Cos'è la flessibilità cognitiva e che benefici apporta a chi ce l'ha o l'allena
Saper adattare pensieri e comportamenti a situazioni nuove e diverse è una risorsa fondamentale. Si chiama flessibilità cognitiva, ed ecco perché dovresti allenarla.
Saper adattare pensieri e comportamenti a situazioni nuove e diverse è una risorsa fondamentale. Si chiama flessibilità cognitiva, ed ecco perché dovresti allenarla.
Con il termine “flessibilità cognitiva” (anche detta “switching”) si indica la nostra capacità di modificare comportamenti, pensieri e azioni in modo molto rapido a seconda della situazione in cui ci troviamo, selezionando la risposta comportamentale più efficace sulla base degli stimoli sensoriali ricevuti, che indicano la necessità di modificare il “piano d’azione” adottato in precedenza, spiegano Richter e Yeung, la ricercatrice e il ricercatore che hanno pubblicato “Memory and Cognitive Control in Task Switching”:
La nostra sopravvivenza nell’ambiente esterno, ma soprattutto il nostro adattamento ad esso, è dovuta fondamentalmente all’abilità di cambiare strategia d’azione e di pensiero passando in rassegna, mentalmente e in modo rapido, differenti piani d’azione e catene di pensieri per rispondere ai cambiamenti repentini che si verificano in un ambiente dinamico colmo di stimoli che entrano anche in competizione tra di loro.
La flessibilità cognitiva (o mentale) può essere misurata attraverso test di valutazione neuropsicologica, come il Test di Stroop, Continous Performance Test (CPT) eWisconsin Card Sorting Test (WCST) che permettono di valutare con precisione la capacità di un soggetto di adattarsi all’ambiente e ai cambiamenti attorno a lui.
La flessibilità mentale è legata all’intelligenza fluida e alla capacità di risolvere i problemi che si presentano in modo mutevole ed efficiente, consentendoci:
L’ultimo punto è particolarmente importante: la flessibilità cognitiva, infatti, ci permette di metterci nei panni dell’altro, prendendo in considerazione valori, idee e punti di vista diversi dai nostri, aiutandoci a sviluppare l’empatia e migliorando il nostro modo di interagire nei contesti sociali.
Tutte queste caratteristiche si rivelano particolarmente utili nel mondo del lavoro: chi ha un’ottima flessibilità cognitiva, infatti, è una risorsa in grado di risolvere i problemi rapidamente e con efficacia (il richiestissimo “problem solving”), rendendosi conto che la strategia messa in atto non funziona ed elaborando piani d’azione differenti.
Capacità cruciali per tutte quelle figure che devono formulare obiettivi, pianificare, monitorare e correggere le azioni sulla base dei risultati ottenuti.
Non solo: queste persone, infatti,
La flessibilità cognitiva agisce senza che noi ce ne rendiamo conto, sia nelle situazioni in cui le capacità di adattamento sono fondamentali per far fronte a potenziali crisi sia nella gestione dei cambiamenti e degli imprevisti quotidiani.
Solitamente, si tende a fare esempi legati al mondo del lavoro, perché come abbiamo visto questa è una competenza fondamentale per le aziende. In verità, gli esempi potrebbero essere infiniti, e molto più banali, perché, fondamentalmente, si tratta di valutare rapidamente le alternative possibili di fronte a situazioni inaspettate, scegliendo quella che riteniamo più adatta al contesto.
La Dottoressa Sara Ingordigia ne riporta alcuni esempi che possono verificarsi nella vita di tutti i giorni nella presentazione Cognitive Flexibility:
Andiamo a fare colazione, ma ci rendiamo conto che non ci sono i cereali. Cosa facciamo? Ci arrabbiamo e andiamo a scuola, o al lavoro, senza colazione? Facciamo colazione in un bar? Prepariamo una colazione con gli altri ingredienti? […]
Se si sceglie lo stesso percorso per andare al lavoro e un giorno piove molto, tutti decideranno di prendere la macchina creando così un grande traffico -. Cosa fai? Si potrebbe prendere la metropolitana, si potrebbe uscire di casa prima o prendere un percorso alternativo in cui probabilmente non c’è traffico.
Come abbiamo visto, però, la flessibilità cognitiva può aiutarci anche a coltivare l’empatia e diventare uno strumento di risoluzione dei conflitti: ad esempio, di fronte a un amico che è diventato freddo e scostante, la flessibilità cognitiva ci permette di metterci nei panni dell’altro, assumendo il suo punto di vista per capire le ragioni per cui ha smesso di parlarci, individuando di conseguenza una strategia di intervento.
Una delle cose belle della flessibilità cognitiva è che può essere allenata. In rete sono disponibili giochi ed esercizi per bambini e adulti attraverso cui sviluppare questa skill. Spesso altro non sono che piccole sfide con se stessi che permettono di spingere sempre più in alto l’asticella della nostra capacità di adattamento.
Molti forse li stai già svolgendo senza saperlo, altri possono essere integrati senza sforzo nella routine quotidiana. Vediamone alcuni!
L’attività fisica di tipo aerobico può avere benefici sulle capacità cognitive, sulla memoria lavorativa e sulle funzioni esecutive, perché favorisce la produzione di fattori neurotrofici.
Non è mai troppo tardi per imparare quella lingua che vorresti conoscere da tanto: diversi studi dimostrano i benefici del bilinguismo, tra cui il miglioramento dell’attenzione selettiva e lo sviluppo dell’elaborazione dei contenuti mentali.
Cerca di concentrarti su quello che ti circonda (odori, rumori…) per imparare ad ascoltare in modo attivo, silenziando il tuo dialogo interiore mentre parli con altri.
Cambia il percorso per arrivare in ufficio, assaggia una nuova cucina, inizia un corso o un hobby, cerca nuove sfide da affrontare, insomma mettiti in gioco su qualcosa che avresti voluto fare e non hai fatto uscendo dalla comfort zone.
Prova l’esercizio chiamato n–back: di fronte a una figura che appare e scompare sullo schermo, cerca di capire se l’immagine appare nello stesso punto della volta precedente o meno.
Questo tipo di lavoro mentale obbliga il cervello a trattenere un’informazione recente per un certo periodo di tempo, per poterla confrontare con quella attuale. La difficoltà può essere aumentata di volta in volta, per esempio cercando di capire se la figura si trovava nello stesso punto non della volta precedente ma di quella prima ancora, e così via.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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