori e, a partire da metà degli anni ‘80, applicate alle relazioni romantiche tra adulti nella convinzione che l’attaccamento caratterizzi l’esperienza umana “dalla culla alla tomba”.
Grazie a uno studio sistematico della relazione bambino-genitori, la collega di Bowlby Mary Ainsworth e la sua equipe registrarono tre diversi pattern di comportamento: sicuro, ansioso-resistente e evitante. Secondo i loro studi, i bambini evitanti (circa il 20%) non sembrano troppo angosciati dalla separazione e, al ricongiungimento, evitano attivamente di cercare il contatto con i genitori, a volte rivolgendo la loro attenzione a giochi o oggetti sul pavimento.
Secondo Hazan e Shaver, che hanno sviluppato questi studi, il legame emotivo che si sviluppa tra i partner romantici adulti è in parte una funzione dello stesso sistema motivazionale – il sistema comportamentale di attaccamento – che dà origine al legame emotivo tra i bambini e i loro caregiver. Per questo, la definizione di “evitante” è stata traslata dai bambini ai componenti della coppia.
I partner evitanti si approcciano alla relazione con un atteggiamento conflittuale: da un lato la ricercano, così come ricercano l’intimità e l’affetto, dall’alto – spiegano Karina Shumann e Edward Orehek nello studio Avoidant and defensive: Adult attachment and quality of apologies –
non si fidano che il loro partner possa essere disponibile e amorevole, quindi si mettono sulla difensiva ed evitano la dipendenza e l’intimità. Le persone altamente evitanti limitano la vicinanza per prevenire la vulnerabilità emotiva e tendono a usare strategie di distanziamento quando percepiscono se stessi, i loro partner o le loro relazioni in crisi. A causa di questo allontanamento emotivo, tendono ad essere meno empatici.
Questo atteggiamento può dipendere sia da caratteristiche personali e biologiche, sia dallo stile di attaccamento sviluppato nell’infanzia, magari in risposta traumi come abusi fisici, storie di rifiuto da parte dei genitori, eventualmente rinforzati dal rifiuto dei coetanei in età infantile.
Un partner evitante appare quindi distaccato, emotivamente distante e anaffettivo, e viene percepito come egocentrico e disinteressato all’altra persona. In alcuni casi, potrebbe manifestare anche sentimenti di rabbia o frustrazione, perché
secondo la visione distorta che qualsiasi rapporto di coppia è destinato a finire, il desiderio dell’amore stesso è sinonimo di sofferenza e va evitato.
Per lo stesso motivo, le parole chiave sono autosufficienza e indipendenza, anche a scapito della relazione.
Riconoscere un partner evitante potrebbe non essere facile e, in linea generale, sarebbe meglio resistere alla tentazione di attribuire definizioni di natura psicologica – ad esempio quella di narcisista, che negli ultimi tempi viene abusata – se non in presenza di una vera e propria diagnosi. Nondimeno, è importante fare attenzione ai possibili segnali che indicano uno stile di attaccamento evitante, per capire la persona con cui si e in coppia e, soprattutto, come comportarsi di conseguenza.
I partner evitanti desiderano le relazioni ma temono la vulnerabilità che le accompagna: per questo, appaiono freddi e distaccati, e tendenzialmente evitano di dire “ti amo” (o altre espressioni d’amore), di parlare dei propri sentimenti o di discutere assieme al partner di come si sentono all’interno della relazione, anche nei casi in cui amino passare il tempo insieme.
Proprio perché teme – anzi, è sicuro – che rimarrà inevitabilmente deluso e ferito, un partner evitante tenterà di sfuggire alle conversazioni su un ulteriore impegno o prospettive a lungo termine all’interno della relazione, rifiutando di affrontare discussioni su impegno esclusivo, convivenza o matrimonio.
Secondo Shumann e Orehek,
le persone evitanti tendono a rispondere negativamente alle emozioni del loro partner perché quelle emozioni possono segnalare che hanno bisogno di più attenzione e intimità. Ad esempio, le persone evitanti sono più fredde con i partner che mostrano angoscia o cercano supporto sociale, rispondono con rabbia e difensiva alle emozioni negative espresse dai loro partner durante le discussioni sui conflitti e sono generalmente meno costruttivi nel loro stile di risoluzione dei conflitti (ad esempio, meno disposti a scendere a compromessi).
Per questo motivo, potrebbe sembrare che il partner evitante eviti il conflitto o che risponda mettendosi sulla difensiva, anche in maniera-passivo aggressiva, persino di fronte a manifestazioni banali di emozioni negative, come lamentarsi di una giornata stressante.
Non esiste un’unica modalità di approccio: capire come comportarsi con un partner evitante dipende innanzi tutto dalla nostra volontà, dalla nostra condizione personale e anche dal livello di coinvolgimento.
Una relazione con un partner evitante comporta sicuramente un gran livello di difficoltà ed è importante essere preparati al fatto che siamo in presenza di una persona che vuole affetto e sostegno ma ne ha paura, per questo li rifugge. Per questo motivo, un partner evitante può mettere a dura prova la coppia e trasformarsi una fonte di sofferenza, stress e frustrazione per l’altra persona.
Pazienza, comunicazione, lasciare spazio all’altro sono sicuramente i primi passi per superare gli ostacoli ma, purtroppo, non è detto che siano sufficienti. Una terapia di coppia – o individuale – potrebbe essere un aiuto aggiuntivo, con la consapevolezza che di fronte a situazioni in cui la propria salute fisica o mentale risenta della situazione l’unica soluzione potrebbe essere quella di porre fine alla relazione.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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