Cos'è il moonwalking: il comportamento che ferisce il partner e come difendersi

Un passo avanti e uno indietro per ferire il partner: il moonwalking è una tecnica di manipolazione psicologica che punta a colpire l'autostima del partner per poterlo controllare. Riconoscerlo è il primo passo per difendersi.

In pochi ne conoscono il nome, ma in tanti lo hanno sperimentato sulla propria pelle all’interno di una relazione tossica. Il moonwalking è una strategia di manipolazione del partner che, a lungo andare, può portare conseguenze psicologiche molto serie.

Cos’è il moonwalking?

Se il termine vi fa venire in mente il celebre passo di Michael Jackson è perché è proprio da lì che deriva. A coniarlo è stata la terapeuta Vikki Stark che, in un articolo su Psychology Today, ha parlato di un meccanismo di manipolazione psicologica in cui un partner critica l’altro o fa un commento crudele o sarcastico su un tema a lui sensibile e poi, di fronte alla sua reazione ferita o arrabbiata, minimizza ciò che ha detto e cerca di ridicolizzare l’altro allo scopo di umiliarlo.

Come nel famoso passo di danza di Michael Jackson, il tuo partner si muove sia in avanti (sferrando un colpo) che all’indietro (negandolo). Il tuo partner è stato in grado di consegnare il messaggio e poi rivendica l’innocenza, scaricando l’attenzione su di te e sulla tua reazione.

Se è una dinamica che vi suona familiare è perché il moonwalking è una tecnica di manipolazione psicologica molto diffusa eppure difficile da individuare, che attraverso la critica e il sarcasmo nocivo mina l’autostima del partner così da poterlo controllare.

Come riconoscere il moonwalking?

Riconoscere il moonwalking non è facile, non solo perché come tutte le forme di abuso psicologico si insinua in maniera subdola all’interno della relazione, ma anche perché concretizzandosi spesso in battute crudeli e sarcasmo può essere difficile da distinguere dall’ironia e dalle critiche costruttive che possono certamente essere una componente normale di una relazione sana.

In questo caso, però, la critica o il commento vengono fatti deliberatamente con il solo scopo di ferire o irritare l’altra persona e poter così spostare l’attenzione sulla sua reazione “esagerata”, come spiega Stark nell’articolo Moonwalking: Criticizing You, Then Blaming You for Your Reaction, in cui descrive il funzionamento di questo comportamento manipolatorio:

Il tuo partner fa un commento su un argomento per te sensibile e tu provi una fitta di dolore. Poi, in una frazione di secondo, il dolore si trasforma in rabbia e tu rispondi: “Non capisco come puoi dirlo! Non sapevi che mi avrebbe fatto male?”

Poi, in qualche modo, poiché hai reagito con forza, il tuo partner gira la situazione contro di te, confondendoti e facendoti sentire in colpa, dicendo qualcosa del genere:

Sei troppo sensibile.

Stai prendendo le cose fuori contesto.

Stavo solo scherzando.

Non intendevo questo.

Mi hai frainteso.

Ecco, di nuovo, stai esagerando!

Diventi insicuro su ciò che il tuo partner ha effettivamente detto o su quale fosse l’intenzione e ti metti in discussione. Puf! Il focus non è più sul commento fatto dall’altra persona ma sulla tua reazione a ciò che è stato detto.

Le conseguenze del moonwalking

Le conseguenze psicologiche di questo atteggiamento possono essere molto serie: come nel caso del gaslighting – che l’autrice definisce “il cugino” del moonwalking – il partner manipolante (che nelle relazioni eterosessuali è quasi sempre l’uomo, spiega Stark) porta l’altro a mettere in discussione se stesso e i propri sentimenti, minando profondamente la sua autostima.

L’esposizione continua alle critiche e al sarcasmo crudele, oltre alla ridicolizzazione della reazione “eccessiva” di fronte a quella che «era solo una battuta», è una vera e propria di violenza psicologica, che può avere ripercussioni sulla concentrazione, sul rendimento sul lavoro e anche sulle relazioni sociali.

Non solo: per le persone affette da disturbo d’ansia subire moonwalking può essere particolarmente pericoloso, perché le critiche continue possono contribuire all’insorgenza di uno stato depressivo.

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Moonwalking: come difendersi

Il primo passo per difendersi dal moonwalking sembra semplice ma non lo è: riconoscerlo. Proprio perché la manipolazione psicologica è subdola e sottile, spesso chi lo subisce non riesce a rendersi conto che quello messo in atto dal partner è una forma di maltrattamento emotivo che ha come obiettivo il controllo.

Una volta individuato, una possibile strategia è disinnescarne l’efficacia, o rispondendo alle frasi manipolatorie del partner prendendolo in contropiede, magari chiedendo di essere più precisi e meno vaghi, o utilizzando la tecnica dell’annebbiamento.

Visto che l’obiettivo del manipolatore è quello di generare una reazione forte per poi poterla sminuire, infatti, di fronte alla critica costante è importante mantenere la calma, sapendo che di fronte a noi non c’è una persona pronta ad ascoltarci e che invece che rispondere alla critica potrebbe essere meglio “assorbirla” utilizzando frasi come “sì, forse hai ragione” oppure “potrebbe essere”, così da far mancare l’effetto sperato.

Soprattutto, però, quando ci si rende conto di essere in una relazione con un manipolatore che utilizza il moonwalking come strategia di controllo bisognerebbe riflettere sull’opportunità di porre fine alla relazione per tutelare la propria salute mentale e fisica da chi vuole minare la nostra autostima per poterci dominare.

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